Quando si è sparsa la voce che un detenuto è morto suicida, è scattata la protesta delle altre persone rinchiuse nel carcere di Pescara, che hanno rifiutato di rientrare in cella ed hanno creato disordini. Poliziotti e Carabinieri all’esterno del carcere per il pericolo di rivolta.
PESCARA – Un uomo di 41 anni originario di Avezzano, detenuto nel carcere di Pescara, è morto suicida . Ha eluso la sorveglianza e si è impiccato. Immediatamente il personale di Polizia Penitenziaria ha lanciato l’allarme, ma il tempestivo intervento del 118 si è rilevato inutile ed personale sanitario non è stato in grado di rianimarlo.
Quando la notizia si è sparsa è scoppiata la protesta degli altri detenuti, che hanno rifiutato di rientrare in cella ed hanno seminato il caos all’interno del carcere. A causa del pericolo rivolta, all’esterno del carcere sono intervenute anche pattuglie di Carabinieri e Polizia, per presidiare la zona e monitorare la situazione.
Ne dà notizia il sindaco di Polizia Penitenziaria FP CGIL. Il Coordinatore regionale per l’Abruzzo Gino Ciampa afferma: «E’ un clima decisamente teso quello che stiamo vivendo nel carcere di Pescara negli ultimi giorni. Già ieri c’è stato un tentativo di suicidio con un detenuto che si è dato fuoco e ora è ricoverato in gravi condizioni in ospedale. I Poliziotti penitenziari sono stremati. Manca più del 30% delle 170 unità di Polizia Penitenziaria previste con un sovraffollamento di detenuti del 131%».
Mirko Manna, coordinatore Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria commenta: «Solo il senso del dovere della Polizia Penitenziaria permette di tenere ancora in piedi il sistema penitenziario. Le aggressioni contro i poliziotti e gli atti di autolesionismo dei detenuti, stavolta purtroppo portato al gesto estremo nel carcere di Pescara, rendono le condizioni di lavoro all’interno degli istituti penitenziari, davvero difficili. Nei prossimi giorni solleciteremo anche il Governo durante gli incontri istituzionali già previsti, per cercare di individuare interventi immediati».
Resta dunque critica la situazione nel carcere di Pescara, dove negli ultimi due giorni un detenuto è morto suicida ed un altro ha tentato di fare lo stesso, senza riuscirci. Le persone carcerate lamentano condizioni insopportabili, mentre il Personale di Polizia Penitenziaria lamenta condizioni di lavoro insostenibili e personale numericamente inadeguato per gestire senza incidenti la struttura.