Un’idea semplice, un’idea geniale: leggere l’inglese come se fosse un dialetto abruzzese.
“A bass lose guarde” > Abbasse lu sguarde.
“Kiss she cheese” > Chisciccise! (Esclamazione tipica).
Tanto è bastato a Giulia Petcheva, pescarese di origini bulgare, e al suo compagno Carlo Scoglia per creare un vero e proprio brand abruzzese (magliette e non solo): “Ninja Coy”. Nell’ultimo anno, grazie ai social, in moltissimi hanno scoperto le idee geniali del duo pescarese, acquistando finanche le loro irriverenti t-shirt.
Giulia, il tuo è un cognome tipicamente pescarese?
Sì, tipicamente della marina nord (ride NdR). Naturalmente il mio cognome mi tradisce sempre anche se parlo il dialetto. Sono nata e cresciuta fino a 14 anni in Bulgaria e poi mi sono trasferita a Pescara insieme a mia madre. È stato un trauma a quell’età, ma l’Abruzzo degli anni ’90 mi ha conquistata.
Come nasce la tua passione per la grafica?
Mi è sempre piaciuta l’arte, tutta. Artisti di strada, dipinti, murales, così ho deciso di fare il Liceo Artistico. Il disegno mi ha sempre appassionata. Finita la scuola mi sarebbe piaciuto tantissimo fare l’Accademia delle Belle Arti ma per una serie di eventi non è stato possibile. Grazie al maestro Paolo Diazzi ho conseguito un diploma in grafica e ho scoperto quanto l’arte possa essere infinita.
Quando e come hai avuto la prima idea per le magliette “Ninja Coy”?
L’idea nasce insieme al mio inseparabile compagno e uomo della vita Carlo Scoglia, in una serata di risate davanti ad un bicchiere di vino (quello buono). Più precisamente è nato tutto da un “Chisciccise!”, perché abbiamo realizzato in contemporanea che “Chis” o meglio “Kiss” in inglese significa bacio e da lì è partito tutto.
Qual è stata la soddisfazione più bella che hai avuto grazie al brand?
La cosa più bella è stata riscontare come una cosa nata così, quasi per scherzo, abbia trovato un riscontro pazzesco, unendo numerose persone: non me lo sarei mai aspettato. Non posso negare, inoltre, l’emozione che provai quando Ezio Greggio (al quale avevo inviato due magliette) – noto appassionato d’Abruzzo – mi rispose e indossò una nostra maglietta.
Qual è la prima cosa che ti viene in mente se dico “Abruzzo”?
Calcestruzzo! Ma perché ora sono un po’ fissata con le rime… Ovviamente mare e montagna, bellezze inarrivabili.
Progetti futuri?
Vorrei poter continuare a fare il mio lavoro al meglio (“Ninja Coy” a parte, alla fine l’idea ci venne proprio in un momento di crisi). Il mio lavoro è la grafica, taglio laser e tutte cose. Se qualche lettore avesse bisogno di un grafica, beh, io sto qua!
Che ne pensi, in conclusione, della nuova mina vagante del web abruzzese, il misterioso Pazzini Pericle?
Il signore da te citato mi ha anche querelato (per ridere). Io lo adoro, vorrei conoscere il genio che si cela dietro di lui. E vorrei anche dire una cosa a tutti quelli che lo criticano: fate bene! Un’ultima cosa, mi appello proprio a Pericle, maestro dei piani alti: aiutami a truvà ‘na fatije serije Pè!
Grazie Giulia!
Grazie a te e a tutta la redazione del Martino.