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The Blue Voices Gospel Choir: un’eccellenza nel panorama musicale abruzzese

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Dal Martino cartaceo n.23 del 21.12.2015

Incontro il Direttore del Coro, il Maestro  Rita Grue accompagnata da due componenti del  gruppo, il Soprano Maria Laura Iachetti e il Tenore Antonio Gorgoretti.

Grazie per aver accettato il nostro invito. La prima domanda la rivolgo a Lei Direttore. Cosa l’ha spinta, nella sua vasta esperienza nel campo musicale, ad interessarsi alla musica  Gospel?

“Mio padre, amante del Jazz, sin da piccola mi ha tramandato questa passione e mi ha guidato poi nell’approccio alla musica afroamericana. Sono partita da studi classici, ma ero da sempre affascinata dal Gospel e dalla voce particolare degli americani. C’era il luogo comune che nessun italiano potesse cantare la musica afroamericana. Per me, che amo le sfide, è stato uno stimolo che mi ha spinto a provare. Ora, a distanza di tempo, credo che stiamo dimostrando davvero di poter cantare Gospel perché sono anni che curiamo  lo stile di canto e l’impatto vocale e strumentale”.

Perché il vostro stile si può definire un Contemporary Gospel?

“Il Gospel contemporaneo ha una strumentazione di base più significativa, una fusione di tutti gli stili della musica contemporanea, ispirati e riassorbiti dal Gospel: arrangiamenti Funky , Jazz, Soul, Rhythm and Blues e vari stili di canto e  di improvvisazione vocale, ma molto più brillante e dinamico rispetto al Traditional”.

Avete all’attivo  15 anni  di esperienze, in cui vi siete contraddistinti attraverso numerose collaborazioni con nomi di spicco del Gospel internazionale. Me ne parlate?

“Noi abbiamo iniziato nel 2003 con il primo workshop con Bob Singleton, da sempre un mio mito- risponde il Direttore- Siamo partiti per Bologna per conoscerlo e i suoi giudizi  positivi mi hanno dato la carica giusta per continuare. Da lì è iniziato un rapporto di amicizia e collaborazione, a cui sono seguiti numerosi contatti con altri artisti molto interessanti. Ora stiamo lavorando con Junior Robinson, noto artista Gospel, con cui abbiamo fatto un workshop a San Benedetto. Siamo sempre alla ricerca di nuovi stimoli e ci rapportiamo con vari artisti di colore”.

L’attenzione si sposta su Antonio Gorgoretti, giovane tenore, nella vita commerciante di Giulianova, ma con una grande dedizione e attitudine per il Gospel.

Cosa l’ha spinta a scegliere di cantare questo genere musicale?

“Inizialmente la passione per il canto mi ha portato in giro ad esibirmi in diversi contesti. Io conoscevo il fonico del Coro che, ascoltando la mia voce, un giorno mi ha proposto di provare questo genere per me nuovo e mi ha avvicinato a Rita. Da quell’incontro è iniziato un sodalizio artistico che prosegue ormai da undici anni”.

L’attenzione si rivolge a Maria Laura Iachetti, giovane e talentuoso soprano, nella vita medico a Chieti, ma con un’innata passione per la musica e per il Gospel.

“Ho avuto  sin da piccola un’inclinazione per la musica,  mi sono avvicinata al Gospel formandomi anche con delle collaborazioni americane. É una passione che porto avanti da anni, con impegno e dedizione, da quando, proprio dagli inizi, sono entrata nel Coro”.

Maria Laura quanti sacrifici deve affrontare chi decide di fare questo percorso?

“E’ un’esperienza e una vocazione che richiede dei sacrifici organizzativi da conciliare con il lavoro, soprattutto nel periodo natalizio quando le date dei concerti aumentano. Ma ci si riesce perché tanto è lo slancio che mi spinge”.

“Noi siamo partiti dalla musica- interviene il Direttore Rita Grue- ma abbiamo scoperto che il Gospel non è solo musica ma molto di più”.

La domanda mi viene spontanea- Cos’è il Gospel per Lei?

Il Direttore sorride- “E’ una grandissima passione che mi assorbe completamente, un’occasione unica che mi ha fatto scoprire la bellezza della Lode che condivido non solo con i coristi, ma con tutta la gente che si emoziona con noi nei concerti. E’ un’emozione grande, senza fine”.

E’ stato difficile trovare cantanti Gospel per formare un Coro?

“Come in tutti i cori, c’è sempre molto movimento e avvicendamento. Tuttavia c’è un gruppo stabile che ha creato una continuità e porta avanti il Coro da tanti anni”.

Antonio quanto tempo impiegate per prepararvi ad un concerto?

“Noi proviamo sempre due volte a settimana. Ci vuole tanta costanza, dedizione ed esercizio continuo. Proviamo con amore, stimolati e guidati dal nostro Direttore, fino a quando il pezzo non lo facciamo nostro”.

Direttore, voi state cercando di sfatare il luogo comune che considera il Gospel come un genere musicale da eseguire quasi esclusivamente nel periodo natalizio. Come portate avanti questo progetto?

“Noi ci proponiamo in diverse situazioni. Abbiamo dimostrato di essere in grado di sostenere concerti anche in grandi piazze con uno spettacolo molto brillante, coinvolgente e far conoscere questo genere a più persone. Ultimamente abbiamo partecipato ad un concorso a Roma e, in quell’occasione, tante persone ci hanno seguito  e sostenuto”.

A proposito dell’esperienza romana, siete reduci dalla partecipazione a questo importante Concorso Internazionale dove avete vinto il primo premio e che vi ha visto anche protagonisti al Pantheon. Cosa ha significato per voi?

“Sono forti momenti di crescita- continua il Direttore- che permettono di confrontarsi con altre realtà. Un’energia strepitosa che io ho percepito sia nell’esibizione a concorso con altri gruppi e soprattutto in quella al Pantheon. Un’emozione indimenticabile: una forte energia nel concorso e un momento magico al Pantheon, di grande coinvolgimento con il pubblico”.

“Un’esperienza straordinaria- continua il soprano Maria Laura- il concorso permette di confrontarsi e capire i propri punti di forza e i propri limiti. Il Pantheon ha rappresentato qualcosa di magico. Quando cantiamo siamo molto uniti, ci compattiamo e, in  quel momento, in un’atmosfera quasi surreale eravamo un corpo unico con chi ci ascoltava. Siamo riusciti a coinvolgere il pubblico con tutta la nostra energia ed emozione. E’ questo il nostro punto di forza che ci viene riconosciuto anche dall’esterno”.

Come risponde il territorio abruzzese in termini di partecipazione e condivisione rispetto a quello che proponete?

Antonio e Maria Laura lasciano la parola al Direttore -“Il territorio, inteso come pubblico, risponde molto bene, con grande entusiasmo. Rispetto ai primi anni, siamo riusciti a creare una sensibilità verso questo genere e a diffonderlo sempre di più. Ci sono a volte delle resistenze perché spesso si pensa che il Gospel sia legato a realtà protestanti ma in realtà non è legato a nessuna forma di religiosità particolare. Noi siamo contenti perché il pubblico, anno dopo anno, ci segue sempre più numeroso. Possiamo citare come esempio esplicativo la città di Montorio che per molti anni ha portato avanti una tradizione di Gospel americano e, invece, tre anni fa ha scelto proprio noi. Ciò dimostra che il Gospel, se è fatto bene, non ha un colore”!

Progetti per il futuro?

“Continuare con le nostre esibizioni, collaborare con altri artisti americani con cui siamo già in contatto come, ad esempio, Junior Robinson e misurarci all’estero in concorsi internazionali. Stiamo valutando la Croazia, Praga, per misurarci con realtà più grandi.

Penso che sia giunto il momento di fare questo salto. Noi siamo pronti”!

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70 anni dalla scoperta del mammut di Scoppito: gli eventi in programma

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mammut 70 anni l'aquila scoppito

Il Museo Nazionale d’Abruzzo a 70 anni dall’eccezionale ritrovamento del fossile nella cava Santarelli di Madonna della Strada, località del Comune di Scoppito, ha organizzato una serie di eventi per celebrare la scoperta.

L’AQUILA – Nel marzo del 1954, presso la cava Santarelli, ubicata in località Madonna della Strada nel Comune di Scoppito, è stato portato alla luce un eccezionale ritrovamento: il mammut oggi esposto al Munda, Museo nazionale d’Abruzzo. Per celebrare i 70 anni della scoperta del mammut di Scoppito, il Munda ha organizzato una serie di eventi.

Il fossile, di 1.300.000 anni, reperto importantissimo della preistoria italiana, fra i più completi d’Europa, ha arricchito enormemente la conoscenza del Patrimonio paleontologico dei grandi mammiferi nel Quaternario sul suolo italiano.

La Mostra documentaria

Le recenti ricerche d’archivio impongono la revisione della data della scoperta. È infatti del 17 marzo 1954 l’informativa dell’Anonima Materiali Argillosi alla Soprintendenza alle Antichità degli Abruzzi e del Molise con la quale si comunicava il ritrovamento, da parte degli operai della fornace, dei primi resti. La notizia fu poi diffusa qualche giorno dopo, il 25 marzo, dal Corriere della Sera e ripreso da altre testate i giorni successivi.

Questi passaggi, oltre alle recenti donazioni di foto inedite, oggetto di una mostra documentaria visitabile dal 19 aprile nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco, permettono di ripercorrere le fasi della scoperta, recupero e studio dell’esemplare sotto la direzione della professoressa Angiola Maria Maccagno, direttrice dell’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Roma, con la collaborazione di Antonio Ferri nel restauro.

È del 15 novembre 1957 l’importante documento del Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti, Guglielmo de Angelis d’Ossat, per conto del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro, che dichiara il suo interessamento nel garantire l’allestimento di una sezione di paleontologia presso il Museo Nazionale d’Abruzzo con il Mammut, poi esposto al pubblico dal 1960 nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco.

L’accessibilità inclusiva

Grazie ad una consolidata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti è in corso la realizzazione di due prototipi 3D: uno con  il particolare del cranio e della zanna e l’altro è un modellino di 30 cm del Mammut che vanno ad integrare il disegno in braille già presente nell’attuale allestimento. La progettazione è a cura dei docenti dell’ABAQ Simone Rasetti, Tecniche di modellazione digitale, e Marco Cortopassi, Scenotecnica. È stato effettuato, durante la conferenza stampa, un test di leggibilità con le tecniche di esplorazione tattile di un modellino di prova del cranio e della zanna del Mammut condotte dalla tiflologa non vedente Deborah Tramentozzi. Questa attività di ricerca sulle modalità di apprendimento dell’immagine e dei processi cognitivi nelle persone non vedenti e ipovedenti si avvale della professionalità accademiche del laboratorio di modellazione dell’Accademia di Belle Arti e della tiflodidattica, tramite le tecniche di percezione tattile del rilievo operate dalla tiflologa,  volte a verificare il grado di acquisizione e restituzione dell’immagine, esperita al tatto e successivamente ricostruita nella mente dell’utente.

I modelli 3D tattili potranno essere fruiti anche dai visitatori normovedenti, preziosa opportunità per attivare una sensorialità troppo spesso inibita, anche per la consapevolezza dell’impossibilità di toccare le opere d’arte nel contesto di una visita museale.

Video

Due documenti storici del 1954 appartenenti all’Archivio Luce Cinecittà, che si ringrazia per la concessione di utilizzo: Uscito dalla preistoria, durata 55’’e Lo scheletro di un grosso mammuth trovato presso L’Aquila, segnalato dal Presidente del CdA di Abruzzo film Commission Piercesare Stagni, Rep. Incom. senza sonoro, durata 3’, completano la suggestiva ricostruzione animata del Mammut già in proiezione nel Bastione realizzata dal Segretariato Regionale MiC per l’Abruzzo.

Tecnologia realtà aumentata

È stata possibile la produzione di contenuti digitali 3D fruibili con tecnologia AR core per la ricostruzione 1:1 del Mammuthus Meridionalis. Tramite un QR code sulla pedana, i visitatori potranno avere un’esperienza di visita più dinamica ammirando il Mammut nelle affascinanti forme che aveva quando era in vita. RUP Maria Rita Copersino – Segretariato Regionale MiC -Abruzzo

Convegno scientifico

Nel mese di ottobre avrà luogo un convegno scientifico di rilevanza nazionale “Il Mammut del Castello – Settant’anni dalla sua scoperta. Nuovi dati nel quadro dell’evoluzione ambientale del Pleistocene” per condividere i risultati acquisiti attraverso nuove metodologie di indagine e  restauro. Verranno affrontati diversi aspetti scientifici quali l’evoluzione geologica del bacino aquilano, la paleobotanica e paleoclima; il confronto tra il Mammut meridionalis di Madonna della Strada con gli altri elefanti del Pleistocene; lo stato dell’arte della diagnostica e del restauro; l’esemplare nella realtà aumentata 3D e bodymass; i primi risultati della paleopatologia, nonché il tema del ruolo sociale attuale della divulgazione scientifica.

Annullo filatelico

Per rafforzare il potenziale narrativo è stato previsto un annullo filatelico dedicato al Mammut

Accompagnamento didattico

Si sta provvedendo, tramite formazione del personale AFAV curata dai funzionari del Museo, a fornire un servizio di accompagnamento  ai visitatori per una maggiore conoscenza del Mammut.

Premio Fossili regionali

Nel corso della conferenza stampa la direttrice del MuNDA Federica Zalabra ha ricevuto la targa di riconoscimento del Premio Fossili Regionali 2023 al Mammut per la Regione Abruzzo consegnata da due membri del comitato regionale della Società Paleontologica Italiana e la paleonotologa Maria Adelaide Rossi e Marco Romano dell’Università degli Studi della Sapienza. L’iniziativa è nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società Palaeontologist in Progress e il Consiglio SPI per favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico italiano.

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Ancona

A Castelfidardo “Il Condominio Sogni” con Neri Marcorè, promosso dalla Lega del Filo d’Oro

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IL CONDOMINIO SOGNI

ANCONA – Il 13 marzo 2024 alle ore 21, presso il Teatro Astra di Castelfidardo, va in scena lo spettacolo “Il Condominio Sogni”, una produzione della compagnia Il Cantiere dei Sogni, per la regia di Gianni Giorgetti e Marinella Sbiroli, con l’adattamento testi di Francesco Mercurio, l’arrangiamento musicale di Alberto Bodini, i costumi di Fiorisa Bonifazi e le coreografie di Alessia Piscini.

La pièce teatrale, promossa dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro E.T.S. – Ente Filantropico e patrocinata dal Comune di Castelfidardo, con il contributo di Neri Marcorè e il Maestro Leonardo De Amicis – rispettivamente testimonial e ambassador della Fondazione – rappresenta un viaggio emozionante che attraverso il potere dei sogni abbraccia un forte messaggio di inclusione.

La compagnia teatrale “Il Cantiere dei Sogni” è composta da ragazzi e ragazze con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, volontari e attori amatoriali. Grazie alla forza creativa dell’immaginazione, i ragazzi della compagnia riescono a valicare i limiti imposti dalla disabilità: l’attività teatrale rappresenta la possibilità di andare oltre se stessi, oltre il buio e il silenzio, permettendo loro di esprimersi sviluppando le proprie capacità. Sul palcoscenico, infatti, va in scena l’attore, non la sua disabilità e con questo approccio positivo ed inclusivo la compagnia intende mettere sempre al centro la persona, valorizzandola nel suo percorso creativo, che trova espressione nel corpo e quindi nel movimento. Ecco che ogni gesto si trasforma in un potente strumento di comunicazione e autentica espressione, aiutando chi non vede e non sente ad uscire dall’isolamento imposto dalla propria condizione.

“Il lavoro della Lega del Filo d’Oro è da sempre orientato a valorizzare le potenzialità di ciascuna persona, andando oltre i limiti tracciati dalla minorazione – dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Questo stesso approccio inclusivo accomuna la compagnia teatrale Il Cantiere dei Sogni, che porterà in scena un sogno diventato realtà: quello dei nostri ragazzi, che tutti i giorni affrontano la complessa sfida di andare oltre il buio e il silenzio facendoci emozionare per ogni traguardo raggiunto, come questo spettacolo che li vede protagonisti di una importante iniziativa di inclusione”.

“Il Condominio Sogni” è uno spettacolo che con la sua semplicità tocca nel profondo il cuore del pubblico. La trama, ambientata in un condominio, fa riferimento ad un tempo passato, in cui persino sognare era diventato difficile, fino a quando il divino Morfeo, accompagnato dai suoi fratelli Fantaso e Fobetore, decide di intervenire rivoluzionando le vite dei protagonisti, aprendo loro le porte dell’immaginazione onirica e della speranza. L’opera è, di fatto, un’allegoria: racconta dell’isolamento vissuto dalle persone sordocieche durante il lockdown e di quella luce di speranza, rappresentata dalla Lega del Filo d’Oro, che a sua volta è nata da un sogno ambizioso, ovvero quello di portare la luce del sogno a chi, vivendo isolato, non aveva il diritto di sognare. L’opera intende diffondere un forte messaggio di speranza sottolineando che “se puoi sognarlo, allora puoi farlo”. Lo spettacolo è ad ingresso libero.

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Abruzzo

Il New York Times celebra i vini abruzzesi: «scena vitivinicola entusiasmante»

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articolo del new york times sui vini abruzzesi

Eric Asimov, uno dei più importanti scrittori enoici del panorama statunitense, ha dedicato un articolo del New York Times ai vini abruzzesi: «L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

TERAMO – Cerasuolo e Montepulciano fanno girare la testa anche oltreoceano. Il New York Times ha dedicato un articolo entusiasta ai vini abruzzesi. La penna che l’ha firmato è quella di Eric Asimov, uno dei più celebri e stimati critici enoici a livello globale.

Il suo articolo intitolato “To Find Great Values in Italian Wine, Look to Abruzzo” (Per trovare grandi valori nel vino italiano, guarda all’Abruzzo, ndr) così comincia: «Ciò che sta succedendo nella scena vitivinicola abruzzese è entusiasmante e non solo per quanto riguarda i vini rossi. L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

Nel suo articolo celebra alcune delle tante famiglie che, con grande coraggio e innovazione, stanno apportando un cambiamento all’interno del panorama enologico della regione, esprimendo – al contempo – identità e coerenza con quelle che sono la storia e le tradizioni.

Un ritratto che esprime tenacia ma anche attaccamento al territorio e la voglia di emergere con vini che possono esprimere il carattere delle uve autoctone, dal Montepulciano D’Abruzzo al Trebbiano D’Abruzzo, con vini moderni e profondamente identitari.

“Questo genere di endorsement conferma che stiamo andando nella giusta direzione – dichiara Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo – la spinta verso la qualità, la definizione delle sottozone e la revisione dei disciplinari con l’introduzione della menzione superiore aiuteranno i nostri produttori a specializzarsi sempre di più. Auspichiamo una grande crescita per il nostro territorio e siamo contenti che anche Oltreoceano si stiano sempre più interessando ai nostri progetti vitivinicoli.”

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