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Focus

Mario of Milan

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Da Il Martino cartaceo n.9 del 16.5.2016

La storia di Mario Cipolla, classe 1935, casertano di nascita e martinsicurese di adozione. Mario era figlio d’arte, anzi, “nipote d’arte”, in quanto il nonno, trasferitosi da Caserta a Roma , era proprietario di uno dei saloni da parrucchiere più rinomati della capitale. Cedendo alle insistenze della zia, che voleva a tutti i costi che seguisse le orme del nonno, Mario inizia a lavorare come ragazzo di bottega, presso un parrucchiere di Caserta. Qui egli impara i primi trucchi del mestiere e comincia a mettere in mostra le sue doti. Ben presto però, capisce che restando a Caserta non potrà esprimere il suo talento. Per questo, alla giovanissima età di quindici anni, nel 1950, decide di trasferirsi e di andare a vivere a Milano. Trova subito lavoro presso il salone del noto Merlino, parrucchiere milanese conosciuto tanto per la sua bravura quanto per la severità con cui trattava i suoi apprendisti. Con Merlino rimarrà fino a quando la patria non lo chiamerà a svolgere il servizio di leva.

Al suo ritorno a casa col congedo in tasca, si rituffa immediatamente nel lavoro e, grazie alla generosità di un suo affezionato cliente che lo aiuta economicamente e alla favorevole circostanza che proprio in quel periodo il suo datore di lavoro avesse deciso di ritirarsi, rileva la sua attività e si mette finalmente in proprio.

Il suo nome comincia a circolare tra le signore bene di Milano e ben presto, anche grazie all’aiuto di Rosy, la bellissima signora che nel frattempo è diventata sua moglie, la sua clientela aumenterà in maniera esponenziale. Oltre alla clientela, aumenteranno in maniera esponenziale anche i riconoscimenti:

campione italiano nel 1972;

campione europeo nel 1973;

campione del mondo nel 1974.

Nel 1975 la svolta.

Mario e la sua famiglia, spinti dalla voglia di cambiare alla ricerca di nuove sfide, decidono di trasferirsi negli Stati Uniti, a Seattle. Curiosamente qui si ripete la stessa storia di Milano e dopo appena due mesi a Mario si presenta l’opportunità di rilevare l’attività di un noto parrucchiere che stanco della metropoli, sentiva il desiderio di ritirarsi alle Hawaii. Un’intervista al giornale locale che lo presenta come il campione del mondo in carica dei parrucchieri, fa immediatamente moltiplicare la sua clientela. Inizia così una vera e propria escalation che lo porterà in pochi anni ad aprire ben 6 centri estetici nella città di Seattle e ad avere sul libro paga ben 120 dipendenti.

Quando Mario racconta gli eventi di quel periodo, è una fonte inesauribile di aneddoti.

Sembrava che tutti gli americani più in vista volessero avere un’acconciatura di “Mario of Milan”; del campione dei parrucchieri venuto da Milano, a cominciare dal numero uno degli americani, il loro presidente George Bush , che durante i suoi soggiorni a Seattle alloggiava in un appartamento del Westin Hotel, situato all’ultimo piano dello stesso grattacielo dove Mario aveva il più importante dei suoi saloni.

Il presidente arrivò, dopo aver preso un appuntamento come tutti gli altri clienti, preceduto da un numero impressionante di guardie del corpo che ispezionarono minuziosamente ogni angolo del locale. Al momento di saldare il conto, di fronte al rifiuto di Mario di far pagare il n.1 degli americani, il presidente arrivò a togliersi un orologio dal polso e a regalarglielo. Ancora oggi Mario conserva gelosamente questo prezioso cimelio non disdegnando di indossarlo di tanto in tanto. Sfogliando le pagine del libro degli ospiti dei saloni di Mario, si viene colpiti dai nomi dei personaggi che sono stati suoi clienti. Politici, imprenditori, musicisti, attori, scrittori, sportivi provenienti da ogni parte del mondo. Bill Gates, ad esempio, uno dei più famosi abitanti di Seattle, è ricordato da Mario per la sua umiltà.

Il famoso scrittore Frank Herbert, autore tra gli altri, del famoso romanzo “Dune” dal quale è stato tratto l’omonimo film di David Lynch, era talmente affezionato a Mario da averlo voluto al suo fianco sul letto di morte prima di affrontare l’ultimo viaggio.

Giorgio Chinaglia, il famoso centravanti della Lazio, che negli ultimi anni della sua carriera ha giocato nei Cosmos di New York, non mancava mai di farsi aggiustare i capelli da Mario ogni qualvolta la sua squadra si recava a Seattle per una partita di campionato, e spesso ci andava in compagnia del grande Pelè. Il noto attore Anthony Quinn, quando il suo lavoro lo portava nelle vicinanze di Seattle, andava sempre a trovare Mario e Rosy. Una volta Rosy, che si trovava in prima fila durante una rappresentazione teatrale di cui Quinn era l’interprete principale, fu omaggiata con un fiore che l’attore le lanciò durante la passerella finale.

Non mancano gli aneddoti che raccontano di personaggi meno famosi ma “molto particolari”; come l’imprenditore che un giorno si presentò da Mario con in mano un righello e con la pretesa che non gli venissero tagliati i capelli ad una lunghezza inferiore ai 6 centimetri. Ogni firma una storia, le vorremmo raccontare tutte ma sono veramente tante e non basterebbe una copia intera del nostro giornale.

Chiudiamo dando a “Mario of Milan” il benvenuto nel nostro paese (anche se con qualche anno di ritardo) felici, che dopo tanto viaggiare tra sud e nord dell’Italia e le metropoli americane abbia scelto di vivere qui.

 

 

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70 anni dalla scoperta del mammut di Scoppito: gli eventi in programma

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mammut 70 anni l'aquila scoppito

Il Museo Nazionale d’Abruzzo a 70 anni dall’eccezionale ritrovamento del fossile nella cava Santarelli di Madonna della Strada, località del Comune di Scoppito, ha organizzato una serie di eventi per celebrare la scoperta.

L’AQUILA – Nel marzo del 1954, presso la cava Santarelli, ubicata in località Madonna della Strada nel Comune di Scoppito, è stato portato alla luce un eccezionale ritrovamento: il mammut oggi esposto al Munda, Museo nazionale d’Abruzzo. Per celebrare i 70 anni della scoperta del mammut di Scoppito, il Munda ha organizzato una serie di eventi.

Il fossile, di 1.300.000 anni, reperto importantissimo della preistoria italiana, fra i più completi d’Europa, ha arricchito enormemente la conoscenza del Patrimonio paleontologico dei grandi mammiferi nel Quaternario sul suolo italiano.

La Mostra documentaria

Le recenti ricerche d’archivio impongono la revisione della data della scoperta. È infatti del 17 marzo 1954 l’informativa dell’Anonima Materiali Argillosi alla Soprintendenza alle Antichità degli Abruzzi e del Molise con la quale si comunicava il ritrovamento, da parte degli operai della fornace, dei primi resti. La notizia fu poi diffusa qualche giorno dopo, il 25 marzo, dal Corriere della Sera e ripreso da altre testate i giorni successivi.

Questi passaggi, oltre alle recenti donazioni di foto inedite, oggetto di una mostra documentaria visitabile dal 19 aprile nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco, permettono di ripercorrere le fasi della scoperta, recupero e studio dell’esemplare sotto la direzione della professoressa Angiola Maria Maccagno, direttrice dell’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Roma, con la collaborazione di Antonio Ferri nel restauro.

È del 15 novembre 1957 l’importante documento del Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti, Guglielmo de Angelis d’Ossat, per conto del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro, che dichiara il suo interessamento nel garantire l’allestimento di una sezione di paleontologia presso il Museo Nazionale d’Abruzzo con il Mammut, poi esposto al pubblico dal 1960 nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco.

L’accessibilità inclusiva

Grazie ad una consolidata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti è in corso la realizzazione di due prototipi 3D: uno con  il particolare del cranio e della zanna e l’altro è un modellino di 30 cm del Mammut che vanno ad integrare il disegno in braille già presente nell’attuale allestimento. La progettazione è a cura dei docenti dell’ABAQ Simone Rasetti, Tecniche di modellazione digitale, e Marco Cortopassi, Scenotecnica. È stato effettuato, durante la conferenza stampa, un test di leggibilità con le tecniche di esplorazione tattile di un modellino di prova del cranio e della zanna del Mammut condotte dalla tiflologa non vedente Deborah Tramentozzi. Questa attività di ricerca sulle modalità di apprendimento dell’immagine e dei processi cognitivi nelle persone non vedenti e ipovedenti si avvale della professionalità accademiche del laboratorio di modellazione dell’Accademia di Belle Arti e della tiflodidattica, tramite le tecniche di percezione tattile del rilievo operate dalla tiflologa,  volte a verificare il grado di acquisizione e restituzione dell’immagine, esperita al tatto e successivamente ricostruita nella mente dell’utente.

I modelli 3D tattili potranno essere fruiti anche dai visitatori normovedenti, preziosa opportunità per attivare una sensorialità troppo spesso inibita, anche per la consapevolezza dell’impossibilità di toccare le opere d’arte nel contesto di una visita museale.

Video

Due documenti storici del 1954 appartenenti all’Archivio Luce Cinecittà, che si ringrazia per la concessione di utilizzo: Uscito dalla preistoria, durata 55’’e Lo scheletro di un grosso mammuth trovato presso L’Aquila, segnalato dal Presidente del CdA di Abruzzo film Commission Piercesare Stagni, Rep. Incom. senza sonoro, durata 3’, completano la suggestiva ricostruzione animata del Mammut già in proiezione nel Bastione realizzata dal Segretariato Regionale MiC per l’Abruzzo.

Tecnologia realtà aumentata

È stata possibile la produzione di contenuti digitali 3D fruibili con tecnologia AR core per la ricostruzione 1:1 del Mammuthus Meridionalis. Tramite un QR code sulla pedana, i visitatori potranno avere un’esperienza di visita più dinamica ammirando il Mammut nelle affascinanti forme che aveva quando era in vita. RUP Maria Rita Copersino – Segretariato Regionale MiC -Abruzzo

Convegno scientifico

Nel mese di ottobre avrà luogo un convegno scientifico di rilevanza nazionale “Il Mammut del Castello – Settant’anni dalla sua scoperta. Nuovi dati nel quadro dell’evoluzione ambientale del Pleistocene” per condividere i risultati acquisiti attraverso nuove metodologie di indagine e  restauro. Verranno affrontati diversi aspetti scientifici quali l’evoluzione geologica del bacino aquilano, la paleobotanica e paleoclima; il confronto tra il Mammut meridionalis di Madonna della Strada con gli altri elefanti del Pleistocene; lo stato dell’arte della diagnostica e del restauro; l’esemplare nella realtà aumentata 3D e bodymass; i primi risultati della paleopatologia, nonché il tema del ruolo sociale attuale della divulgazione scientifica.

Annullo filatelico

Per rafforzare il potenziale narrativo è stato previsto un annullo filatelico dedicato al Mammut

Accompagnamento didattico

Si sta provvedendo, tramite formazione del personale AFAV curata dai funzionari del Museo, a fornire un servizio di accompagnamento  ai visitatori per una maggiore conoscenza del Mammut.

Premio Fossili regionali

Nel corso della conferenza stampa la direttrice del MuNDA Federica Zalabra ha ricevuto la targa di riconoscimento del Premio Fossili Regionali 2023 al Mammut per la Regione Abruzzo consegnata da due membri del comitato regionale della Società Paleontologica Italiana e la paleonotologa Maria Adelaide Rossi e Marco Romano dell’Università degli Studi della Sapienza. L’iniziativa è nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società Palaeontologist in Progress e il Consiglio SPI per favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico italiano.

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Ancona

A Castelfidardo “Il Condominio Sogni” con Neri Marcorè, promosso dalla Lega del Filo d’Oro

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IL CONDOMINIO SOGNI

ANCONA – Il 13 marzo 2024 alle ore 21, presso il Teatro Astra di Castelfidardo, va in scena lo spettacolo “Il Condominio Sogni”, una produzione della compagnia Il Cantiere dei Sogni, per la regia di Gianni Giorgetti e Marinella Sbiroli, con l’adattamento testi di Francesco Mercurio, l’arrangiamento musicale di Alberto Bodini, i costumi di Fiorisa Bonifazi e le coreografie di Alessia Piscini.

La pièce teatrale, promossa dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro E.T.S. – Ente Filantropico e patrocinata dal Comune di Castelfidardo, con il contributo di Neri Marcorè e il Maestro Leonardo De Amicis – rispettivamente testimonial e ambassador della Fondazione – rappresenta un viaggio emozionante che attraverso il potere dei sogni abbraccia un forte messaggio di inclusione.

La compagnia teatrale “Il Cantiere dei Sogni” è composta da ragazzi e ragazze con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, volontari e attori amatoriali. Grazie alla forza creativa dell’immaginazione, i ragazzi della compagnia riescono a valicare i limiti imposti dalla disabilità: l’attività teatrale rappresenta la possibilità di andare oltre se stessi, oltre il buio e il silenzio, permettendo loro di esprimersi sviluppando le proprie capacità. Sul palcoscenico, infatti, va in scena l’attore, non la sua disabilità e con questo approccio positivo ed inclusivo la compagnia intende mettere sempre al centro la persona, valorizzandola nel suo percorso creativo, che trova espressione nel corpo e quindi nel movimento. Ecco che ogni gesto si trasforma in un potente strumento di comunicazione e autentica espressione, aiutando chi non vede e non sente ad uscire dall’isolamento imposto dalla propria condizione.

“Il lavoro della Lega del Filo d’Oro è da sempre orientato a valorizzare le potenzialità di ciascuna persona, andando oltre i limiti tracciati dalla minorazione – dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Questo stesso approccio inclusivo accomuna la compagnia teatrale Il Cantiere dei Sogni, che porterà in scena un sogno diventato realtà: quello dei nostri ragazzi, che tutti i giorni affrontano la complessa sfida di andare oltre il buio e il silenzio facendoci emozionare per ogni traguardo raggiunto, come questo spettacolo che li vede protagonisti di una importante iniziativa di inclusione”.

“Il Condominio Sogni” è uno spettacolo che con la sua semplicità tocca nel profondo il cuore del pubblico. La trama, ambientata in un condominio, fa riferimento ad un tempo passato, in cui persino sognare era diventato difficile, fino a quando il divino Morfeo, accompagnato dai suoi fratelli Fantaso e Fobetore, decide di intervenire rivoluzionando le vite dei protagonisti, aprendo loro le porte dell’immaginazione onirica e della speranza. L’opera è, di fatto, un’allegoria: racconta dell’isolamento vissuto dalle persone sordocieche durante il lockdown e di quella luce di speranza, rappresentata dalla Lega del Filo d’Oro, che a sua volta è nata da un sogno ambizioso, ovvero quello di portare la luce del sogno a chi, vivendo isolato, non aveva il diritto di sognare. L’opera intende diffondere un forte messaggio di speranza sottolineando che “se puoi sognarlo, allora puoi farlo”. Lo spettacolo è ad ingresso libero.

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Abruzzo

Il New York Times celebra i vini abruzzesi: «scena vitivinicola entusiasmante»

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articolo del new york times sui vini abruzzesi

Eric Asimov, uno dei più importanti scrittori enoici del panorama statunitense, ha dedicato un articolo del New York Times ai vini abruzzesi: «L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

TERAMO – Cerasuolo e Montepulciano fanno girare la testa anche oltreoceano. Il New York Times ha dedicato un articolo entusiasta ai vini abruzzesi. La penna che l’ha firmato è quella di Eric Asimov, uno dei più celebri e stimati critici enoici a livello globale.

Il suo articolo intitolato “To Find Great Values in Italian Wine, Look to Abruzzo” (Per trovare grandi valori nel vino italiano, guarda all’Abruzzo, ndr) così comincia: «Ciò che sta succedendo nella scena vitivinicola abruzzese è entusiasmante e non solo per quanto riguarda i vini rossi. L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

Nel suo articolo celebra alcune delle tante famiglie che, con grande coraggio e innovazione, stanno apportando un cambiamento all’interno del panorama enologico della regione, esprimendo – al contempo – identità e coerenza con quelle che sono la storia e le tradizioni.

Un ritratto che esprime tenacia ma anche attaccamento al territorio e la voglia di emergere con vini che possono esprimere il carattere delle uve autoctone, dal Montepulciano D’Abruzzo al Trebbiano D’Abruzzo, con vini moderni e profondamente identitari.

“Questo genere di endorsement conferma che stiamo andando nella giusta direzione – dichiara Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo – la spinta verso la qualità, la definizione delle sottozone e la revisione dei disciplinari con l’introduzione della menzione superiore aiuteranno i nostri produttori a specializzarsi sempre di più. Auspichiamo una grande crescita per il nostro territorio e siamo contenti che anche Oltreoceano si stiano sempre più interessando ai nostri progetti vitivinicoli.”

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