MARTINSICURO – Non si placa il confronto a distanza tra Amministrazione ed opposizione. In un clima di per sé già abbastanza teso, argomenti di natura economica hanno inasprito il dibattito tra attuale Giunta ed il gruppo Città Attiva. La questione rimane quella delle indennità.
Città Attiva aveva criticato gli amministratori per aver sbandierato la decisione di decurtarsi del 10% le indennità, allo scopo di distrarre i cittadini dall’aumento delle spettanze della Presidente del Consiglio Comunale.
La Giunta ha risposto in maniera seccata affermando che le due cose non sono collegate. Il taglio degli stipendi era stato promesso in campagna elettorale, mentre l’adeguamento dello stipendio della Presidente è lecito e consentito dalla legge. Aveva proseguito poi affermando che chi li ha preceduti, non ha mai agito in questa direzione ed anzi, ha gravato in maniera maggiore sull’erario pubblico.
Oggi la nuova puntata di questo scontro verbale, combattuto a suon di note e comunicati stampa. Martedì scorso sarebbe potuto esserci un faccia a faccia tra le parti in Consiglio Comunale, ma i rappresentanti di Città Attiva non erano presenti. Oggi però rispondono all’Amministrazione attraverso un post pubblicato sulla loro pagina facebook.
In apertura, motivano così la scelta di tornare sulla questione: <<la replica dell’amministrazione comunale lascia davvero sconcertati e non rende onore a chi l’ha pensata, verrebbe voglia di reagire con un silenzio d’altri tempi. Tuttavia riteniamo sia nostro preciso dovere ridare un contorno di realtà alla vicenda>>. Fin da subito il tono è deciso: <<davvero patetico il tentativo di far passare come venale la precedente amministrazione. La nostra contestazione non aveva nulla di personale verso nessuno: abbiamo mosso rilievi prettamente politici, su una operazione che non ha nulla di illegittimo ma che è risultata inopportuna e sbagliata dal punto di vista mediatico. Sono stati lorsignori a buttarla sul piano personale andando a fare i conti in tasca a chi non ha mai pensato di sbarcare il lunario con un incarico amministrativo>>.
Dopodiché il post continua elencando una serie di annotazioni, volte a dimostrare che la scelta dell’ex sindaco Camaioni di candidarsi nuovamente alle elezioni, non fosse maturata per motivi di natura economica. Questi durante il suo mandato, si trovava in aspettativa dal suo lavoro da dipendente, che aveva promesso di abbandonare in caso di rielezione. Per quanto riguarda i contributi versati, tutto è stato fatto in base a quanto previsto dalla legge.
Due sono i passaggi più significativi. Il primo riguarda ancora la questione dell’adeguamento delle spettanze della Presidente: <<se l’attuale amministrazione avesse gestito diversamente l’informazione, se avesse cioè adottato la relativa delibera in cui si sono volute soddisfare le legittime richieste di un suo componente, sicuramente non avremmo avuto nulla da eccepire, perché capiamo che, dopo aver messo insieme persone anche di idee politiche opposte per poter vincere le elezioni, adesso bisogna gestirle ed avremmo evitato questo inutile botta e risposta che ci costringe a sottrarre tempo prezioso alle nostre attività>>. Il secondo invece ritorna sulla questione dei contributi: << la legge prevede che nel momento in cui un dipendente viene eletto, mantenga il posto di lavoro ed all’azienda vengano rimborsati i contributi previdenziali. Questo perché altrimenti nessun dipendente potrebbe mai candidarsi a ricoprire una carica politica se non a fronte del fondatissimo rischio di perdere il posto di lavoro. Sostenere, come è stato fatto, che il Sindaco avrebbe potuto pagarsi i contributi da solo è la dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto pressapochismo c’è nelle conoscenze amministrative di chi ha scritto. È un dispositivo di legge a stabilire le procedure da seguire. Nel caso dell’adeguamento delle indennità si tratta di una facoltà con cui la Giunta Comunale ha voluto avvantaggiare un componente dell’Amministrazione. Può essere poi che la memoria tradisca l’Assessore al Bilancio Tommolini, ma lui stesso ha usufruito di questa norma in quanto, all’epoca dell’Amministrazione Di Salvatore, un suo dipendente era Assessore ed ogni volta che si assentava per motivi legati alla carica, l’Azienda di cui Tommolini è titolare, veniva rimborsata dei contributi. Ma magari questo aspetto ha preferito non spiegarlo ai suoi colleghi>>.
La missiva conclude in maniera critica e sarcastica: <<spiace dover assistere a considerazioni raffazzonate solo per giustificare il classico gioco delle tre carte, mediante il quale si toglie da una parte e si mette da un’altra, giustificando questo provvedimento come se fosse la soluzione al problema della sicurezza. Il livello della replica è davvero basso e grazie al cielo molti cittadini lo hanno capito: soprattutto quelli che, con buona pace di qualche assessore che continua a parlare di amministrazione non arroccata negli uffici comunali, spesso non trovano udienza alle loro problematiche, sebbene sia stato rimosso il dispositivo di apertura con il pulsante della porta del Sindaco. Perché le porte si possono anche togliere del tutto se poi dentro la stanza il cittadino non ci trova nessuno>>.