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Ancona

Paesaggi marchigiani: il grazioso borgo di Numana

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NUMANA – Numana è un comune italiano di 3 875 abitanti della provincia di Ancona. E’ una cittadina costiera dell’Adriatico centrale, che sorge alle pendici meridionali del monte Conero. Il territorio di Numana contiene il 16% del Parco regionale del Conero.

Il centro storico si trova sulla parte denominata Numana alta, in quanto è alla sommità di una falesia a picco sul mare e si può definire quasi in continuità con l’abitato di Sirolo, mentre Numana bassa include la sottostante zona del porto turistico.

La spiaggia di Numana alta comprende due baie formatesi a ridosso della falesia: la Spiaggiola e la Spiaggia dei frati, mentre la spiaggia di Numana bassa si estende a sud del porto fino alla frazione di Marcelli.

La parte interna del territorio numanese è prevalentemente collinare. Qui si trova anche l’altra frazione di Numana chiamata gli Svarchi. Nella parte meridionale del comune di Numana, che corrisponde ai confini meridionali del Parco regionale del Conero, si trova la foce del fiume Musone, un’area umida di notevole valenza ambientale e naturalistica.

Numana Alta e Numana Bassa

STORIA

I primi abitanti di questa zona dell’Adriatico furono i Piceni, come testimoniano i ricchi reperti archeologici trovati nelle necropoli.

I Siculi citati da Plinio il vecchio come fondatori di Numana, devono intedersi come l’antica popolazione preistorica, che prima di stabilirsi in Sicilia viveva lungo la penisola italiana. La città diventò presto un emporio greco tra i più importanti dell’Adriatico, che ebbe i suoi momenti di splendore nel VI e V secolo a.C., ossia prima della fondazione della colonia di Ankón (attuale Ancona) da parte dei greci siracusani.

Numana passò sotto il controllo romano in un anno imprecisato, ma comunque dopo la battaglia di Sentino (oggi Sassoferrato) nel 295 a.C..

Durante il regno di Augusto la cittadina era compresa all’interno della Regio V Picenum (citata fra l’altro da Plinio il Giovane), a cui apparteneva l’attuale costa meridionale marchigiana e la parte settentrionale della provincia di Teramo. Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente Numana divenne un possedimento dei Longobardi, i quali occuparono anche alcune città costiere marchigiane e romagnole più note come pentapoli; tali località, funestate dalle guerre e distrutte dai terremoti vennero infine restituite al Papa dal re franco Carlo Magno, che ivi lasciò il Crocifisso Miracoloso, simulacro proveniente dalla Terra Santa.

Passata sotto il controllo pontificio, la città venne designata come diocesi e centro culturale del Medioevo, durante il quale diventò uno dei Castelli di Ancona. Dimenticata nei secoli successivi, la cittadina venne annessa al Regno d’Italia nel 1860, a seguito della battaglia di Castelfidardo, che aveva inoltre stabilito il passaggio dell’Umbria e delle Marche sotto il controllo del neo-stato guidato dai Savoia. Residenza estiva di nobili famiglie romane sin dalla fine dell’Ottocento, Numana fu, insieme ad Ancona, sede della diocesi di Ancona e Numana, diventata successivamente arcidiocesi di Ancona-Osimo. Unita a Sirolo, divenne comune autonomo nel 1928; a partire dagli anni settanta grazie alla costruzione del porto turistico, Numana è una località turistica affermata, insignita dal 2000 con la Bandiera Blu della FEE.

Porto Numana anni 70

MONUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE

Antiquarium statale

A Numana ha sede un noto Antiquarium statale, dove sono esposti i corredi delle tombe picene e romane. Notevole è il corredo della tomba della cosiddetta “regina picena”, trovato nei pressi di Sirolo.

Antiquarium Statale di Numana

Santuario del Crocifisso

Ricostruito nel 1968 dopo la demolizione dell’edificio cinquecentesco precedente, attribuito a Pellegrino Tibaldi, salvando del vecchio tempio solo parte degli affreschi della volta, opera del pittore Andrea Lilli).

Custodisce un antico e notissimo Crocifisso in legno, che la tradizione religiosa ritiene miracoloso. Molto probabilmente esso è stato trasportato in Europa dall’imperatore franco Carlo Magno come dono per papa Leone III; tuttavia, a causa di una tempesta, l’imperatore fu costretto a sostare nella cittadina dove abbandonò il simulacro (ritrovato in mare solo dopo un maremoto che fece franare parte della falesia su cui si estende il borgo antico). Al contrario della seicentesca chiesa di San Giovanni Battista, la moderna parrocchia ha una base ottagonale con un campanile a punta, mentre l’ingresso principale è situato dinnanzi al Palazzo dei Vescovi, sede del comune di Numana. Nel 1500, a causa della decadenza di Numana, e per la floridezza del vicino castello di Sirolo dove i pellegrini che andavano ad onorare il sacro legno trovavano ospitalità, il Crocifisso fu chiamato erroneamente “di Sirolo”. Da qui il detto popolare, una volta molto comune nelle Marche: “Chi va a Loreto e non va a Sirolo / vede la Madre e non il Figliuolo” (A Loreto, a pochi chilometri da Numana, si trova la Casa di Maria a Nazaret, secondo la leggenda trasportata in volo dagli Angeli dalla Palestina ad un colle antistante il Mare Adriatico, dove poi sorse il grande Santuario in cui la Santa Casa è venerata, e, attorno ad esso, la cittadina di Loreto).

Chiesa del SS Crocifisso

Palazzo dei Vescovi

Sito nella piazza del paese, di fronte al Santuario del Crocifisso, l’edificio appartenne a nobili famiglie romane e fu poi acquistato dai vescovi di Ancona come residenza estiva. Oggi è la sede del comune e ospita eventi e mostre temporanee.

Palazzo Vescovile di Numana

Arco di torre e acquedotto

Entrambi testimonianze della dominazione romana, sono situati a poca distanza l’uno dall’altro. L’acquedotto era sotterraneo e venne abbellito nella parte terminale presso la piazza da una fontana ornata di stemmi di epoca posteriore, che ha fornito acqua alla cittadina fino a qualche decennio fa. L’arco è nella piazza del Belvedere, sulla cima del promontorio che domina il porto ed è ciò che rimane del campanile di una chiesa scomparsa o di una torre di avvistamento, in seguito al terremoto del 1930. Era usato in origine come avamposto per prevenire gli attacchi dei pirati dal mare Adriatico.

Arco di torre e acquedotto

La Costarella

La Costarella è una delle vie più tipiche di Numana. Attualmente ricoperta di scalini, era fino ai primi anni del secolo scorso, una salita senza pavimentazione. Sino a poco tempo fa le abitazioni erano prevalentemente dei pescatori che quotidianamente percorrevano questa via per recarsi al porto. Le case costruite nella tipica pietra del Conero ci riportano a un tempo in cui quella estrattiva era una delle principali attività del Conero.

La Costarella

Porto Piceno

Antico porto piceno rifondato dai siracusani, dal V sec. a. C. Numana è inclusa nelle rotte ateniesi: diviene così famoso emporio e centro di smistamento delle merci greche verso l’interno e il medio adriatico. Colonia e poi municipium romano, nel medioevo decade progressivamente in seguito a terremoti e saccheggi. Nel 1532 è sotto il Governo dei Vescovi di Ancona. Negli ultimi anni, da umile villaggio di pescatori si è trasformata in una modernissima città turistica, pur mantenendo un buon equilibrio con il centro storico. Il porticciolo turistico è oggi attrezzato per la fonda ed il rimessaggio di numerose imbarcazioni da diporto. Testimonianze della civiltà picena sono conservate nel Museo Archeologico di Ancona e nell’Antiquarium di Numana, al momento aperto solo in parte. Idee simbolo della città sono la Torre, arco dalle origini ancora sconosciute, e la Costarella, vicolo popolare e caratteristico che d’estate si traforma in un palcoscenico naturale per mostre pittoriche. Notevole è anche il Crocifisso ligneo romanico conservati nell’omonimo santuario.

Spiaggia di Numana

Ancona

Al Teatro Cortesi di Sirolo la rivalità tra Mozart e Salieri va in scena con “Amadeus”

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amadeus di corrado d'elia al teatro cortesi di sirolo

Lo spettacolo “Amadeus”, scritta da Corrado d’Elia, non vuol essere solo un omaggio alla grande musica e al genio di Mozart, ma anche una riflessione sull’impossibilità di comprendere e spesso misurarci con chi è tanto diverso da noi.

ANCONA – Andrà in scena domani, giovedì 25 luglio, al Teatro Cortesi di Sirolo, lo spettacolo “Amadeus” scritto e interpretato da Corrado d’Elia. Presentato dal Centro Studi Franco Enriquez, lo spettacolo rivivrà la storica rivalità tra Antonio Salieri e Mozart.

Le accuse di plagio e di morte per mano sua del musicista viennese sono riproposte nel dramma del 1979 e poi dal regista Miloš Forman nel film omonimo del 1984. La riscrittura scenica di d’Elia è sia un omaggio alla grande musica e al genio di Mozart, sia una riflessione sull’impossibilità di comprendere chi è diverso da noi, ossia il genio che ci sorprende e ci confonde.

amadeus di corrado d'elia al teatro cortesi di sirolo 2

Dopo aver raccontato Beethoven, Van Gogh e Steve Jobs, l’attore milanese arriva ora ad approfondire la straordinaria figura di Mozart. Ciascuno di noi è alla ricerca della bellezza, ma il nostro rapporto con la genialità è conflittuale, foriero spesso più di umane invidie e gelosie e dunque non di un reale e profondo appagamento e di autentico piacere interiore.  Per questo, nel racconto appassionato di d’Elia, pur mostrando il lato struggente e umano di Mozart, si prova empatia per il semplice compositore di corte Antonio Salieri, suo avversario e poi assassino. Il quale è costretto per contrappasso a stare per tutta l’eternità in una stanza anecoica dove è impossibile udire alcun suono.  

Mozart possedeva una sensibilità innata e una capacità di comprendere l’essenza della musica in modo intuitivo. La sua creatività era un riflesso della sua profonda connessione con il linguaggio universale delle note. Non aveva bisogno di regole o formule complesse per comporre. La sua musica semplicemente fluiva attraverso di lui come se il suo spirito fosse in perfetta armonia con l’universo. Ecco dunque che lo spettacolo, attraverso il racconto di Salieri prova ad indagare e spiegare quell’enigma affascinante che è il “mondo di Mozart”, le molteplici sfaccettature della sua esistenza, le sue esperienze di bambino prodigio, le sue composizioni più intime e celebri, quel talento straordinario che ancora oggi sfida le convenzioni e incanta il mondo intero. Un nuovo “album” di Corrado d’Elia, sentito e profondo, uno spettacolo che, attraverso la musica, celebra il bisogno per ogni uomo dell’arte, in un rapporto quotidiano di necessità. 

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Dal 15 luglio al 30 agosto Premio Franco Enriquez – citta di Sirolo 2024

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presentazione premio franco enriquez 2024

Nel cartellone un repertorio di spettacoli classici che intendono ricordare il valore della poesia nel teatro.

ANCONA – Si è tenuta ieri, mercoledì 10 giugno, al Teatro Cortesi di Sirolo la presentazione della XX edizione del Premio Franco Enriquez – città di Sirolo 2024 che si svolgerà dal 15 luglio al 30 agosto. Nel cartellone un repertorio di spettacoli classici che intendono ricordare il valore della poesia nel teatro. Così la frase guida è stata estrapolata dall’Otello di W. Shakespeare: «È naturale quella morte che uccide perché ama».  

«Quest’anno un programma ricco che oramai da anni mantiene una costante che è quella di una comunicazione culturale a trecentosessanta gradi, ragion per cui ci è sembrato logico attribuire a questi eventi la denominazione di Festival. Un evento – dice il direttore artistico Paolo Larici – che raccoglie al suo interno tante facce di una stessa medaglia, tanti modi di comunicare cultura, dall’Archivio Enriquezlab dedicato alla memoria dell’opera di Franco Enriquez e di tutto il teatro Italiano, alle mostre d’arte, alle mostre o installazioni tematiche relative al teatro, o a personaggi di cui ricorre un anniversario, incontri letterari con presentazione di libri, incontri dedicati alla poesia, incontri con artisti e registi, spettacoli teatrali e musicali che avranno come tema la riscoperta e la rivisitazione dei grandi classici e che abbiamo pensato di chiamare “Classici Contemporanei”. Il motto di quest’anno: “È innaturale quella morte che uccide perché ama” dal quinto atto dell’Otello di William  Shakespeare, le parole di Desdemona sembrano cancellare i secoli e testimoniare una tremenda verità legata ai nostri giorni, in questo dramma dell’amore riviviamo il dramma quotidiano della violenza di genere, il fazzoletto di Desdemona, pegno d’amore perduto e incantamento come l’amore stesso, in virtù di un inganno ordito a loro insaputa di cui gli amanti diventano vittime e carnefici allo stesso tempo».

Il festival ospita una mostra dal titolo “Vestire il teatro” – omaggio alla costumista teatrale Elena Mannina allestita presso il Centro Studio Franco Enriquez di San Lorenzo e al Teatro Cortesi. Inoltre, tutti i documenti e gli oggetti in mostra sono stati restaurati dall’Archivio dall’Orto-Mannini e donati al Centro Studi Franco Enriquez. La curatela della mostra è di Paolo Larici, invece il montaggio e l’allestimento sono di Paolo Larici e Francesco Perozzi

«Il teatro – ha sottolineato il consigliere regionale Mirko Bilo’ – è un luogo importante di riscoperta della cultura italiana e internazionale che deve essere sostenuta dalle istituzioni. E il premio consente di riscoprire la figura di Franco Enriquez che fu un battitore libero e capace di spaziare tra i classici e i contemporanei». Anche il sindaco di Sirolo Filippo Moschella ha voluto evidenziare gli intenti della rassegna di proporre opere classiche con un linguaggio moderno.  

Anche la poetessa Nanda Anibaldi, a margine della conferenza stampa, ha commentato: «La poesia, traghettata dalla parola, veicolo del cuore e consapevolezza della mente, si fa teatro nella sinergia della voce e del gesto». Mentre lo scultore Massimo Ippoliti è intervenuto sul significato del teatro: «Dalla maschera greca all’imponente scenografia scultorea, il teatro prende forte e traspone la bellezza ancor più forte della realtà»; infine il fotografo Fabrizio Carotti: «A me interessa la fotografia come Epifania continua della realtà. La fotografia del teatro invece è assestante, rappresenta un mondo illusorio. L’immagine scattata ha un significato diverso, poiché è estranea alle dinamiche teatrali della messa in scena; l’uomo moderno è alla ricerca di certezze e la fotografia “teatrale” è in grado di fornire una rappresentazione del mondo rassicurante. Il teatro nella sua fisicità ispira il fotografo che però della vita restituisce una copia della copia della copia. Oggi, tuttavia, il teatro trova una via di riscoperta tra le giovani generazioni attraverso il mondo della scuola e la lettura delle classi. Su questo tema è intervenuta Ilaria Belletti dell’associazione no-profit “Common Bubble: «Letteratura e teatro non sono solo forme d’arte, ma anche un potente mezzo di educazione, consapevolezza sociale e attivismo. Promuovere la cultura tra i giovani e nelle comunità può portare a un cambiamento positivo, offrendo uno spazio sicuro per esprimere idee, esplorare identità e costruire relazioni significative».

Durante la presentazione sono stati annunciati i personaggi ed artisti ai quali il premio Franco Enriquez – città di Sirolo 2024 verrà assegnato: Geppy Gleijeses, Manuela Kustermann, Brunello Cucinelli, Luca Micheletti, Micol Pambieri, Chiara Salvucci, Teatro Basilica di Roma, Pino Strabioli, Fabio Masi, Luciano Violante, Viola Graziosi, Alberto Oliva, Federico Grassi, Giuseppe Dipasquale, «Hystrio», Giovanni Nuti, Grazia Di Michele, Vinicio Argirò, Giuseppe Argirò, Paola Fresa, Giuseppe Marini, Alberto Onofrietti, Francesco Giuffrè, Carlotta Proietti, Silvia Siravo, Federica Luna Vincenti, Archivio «Franco Basaglia».    

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Controlli da parte di GdF e GC di Ancona: sequestrati 7 quintali di vongole

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7 quintali di vongole sequestrati ad ancona da guardia di finanza e guardia costiera

Operazione congiunta di Guardia di Finanza e Guardia Costiera di Ancona. Il prodotto ittico, pescato illecitamente, è stato ributtato in mare.

ANCONA – Nuovo ingente sequestro al termine di un’operazione congiunta del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza ed il personale della Guardia Costiera: dopo gli oltre 4000 ricci di mare scoperti la scorsa settimana, sono stati sequestrati 700 chili di molluschi bivalve, vongole, irregolarmente pescati lungo il litorale dorico, tra Parco del Cardeto e il Passeto.

Sono stati i finanzieri, durante un pattugliamento anti bracconaggio via mare e a terra, ad individuare un natante con un uomo intento a pescare a bordo. La motovedetta delle fiamme gialle ha tenuto d’occhio il natante e quando questi si è mosso per far ritorno a terra, hanno allertato la Guardia Costiera.

La barca è stata dunque intercettata e sottoposta ad un controllo approfondito. Sono così stati scoperti i 7 quintali di vongole illecitamente pescati al largo di Ancona, già suddivisi in 70 sacchi da 10 chili cadauno, che sono stati sequestrati e ributtati in mare.

Al pescatore, risultato inoltre sprovvisto di licenza di pesca, sono state contestate diverse violazioni, tra cui detenzione abusiva di prodotto ittico, esercizio della pesca di vongole in tempo non consentito con attrezzature vietate ed il superamento del quantitativo consentito. Ha ricevuto sanzioni per oltre 21 mila euro e gli sono inoltre state sequestrate le attrezzature da pesca.

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