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Abruzzo

Passeggiando per l’Abruzzo: Sulmona, un paese bomboniera

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SULMONA – Sulmona è un comune italiano di 24mila abitanti della provincia dell’Aquila in Abruzzo. È il terzo comune più popoloso della provincia (alle spalle dell’Aquila ed Avezzano) e l’undicesimo della regione. Situata nel cuore dell’Abruzzo, a ridosso del Parco nazionale della Majella, Sulmona è nota nel mondo per la secolare tradizione nella produzione dei confetti. Inoltre è sede vescovile dell’omonima diocesi Sulmona-Valva.

Sulmona sorge al centro della Valle Peligna, tra i torrenti Vella e Gizio, ad ovest delle montagne della Majella e del Morrone, che sovrastano la città.

Il territorio della Valle Peligna, il cui nome deriva dal greco peline = “fangoso, limaccioso”, in età preistorica era occupato da un vastissimo lago. In seguito a disastrosi terremoti la barriera di roccia che ostruiva il passaggio verso il mare dell’acqua crollò; in compenso il terreno rimase fertile.

Urbino e Sulmona Stampe Antiche Carte Geografiche

STORIA

Gli antichi scrittori, tra i quali Ovidio e Silio Italico, concordano sulla remota orgine di Sulmona, ricollegabile alla distruzione di Troia. Il nome della nostra città, infatti, deriverebbe da Solimo, uno dei compagni di Enea.

Le prime notizie storiche, però, ci giungono da Tito Livio che cita l’oppidum italico e narra come la città, nonostante le battaglie perse del Trasimeno e di Canne, rimase fedele a Roma chiudendo le proprie porte ad Annibale.

Sulle alture del Monte Mitra si hanno testimonianze archeologiche dell’oppidum, uno degli insediamenti fortificati più grandi dell’Italia Centrale. Si tratta di una zona, posta più in alto della sede attuale della città, che assunse la sua posizione tra i due fiumi Gizio e Vella solo nel periodo romano. La valle Peligna, sede della vera e propria urbs deriva il suo nome dal greco “peline”= fangoso, limaccioso. Infatti, in età preistorica, la conca di Sulmona era occupata da un vastissimo lago; in seguito a disastrosi terremoti la barriera di roccia che ostruiva il passaggio verso il mare dell’acqua crollò: in compenso il terreno rimase fangoso e fertile.

Durante l’epoca romana, Sulmona fu la sede di uno dei tre municipi peligni assieme a Corfinium e Superaequum. Nell’ 81 a.C. si ha il secondo avvenimento narrato dagli storici, ossia la distruzione della città da parte di Silla, a seguito della ribellione per ottenere l’integrale applicazione della “Lex Cornelia de Suffragiis”. Dopo 32 anni, però si ebbe la rinascita, con la costituzione di una guarnigione pompeiana, che dovette arrendersi, per l’ennesima rivolta dei sulmonesi, a Marcantonio, inviato da Cesare.

Ma la data storica per Sulmona è il 43 a.C., anno di nascita dell’illustre poeta latino Publio Ovidio Nasone, il cantore dell’amore e delle Metamorfosi, poi esiliato a Tomi, in Romania dall’imperatore Augusto. Dalle iniziali del celebre emistichio “Sulmo Mihi Patria Est” la città ha preso le iniziali del suo stemma “S.M.P.E.”.

Le tracce della Sulmona romana sono riemerse dagli scavi nel Tempio di Ercole Curino, posto ai piedi del monte Morrone in cui, secondo un’antica leggenda, vi sarebbero i resti della villa di Ovidio. Le ricerche hanno portato alla luce una copia in bronzo rappresentante l’ “Ercole in riposo”, oggi custodito nel Museo Archeologico di Chieti. Si tratta di un bronzetto, dono di un mercante, databile intorno al III secolo a.C., rappresentante l’eroe appoggiato col braccio sinistro sulla clava da cui pende una pelle di leone: viene considerato uno dei capolavori della piccola plastica antica. Oltre all’Ercole, sono stati ritrovati materiali architettonici e immagini votive. Infine su una colonna sono stati individuati due eleganti versi firmati “OVIDIUS” che si suppone siano stati vergati sul marmo dal nostro poeta.

P.za Ovidio, Sulmona

Il medio evo

La tradizione fissa al III secolo l’avvento del Cristianesimo, come attesta un’iscrizione funeraria dedicata al neofita Peticius Habentius . Inizialmente il territorio peligno era costituito da un’unica grande diocesi, quella di Valva, a cui si è aggiunta quella di Sulmona per controversie nate con il Capitolo di Corfinio. Tuttavia la prima notizia di un vescovo sulmonese risale al V secolo quando Palladio partecipò al primo sinodo romano indetto da papa Simmaco.
Il periodo più fecondo della nostra città si ebbe, però, sotto la dinastia degli Svevi , che agirono a sostegno di Sulmona e che costrinsero il Vescovo a porre la sua sede entro le mura della città.
Durante il regno di Federico II si ebbe la costruzione di eccezionali opere civili, come l’ Acquedotto Medioevale , uno dei monumenti dell’epoca più importanti delle nostre zone. Dal punto di vista politico, Sulmona divenne Comune e unita alla Marsica in un’unica grande provincia dai Normanni. Federico II, grazie agli statuti di Melfi, promosse la città a capitale e sede della Curia di una delle grandi Province in cui divise la parte continentale del Regno.
Si trattava dell’unione della provincia peligna-marsicana, l’ Aprutium , con la Diocesi di Forcona , la futura Aquila. Questo nuovo territorio, o regione, ebbe un suo toponimo preciso, quello di Abruzzo , derivato da una locuzione estensiva dei territori, ossia perché si trovavano “in partibus Aprutii” o “usque ad Aprutii fines”, secondo la formula di investitura di Guglielmo I. Da allora solo il territorio abruzzese, a differenza delle altre regioni create da Federico II, non subirà nel corso dei secoli grandi cambiamenti territoriali.
Infine Sulmona fu sede del Giustizierato e di uno Studio di Diritto Canonico equivalente a quello di Napoli. Importantissima, inoltre, la disposizione per cui delle sette fiere annuali che si tenevano in sette città del Regno, la prima si svolgesse a Sulmona (” primae nundinae erunt apud Sulmonam “) dal 23 Aprile all’8 Maggio. Insomma fu un periodo d’oro per la nostra città ma era destinato a non durare.

Alla fine del 1200, infine, Sulmona visse da vicino la vicenda dell’unico Papa dimissionario, fra’ Pietro da Morrone , meglio conosciuto come Celestino V . Oltre alla vicenda più nota bisogna ricordare l’istituzione a Sulmona della congregazione monastica degli eremiti di San Damiano, poi detti Celestiniani. Sede degli eremiti è l’ Abbazzia Morronese , mentre la cella di Celestino è ancora visitabile nel vicino Santuario di Sant’Onofrio.

Sulmona, acquedotto medievale

Rinascimento

La caduta degli Svevi portò all’avvento degli Angioini, che osteggiarono fieramente la città, non perdonandole la fedeltà a Federico II e il successivo appoggio al giovane Corradino di Svevia. Così Sulmona venne privata del giustizierato e poi della facoltà di diritto canonico. Nonostante tutto nel XIV secolo la città triplicò la sua superficie e si cinse di una seconda cerchia di mura e di ben sei porte. Sempre in questo secolo si costruì il palazzo dell’Annunziata, dapprima asilo per orfani, poi ospedale e oggi uno dei simboli della città.

Nel 1610, dopo che per tutto il secolo XVI era stata tenuta (1526-1600) dalla famiglia De Lannoy, venuta al seguito di Carlo V che la diede loro col titolo di principato, la Città fu nuovamente infeudata con titolo principesco a Marcantonio II Borghese nipote del Papa Paolo V dal re di Spagna Filippo III. Nel 1656 fu dismessa la Giostra Cavalleresca che si teneva due volte l’anno, per mancanza e disapplicazione dei cavalieri, oltre che per la terribile peste: la manifestazione è rinata nel 1995.

Ma il Seicento fu anche il secolo in cui le chiese sulmonesi vennero dotate degli organi di tipo italiano opera di organari locali, tra i quali Marino e Vincenzo da Sulmona, che realizzarono in San Pietro a Roma l’organo della cappella gregoriana. Il 3 novembre 1706, tre anni dopo quello dell’Aquila si verificò un disastroso terremoto che distrusse l’intera città e che risvegliò la cittadinanza. Erano le 13:00 circa. I morti furono oltre mille (oltre 1/4 della popolazione).

Molti i danni: fu semidiroccata la cattedrale (con rovina degli affreschi, crollo delle volte e della copertura, danneggiamento della facciata e dell’abside); rimasero rovinate tutte le chiese antiche, alcune delle quali non più ricostruite, rovinate le porte urbiche, caduti a terra tratti di mura, crollate alcune arcate dell’acquedotto medioevale. Poco rimase dei palazzi e chiese che Sulmona vantava.

XIX secolo

L’Ottocento segnò un nuovo periodo di rinascita, in cui il nodo ferroviario sulmonese, grazie alla sua strategica posizione, ebbe notevole sviluppo e con esso si ebbe una eguale crescita economica e demografica. Nel 1889 nacque un’altra grande personalità della città, Giuseppe Capograssi, insigne studioso di filosofia del diritto.

XX secolo

Il Novecento è stato caratterizzato da periodi di alterna fortuna, tra i quali vale la pena ricordare la costruzione nel 1933 del teatro comunale, la ricostruzione dello storico cinema Pacifico e i vari passaggi del giro d’Italia.

Durante la seconda guerra mondiale Sulmona subì gravissimi danni e, vista la sua posizione a ridosso della Linea Gustav, vide lo spopolamento di tutta la zona sud (dalla Majella occidentale alla zona dell’alto Sangro). La città venne bombardata il 27 agosto 1943 in quanto nodo viario e ferroviario strategico. La stazione ferroviaria fu colpita poco prima di mezzogiorno dagli angloamericani con 69 aerei B17 , le famose “fortezze volanti” e da altrettanti Liberator. Si conteranno un centinaio di morti (uomini, donne, bambini) e un migliaio di feriti. L’altro obiettivo era lo stabilimento industriale “Dinamitificio Nobel” che produceva materiali esplodenti e impiegava tremila lavoratori. Nonostante tutte le avversità si colgono i primi segni di rinascita a partire dalla visita del primo presidente della Repubblica Enrico de Nicola nel novembre del 1946. Inoltre venne ricostituito l’Archivio di Stato, sottratto dal regime fascista per vendicarsi di una rivolta popolare del 1929.

Il comune di Sulmona è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione in quanto insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Nel corso della seconda metà del Novecento è stata avanzata la proposta di fare di Sulmona il capoluogo di una nuova provincia, ma il progetto non arrivò a buon fine. La città, inoltre, venne spogliata di istituzioni che contribuivano alla propria ricchezza, come il Distretto Militare. Ne nacquero dei moti di protesta, ricordati come i moti di Jamm’ mò, culminati con le giornate del 2 e 3 febbraio 1957.

MONUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE

Cattedrale di San Panfilo:
Chiesa cattedrale della città di Sulmona e della Diocesi di Sulmona-Valva, la cui costruzione risale all’anno 1075. Si presenta oggi come il risultato di una serie di stratificazioni architettoniche sovrappostesi nei secoli a partire dall’originaria edificazione (secondo la tradizione) su un tempio di età romana. In origine dedicata a Santa Maria, subì una serie di trasformazioni già nel XII secolo e in tale epoca fu dedicata al santo patrono di Sulmona, San Panfilo appunto. Colpita e gravemente danneggiata in seguito al terremoto del 1706, fu ricostruita con forme barocche, in parte ancor oggi visibili, nonostante i recenti restauri. Ha il rango di basilica minore. Di originale resta la facciata dal punto di vista esterno, in stile gotico, incentrata sul portale di Nicola Salvitti, con lunetta affrescata trecentesca, incorniciato in un arco a tutto sesto, affiancato da colonne con guglie che contengono le statue di San Panfilo e San Pelino. L’interno barocco a tre navate possiede all’ingresso due sarcofagi, uno dei quali del vescovo Bartolomeo de Petrinis. L’altare è rialzato con una rampa di scale, che portano da un lato verso la sacrestia, dall’altro conducono alla cripta gotica con il sarcofago del vescovo.

Cattedrale di San Panfilo

  • Complesso della Santissima Annunziata:

Fu costruita nel 1320 come ospedale, ospitato nel Palazzo Annunziata. La chiesa fu ricostruita nel XV secolo, con il portale rinascimentale del 1415. Anche sul fronte monumentale del palazzo vi sono elementi quattrocenteschi legati all’arte tardo gotica. Sulla parte retrostante della chiesa sorge il poderoso campanile a torre con arcate a bifore. L’interno della chiesa è barocco a tre navate, quattro campate con cupole. Vi sono conservate tele di Alessandro Salini. Il palazzo ospita il Museo Civico. La facciata del post terremoto 1706 risale al maestro Norberto Cicco da Pescocostanzo. L’interno è stuccato con affreschi barocchi di Giambattista Gamba e Alessandro Salini. L’abside ha opere di Giuseppe Simonelli. L’altare policromo della Santissima Annunziata è di Giacomo Spagna (1620). Ciò che colpisce della chiesa è l’adiacente Palazzo Annunziata, con monumentale facciata gotica, e portale ogivale del 1415, con la statua di San Michele Arcangelo. Lo stemma cittadino sulla finestra è di Antonuccio di Rainaldo. Altro elemento importante è la finestra trifora gotica, tempestata di figure clericali in rilievo e appunto due figure angeliche che reggono lo stemma cittadino.

Complesso della Santissima Annunziata

  • Chiesa di San Francesco della Scarpa:

La chiesa è del XIII secolo, tuttavia la parte antica del portale è stata distrutta nel terremoto del 1706. La chiesa attuale è tardo barocca con due portali. Il portale della facciata è a sesto acuto, mentre il portale posteriore che si affaccia in piazza Garibaldi è a tutto sesto con strombature e lunetta affrescata.

Chiesa di San Francesco della Scarpa

  • Chiesa di Santa Maria della Tomba:

La chiesa fu costruita nel XIII secolo ed ha conservato l’aspetto medievale. La facciata ha un bel rosone a raggi e portale gotico. L’interno a tre navate ha arcate a sesto acuto.

Chiesa di Santa Maria della Tomba

  • Badia Morronese:

Si tratta di una Abbazia voluta da Pietro da Morrone, costruita nel XIII secolo. Edificio rettangolare con muraglia di difesa a torri angolari. La facciata della chiesa è del XVIII secolo con un orologio in sommità. L’interno è a croce greca con un nel coro e la cappella della famiglia Caldora. Vi è anche un sarcofago di Gualtiero d’Alemagna (1412).

Badia Morronese

  • Eremo di Sant’Onofrio al Morrone:

Si trova sopra il tempio romano di Ercole. Fu fondato da Pietro da Morrone nel XIII secolo e trasformato in convento nel secolo successivo. Ha pianta rettangolare di chiesa fortificata con la cella interna a grotta, e affreschi del XV secolo.

Eremo di Sant’Onofrio al Morrone

Architetture civili

  • Palazzo Annunziata, è sede dei Musei Civici ed è uno dei simboli del gotico sulmonese, con monumentale facciata gotica, e portale ogivale del 1415, con la statua di San Michele Arcangelo. Lo stemma cittadino sulla finestra è di Antonuccio di Rainaldo. Altro elemento importante è la finestra trifora gotica, tempestata di figure clericali in rilievo e appunto due figure angeliche che reggono lo stemma cittadino.

Palazzo Annunziata

  • Palazzo Sardi, del XVII secolo, su ricostruzione post sisma del 1706. Ha struttura rettangolare pendente, a causa del dislivello del terreno, a tre piani. Il portale è in bugnato del ‘500.

Palazzo Sardi

  • Fontana del Vecchio, è situata in corso Ovidio, ed è il capo del troncone superstite dell’acquedotto. Realizzata in stile rinascimentale nel XV secolo, è decorata in cima da due putti che sorreggono lo stemma sulmonese, mentre un mascherone centrale di un fauno (il vecchio), ha la cannella principale alla bocca.

Fontana del Vecchio

  • Fabbrica di confetti Pelino, del XIX secolo. Palazzo in stile umbertino, con successivi corpi di fabbrica aggregati per i laboratori della lavorazione dei dolciumi. Il palazzo principale è la sede del museo.

Fabbrica di confetti Pelino

Acquedotto Svevo

Secondo alcune fonti all’epoca romana era già presente un acquedotto. L’Acquedotto Svevo fu costruito nel XIII secolo da Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, per creare un canale nel centro cittadino per il trasporto acquifero dalla montagna di Pacentro fino alla piana di Pratola Peligna. Fu ridimensionato nel XVII secolo e tagliato nel 1706 con il grave terremoto. Oggi scorre in piazza Garibaldi. Ha arcate a tutto sesto in bianca pietra della Maiella. Il traffico vi scorre a passaggio limitato alfine di non danneggiare la struttura. Su un lato è posta una lapide commemorativa per un incidente automobilistico del 3 giugno 1979, quando dei giovani tifosi in trasferta a Cassino, morirono picchiando la testa che sporgeva dai finestrini del bus.

Acquedotto Svevo

EVENTI

Festa dei fuochi

Ogni anno tra marzo e aprile i vari sestieri della città accendono enormi cataste di legna in Piazza Garibaldi, dando vita a uno spettacolo suggestivo, contornato da canti e balli tipici. Nelle edizioni recenti vi sono anche alcuni stands con i prodotti tipici del luogo.

Festa dei fuochi

Settimana santa

I riti della Settimana santa sulmonese sono i più suggestivi d’Abruzzo, conosciuti sia in Italia che all’estero. La loro origine risale documentariamente al Medioevo (anche se, nella loro forma attuale, sono solo del XVII o XVIII secolo) e sono organizzate dalle più importanti confraternite cittadine: l’Arciconfraternita della Trinità (con sede nell’omonima chiesa lungo Corso Ovidio) e la Confraternita di Santa Maria di Loreto (con sede nella chiesa di Santa Maria della Tomba). I membri dei due sodalizi sono detti rispettivamente Trinitari e Lauretani; a Sulmona sono chiamati popolarmente anche rossi (i Trinitari, per la loro tunica rossa) e verdi (i Lauretani, per il colore della loro mozzetta).

settimana santa

Giostra Cavalleresca di Sulmona

La giostra cavalleresca di Sulmona era una manifestazione rinascimentale della città di Sulmona, che si teneva due volte l’anno (in aprile e a ferragosto) e consisteva in tre assalti alla lancia, portati contro un bersaglio umano (il cosiddetto “mantenitore”) da un cavaliere munito di una lancia con vernice bianca sulla punta.

Il punteggio era assegnato da un “mastrogiurato” (il cui giudizio era insindacabile) che dichiarava il vincitore in base alla parte del corpo colpita ed all’eventuale perdita di sangue (più copiosa era la fuoriuscita di liquido ematico più alto era il punteggio).

La manifestazione è stata rievocata a partire dal luglio del 1995 e vede la partecipazione dei quattro sestieri e dei tre borghi in cui è stato diviso il territorio cittadino, che si affrontano nella piazza Maggiore (piazza Garibaldi).

Si svolge in due giornate, l’ultimo sabato e l’ultima domenica di luglio. I cavalli corrono percorrendo un ovale completo e quindi un otto, in circa 30 secondi e i cavalieri devono colpire degli anelli. Il punteggio di ogni singola sfida viene determinato dal numero di “botte” agli anelli (massimo 3 per ogni cavaliere); in caso di parità si tiene conto del valore dei singoli anelli, di diverso diametro (quello da 10 cm di diametro vale 1 punto, da 8 cm 2 punti e da 6 cm 3 punti); in caso di ulteriore parità si tiene conto della velocità. Alla gara seguono un corteo storico, la sfida dei capitani, e cene all’aperto nei borghi e nei sestieri.

La Giostra Cavalleresca di Sulmona

Teramo

Convocato per il 30 luglio il Consiglio Comunale a Martinsicuro

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Lo ha comunicato il presidente Umberto Tassoni. Seconda convocazione per il giorno successivo.

TERAMO – Si riunirà il prossimo 30 luglio alle 13:15 in prima convocazione ed il giorno successivo alla stessa ora in seconda convocazione, il Consiglio Comunale di Martinsicuro, come reso noto dal presidente Umberto Tassoni.

Due gli appuntamenti all’ordine del giorno:

  • Riconoscimento debito fuori bilancio ai sensi dell’art. 194, comma 1 lett. a.d. lgs. n. 267/200 – sentenza Tribunale di Teramo n. 1253/2023
  • Assestamento generale di Bilancio 2024/2026 e verifica degli equilibri ai sensi degli artt. 175, comma 8 e193 del d. lgs. n. 267/2000

La seduta del Consiglio Comunale può essere seguita in diretta sulla pagina Facebook del Comune.

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Abruzzo

In arrivo il primo weekend da bollino rosso: Anas sospende 900 cantieri

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Per far fronte al primo grande esodo estivo, Anas ha comunicato che circa il 70% dei cantieri presenti sulle strade e sulle autostrade è stato sospeso. Alcuni però restano inamovibili.

TERAMO – Dal 27 luglio al 3 settembre verranno sospesi 906 cantieri presenti sulle strade e sulle autostrade del Paese, pari al 70% di quelli attualmente attivi. Lo ha comunicato Anas, spiegando di aver preso questa decisione per agevolare il traffico durante il periodo dell’esodo estivo.

«In vista dell’esodo estivo – ha spiegato l’Amministratore Delegato Aldo Isi – abbiamo potenziato i presìdi su tutto il territorio nazionale e limitato la presenza dei cantieri con l’obiettivo di rendere più agevole e sicuro per tutti gli utenti il viaggio lungo gli itinerari di breve, media e lunga percorrenza della nostra rete».

Non tutti i cantieri presenti sulle autostrade però potranno essere sospesi e per conoscere quali sono quelli inamovibili Anas invita i viaggiatori a consultare prima di partire la pagina Esodo Estivo.

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Pescara

L’omicidio di Thomas era premeditato, il movente un debito da 70 euro

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Il ragazzo sedicenne ucciso a Pescara sarebbe caduto in un agguato: il branco lo stava cercando per un debito da 70 euro legato allo spaccio di hashish. E’ quanto emerso dalle analisi dei cellulari dei presunti killer e e dei loro complici.

PESCARA – L’omicidio di Thomas Luciani, il sedicenne brutalmente ucciso in un parco nel centro di Pescara lo scorso 23 giugno, sarebbe stato premeditato. Il ragazzo non avrebbe incontrato casualmente i suoi assassini, ma questi sarebbero stati sulle sue tracce , in una sorta di caccia all’uomo. A tradirlo, un selfie nei pressi della stazione, che ha fornito indizi sulla sua posizione a chi lo stava cercando. Il motivo, un debito da 70 euro.

Per l’omicidio di Thomas sono stati fermati due ragazzi, coetanei della vittima. Insieme a loro, erano presenti altri quattro ragazzi. Dopo averlo accoltellato a morte, lo hanno lasciato agonizzante, tra le sterpaglie, non lontano dalla stazione centrale di Pescara. Poi sono andati al mare.

Thomas, originario di Rosciano, ma ospite di una comunità molisana, avrebbe utilizzato i 70 euro che il branco gli aveva affidato per acquistare hashish, per divertirsi con gli amici a Pescara nel fine settimana. Il sabato il presunto omicida ha provato più volte a mettersi in contatto con lui, ma aveva il telefono spento, anche per non dover rispondere alla comunità. La domenica il ragazzo viene immortalato in un selfie caricato sui social da un amico, nei pressi della stazione. Il branco esce a cercarlo. Uno dei due presunti killer ha un coltello con sé. Nei piani di Thomas ci sarebbe quella di far ritorno alla comunità che lo ospita. E’ in cerca di 10 euro per il treno per Vasto, dove abita la sua ragazza. Da lì, avrebbe raggiunto Campobasso. Il treno partiva alle 18:00. Attorno alle 17:00 però il ragazzo ha incontrato i suoi assassini ed è stato ucciso in un parco.

E’ quanto hanno ricostruito gli inquirenti tramite l’ascolto delle testimonianze e l’analisi dei telefoni cellulari delle persone coinvolte, tutte minorenni. A far propendere per l’ipotesi dell’agguato premeditato sono due elementi in particolare: la foto che ritrae Thomas nei pressi del luogo del delitto, poche ore prima del suo omicidio, e un video che lo ritrae in sella ad uno scooter in compagnia di uno dei presunti assassini, nel 2023. Questi aveva dichiarato di non conoscere l’identità della vittima.

Il gip del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, Cristina Tettamanti, ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai legali di uno dei due sedicenni indagati per l’omicidio, che resta dunque nel carcere minorile di Bari: non sarebbero emersi indizi e circostanze utili, secondo il giudice, a far dubitare della capacità di intendere e di volere del minore, quanto piuttosto una fredda determinazione nel commettere l’azione delittuosa. Per i legali il ragazzo è a rischio suicidio. L’altro sedicenne indagato si trova attualmente nell’istituto penale minorile di Roma.

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