L’analisi dell’ingegnere Antonio Valente, ex dirigente Anas, prosegue studiando le tipologie di utenti coinvolti e le cause degli incidenti stradali.
Gli utenti della strada coinvolti
La distinzione per categoria di utente della strada evidenzia come i conducenti dei veicoli coinvolti rappresentino circa i 2/3 dei decessi e dei feriti per incidente, mentre, ad esempio, i pedoni (vale a dire l’utenza debole) sono il 5,8% dei feriti, ma quasi il 13% dei morti, a conferma del maggiore livello di rischio corso da questi ultimi (inteso come rapporto percentuale tra numero di morti e di feriti).
Utenti
Morti
Feriti
Morti x 100 feriti
numero
%
numero
%
Conducenti
3.750
66,7
219.384
69,3
1,7
Trasportati
1.165
20,7
78.961
24,9
1,5
Pedoni
710
12,6
18.285
5,8
3,9
Totale
5.625
100,0
316.630
100
1,8
Fonte: ISTAT (“Statistica degli incidenti stradali”, 2005)
I dati ISTAT sottolineano
inoltre come tra i conducenti la maggior parte dei morti interessi in genere le
fasce di età più giovani: infatti, nella fascia compresa tra i 25 e i 29 anni
si sono avuti 481 morti, seguita da quella tra 30 e 34 anni (461 morti) e da
quella tra 21 e 24 anni (395 morti).
Per quanto riguarda invece la mortalità per categoria veicolare, il maggior numero di morti (quasi 3.300 su un totale di 5.625, corrispondenti al 58,6%) viaggiava su autovetture. Anche i veicoli a 2 ruote hanno un peso rilevante all’interno di queste statistiche con oltre 1.550 morti, di cui, più specificatamente, più di 1.100 (20,3%) su motocicli e 409 (7,3%) su ciclomotori: a questi, devono essere inoltre aggiunti i morti in bicicletta che, secondo le rilevazioni effettuate, hanno raggiunto nel 2004 le 300 unità, sottolineando l’entità di un fenomeno forse sottovalutato.
Morti per categoria veicolare (2004)
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT (“Statistica degli incidenti stradali”, 2005)
Morti per categoria veicolare (2004) – Composizione percentuale
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT (“Statistica degli incidenti stradali”, 2005)
Le principali cause d’incidente
Sebbene
gli incidenti siano causati da differenti e numerosi fattori, ognuno con la
propria rilevanza specifica, tutti possono essere comunque ricondotti
all’insieme conducente–veicolo-strada. In quest’ottica, secondo i dati raccolti
dall’ISTAT, il 91,1% degli incidenti stradali è stato imputabile al
comportamento scorretto del conducente alla guida: tra questi, si sottolinea
l’incidenza soprattutto della guida distratta o dell’andamento indeciso (per il
15,1% del totale), dell’eccesso di velocità (12,2%) e del mancato rispetto
della distanza di sicurezza (11,4%). Pur rappresentando appena il 2% del
totale, bisogna porre particolare attenzione anche ai fattori legati ad uno
stato psico-fisico del conducente alterato, tra cui, ad esempio, l’ebbrezza da
alcool (4.140 casi pari al 72% della categoria), il malore improvviso ed il
colpo di sonno (1.095 casi pari al 19%).
Per quanto riguarda la componente infrastrutturale, in appena il 4% dei casi la causa era riconducibile allo stato delle strade, mentre soltanto in 726 eventi incidentali (lo 0,3% del totale) ci sono stati difetti o avarie dei veicoli.
Cause accertate o presunte d’incidente stradale (2004) – Composizione percentuale
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT (“Statistica degli incidenti stradali”, 2005)
Gli incidenti per tipologia di strada
Per quanto riguarda la distribuzione dell’incidentalità per tipologia di strada, le città sono i luoghi dove si registra il maggior numero d’incidenti e di feriti: nel 2004, infatti, sulle strade urbane si sono verificati 169.893 incidenti (il 75,7% del totale) con 227.545 feriti (il 71,9% del totale).
Incidenti per tipologia di strada (2004) – Composizione percentuale
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT (“Statistica degli incidenti stradali”, 2005)
Pur con percentuali diverse, lungo le strade urbane si è anche avuto il maggior numero di morti con 2.310 unità (corrispondenti in termini relativi al 41,1% del totale), seguite dalle strade provinciali con 1.178 morti (20,9%), e da quelle statali e regionali con 1.173 morti (20,9%). Questa sensibile differenza a livello percentuale è legata alla gravità degli impatti ed è sostanzialmente riconducibile alla diversa velocità dei veicoli, sicuramente più contenuta in ambito urbano; il rapporto tra numero di decessi ed incidenti fa emergere pertanto la maggiore pericolosità delle strade provinciali, statali e regionali, nonché di quelle comunali extraurbane.
Morti per tipologia di strada (2004) – Composizione percentuale
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT (“Statistica degli incidenti stradali”, 2005)
JESI – Si è tenuta lo scorso venerdì 25 marzo alle ore 12:00 in Piazza Baccio Pontelli, una conferenza stampa per l’inaugurazione del nuovo ristorante tipico “Il Baccio”. Il sole di primavera, questa volta non tradisce e “bacia” con un benaugurale benvenuto l’inaugurazione del nuovo ristorante che ha come obiettivo quello di differenziarsi dai locali già esistenti, per la proposta di un menù a base di prodotti tipici marchigiani.
Dopo anni di locali fortemente generalisti, Il Baccio, intende focalizzarsi esclusivamente sulle ricette marchigiane, ereditate dalla tradizione culinaria della nostra regione. Al perché di questa scelta ha risposto uno dei due soci del locale, Ibrahim Alì, giordano di origine, ma fortemente legato al nostro territorio: «sono titolare di un altro ristorante qui a Jesi e la qualità della cucina marchigiana mi ha sempre entusiasmato». Con questo progetto Alì, ha voluto «chiudere il cerchio. Le persone mi chiedevano un locale dove poter mangiare specialità del posto».
Questa è un’esigenza, non solo di chi viene da fuori, ma degli stessi jesini, dal momento che a Jesi mancava un locale legato al territorio. La cucina marchigiana tuttavia, esige che i piatti siano accompagnati da vini di ottima qualità. A questo ha pensato il noto barman Damiano Tamellin, anch’egli socio, jesino, molto conosciuto, perché per anni ha servito e fatto degustare vini in uno dei più importanti locali della cittadina di Federico Secondo.
«I piatti e le specialità gastronomiche che presentiamo, necessitano di essere accompagnati da vini di ottima qualità e nelle Marche ce ne sono tantissimi. La nostra carta dei vini – continua Tamellin – è ricca di proposte di micro aziende che sono in grado di esprimere parametri qualitativi elevati. Damiano, è uno jesino, doc, anche se il cognome tradisce le sue origini venete, di Soave per l’esattezza. Anche qui, in ogni caso, patria di un ottimo vino». Buon sangue…
La proposta de Il Baccio, non si limita solo al pranzo e alla cena, ma si allarga anche agli aperitivi, che tanto sono graditi al pubblico. Anche qui, tutto rigorosamente marchigiano.
Tutte le sere dalle ore 19,00 Il Baccio, proporrà aperitivi ed “apericene” a base di prodotti esclusivamente marchigiani e di altissima qualità.
Un brevissimo inciso, legato alla location, circondata dalle mura imponenti progettate dall’Architetto Baccio Pontelli, che rendono il locale unico per la forte suggestività della location.
In questo contesto si sono mossi i due bravissimi Architetti Moreno e Barbara Vallini, che hanno saputo sapientemente incastonare il non facile lavoro di arredo e design della location, rendendo unica la sensazione che si respira nei locali. Inutile ricordare che un buon progetto di design è destinato ad essere uno degli elementi principali che fanno la differenza.
Oggi le persone, hanno necessità non solo di degustare prodotti di qualità, ma di essere immersi in ambienti che completino l’esperienza sotto il profilo sensoriale ed in questo caso bisogna dire che gli Architetti sono perfettamente riusciti nell’intento.
ALBA ADRIATICA – L’Iseini volley Alba Adriatica per la giornata di Domenica 5 Settembre organizza presso il Palasport di Alba Adriatica dalle 15 alle 19 un OPEN DAY riservato a bambini, ragazzi e ragazze. Una giornata gratuita all’insegna del divertimento all’interno della quale sarà possibile usufruire di una prova gratuita, giochi di squadra e tanto altro.
La nostra società offre corsi di volley tenuti da tecnici FIPAV qualificati con esperienza pluriennale. Occorre presentarsi muniti di greenpass o tampone negativo svolto nelle 72 ore precedenti l’evento.
La prima settimana di zona gialla in quasi tutta la Penisola ha visto la ripresa delle attività all’aperto e la ripartenza per diverse attività commerciali. Tra le preoccupazioni di chi teme una nuova ondata di contagi e la voglia di tornare alla normalità, abbiamo raccolto il parere di Davide Ciampini, giovane esponente marchigiano della coalizione di centro destra.
Davide Ciampini, qual è il suo parere dopo la prima settimana di riaperture? E come valuta il mancato spostamento del coprifuoco?
Innanzitutto credo che vadano ricordate le cose positive fatte finora e che hanno permesso le prime riaperture. Cito giusto un paio di esempi: la scelta di sostituire il commissario Arcuri con il generale Figliuolo ed il potenziamento delle cure domiciliari al fine di alleggerire i posti letto ospedalieri e la riapertura serale dei ristoranti.
Per quanto riguarda il coprifuoco, comprendo il disagio dei cittadini e le giuste considerazioni fatte dell’opposizione. Tuttavia, ritengo che stiamo dando la giusta discontinuità rispetto al governo precedente. Confidiamo che già a maggio il coprifuoco possa essere rivisto e prolungato.
Teme una nuova ondata di contagi, chiusure e limitazioni? Cosa bisognerebbe fare per scongiurare questo pericolo
Il presidente Draghi ha definito l’ipotesi di un nuovo lockdown piuttosto remota. Proprio in questi giorni, grazie al generale Figliuolo, abbiamo raggiunto quota 500.000 mila vaccinazioni al giorno. In accordo con diversi studi scientifici, il Covid ha un incidenza maggiore sulle persone con più di 50 anni e sui soggetti con patologie pregresse. Mettiamo in salvo le categorie più fragili e torniamo gradualmente alla vita. Sempre nel rispetto delle regole e del buonsenso.
Cosa dovrebbe fare il Governo per agevolare l’imminente stagione turistica?
Imparare dagli errori del passato. Ricordo che l’estate scorsa il governo Conte permise ai cittadini di recarsi all’estero, erogando oltretutto diversi bonus. Credo che bisognerebbe fare in modo, appellandosi al buon senso, che le persone privilegino invece le mete nazionali per le vacanze. Comprendo la voglia di tornare alla vita, ma non possiamo permetterci di favorire la concorrenza estera andando a penalizzare il nostro turismo. Avremo modo e tempo di tornare a viaggiare fuori dalla nostra Italia.
Crede che quest’estate debbano essere prese misure che l’anno scorso sono mancate?
Sono convinto che la scorsa estate sia mancata una sola cosa: la gradualità con cui sono stati allentati i divieti. Siamo passati da due mesi di lockdown in cui non era permesso nemmeno fare una passeggiata, alla possibilità di andare all’estero. Condivido appieno la strategia del premier Draghi: apriamo con gradualità e buonsenso, ma facciamo in modo che queste riaperture siano poi irreversibili.
A livello locale come è stata gestita la situazione?
Direi egregiamente. Le Marche sono una delle prime regioni per vaccinati in Italia e, cosa che apprezzo molto, ha attivato l’assistenza domiciliare, evitando così affollamenti nei pronto soccorso. Sono convinto che la nostra Regione, per i prossimi 5 anni, sia in ottime mani.