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Chieti

Rocca San Giovanni, si allaccia alla rete elettrica e quella idrica per non pagare le bollette: arrestato agricoltore di 60 anni

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Arrestato per furto aggravato di energia elettrica ed acqua un agricoltore sessantenne di Lanciano, già gravato da alcuni precedenti che aveva creato un allaccio rudimentale e abusivo alle reti elettrica ed idrica, bypassando i contatori. Dopo la convalida, è stato rimesso in libertà.

CHIETI – Un agricoltore di 60 anni di Lanciano aveva trovato il modo di risparmiare sulle bollette delle corrente elettrica e dell’acqua, nel suo piccolo appezzamento di terreno ubicato a Rocca San Giovanni, dove allevava animali e coltivava la terra. Semplicemente non le pagava, dal momento che i suoi contatori non avevano nulla da registrare. Con un metodo un po’ rudimentale, ma sicuramente efficace, l’agricoltore arrestato aveva creato un allaccio abusivo direttamente alle reti elettrica ed idrica, bypassando appunto i contatori.

Lo hanno scoperto i carabinieri di Fossacesia, accompagnati per una serie di controlli congiunti, dai tecnici della società che eroga e distribuisce l’energia elettrica. Sul palo posto di fronte alla piccola azienda agricola dell’uomo arrestato ieri, hanno trovato l'”accrocco” che permetteva all’agricoltore di disporre senza pagare di corrente elettrica. Lo stesso metodo era stato impiegato per prelevare l’acqua per i campi e per gli animali.

Mentre i tecnici si occupavano di rimuovere gli allacci abusivi e di mettere in sicurezza l’area, i carabinieri hanno arrestato l’uomo che non pagava le bollette di luce e gas e lo hanno condotto a casa sua, in attesa dell’udienza di convalida. Questa si è celebrata questa mattina e al termine, dopo la convalida dell’arresto, l’agricoltore sessantenne è stato rimesso in libertà.

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Irregolarità nei finanziamenti alle startup: 16 denunce a Chieti, Ortona e Vasto

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Ammontano ad oltre 670 mila euro i finanziamenti regionali revocati a 16 beneficiari, dopo i controlli della Guardia di Finanza sui finanziamenti alle startup che hanno fatto emergere diverse irregolarità.

CHIETI – L’indagine delle fiamme gialle chietine sui finanziamenti regionali concessi alle startup di Chieti, Vasto e Ortona, si è conclusa con 16 denunce a varo titolo per diverse irregolarità e la revoca di 673.472,19 euro elargiti per sostenere, o incentivare, la microimpresa locale.

L’operazione è la sintesi della collaborazione tra Comando Regionale della Guardia di Finanza di L’Aquila e Regione Abruzzo. I finanzieri hanno eseguito controlli sui beneficiari del “Fondo Microcredito FSE – Nuove Misure 2018”. Si tratta di un fondo stanziato per sostenere, o avviare, lavori autonomi o piccole imprese locali. Una cinquantina i finanziamenti alle startup della provincia di Chieti nelle quali sono emerse irregolarità.

Le fiamme gialle hanno riscontrato mancanza di requisiti, documentazioni incomplete o parziali, assenza di rendicontazione. Ne casi più gravi le attività non erano state avviate dopo la ricezione dei fondi, che in qualche caso sono stati utilizzati per scopi personali, in altri sono stati ceduti ad altri soggetti. Pertanto, sono partite 16 denunce a vario titolo per indebita percezione di finanziamenti, malversazione di erogazioni pubbliche, fino a truffa aggravata ai danni dello Stato.

Nel frattempo la Regione ha revocato i finanziamenti concessi, avviando al contempo il recupero delle somme indebitamente percepite. Per 11 dei soggetti coinvolti è già stato concordato un piano di rientro.

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Fuggono dopo aver provocato due incidenti: due denunce a Lanciano

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Nel giro di pochi giorni, in seguito a due incidenti verificatisi nel territorio di Lanciano, le persone che l’hanno provocato sono fuggite senza prestare soccorso agli automobilisti coinvolti dai sinistri stradali. Nel giro di pochi giorni però, i due automobilisti responsabili delle due omissioni di soccorso sono stati rintracciati denunciati dai carabinieri di Lanciano.

CHIETI – Due omissioni di soccorso, in altrettanti incidenti stradali verificatisi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, a Lanciano. Tra il 13 e il 18 marzo, due vetture sono rimaste coinvolte in due tamponamenti. Il primo è avvenuto in centro, dove l’auto guidata da una donna e sulla quale si trovava un passeggero, è stata urtata. Il secondo invece, si è verificato a Colle Pizzuto, dove una ragazza ha subito un altro tamponamento. In entrambi i casi le persone a bordo dei mezzi colpiti hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per farsi curare alcune ferite, fortunatamente lievi. E in entrambe le occasioni, le persone che hanno provocato i due incidenti verificatisi a Lanciano, sono scappati senza prestare soccorso.

La loro fuga però non è durata a lungo. Dopo le indagini del caso infatti, nel giro di pochi giorni, i carabinieri hanno raccolto abbastanza materiale probatorio per risalire ai responsabili. Nel primo caso le indagini sono state rese complicate dal fatto che l’auto protagonista del sinistro, montava targa straniera ed era stata immatricolata all’estero.

Tutti e due i responsabili delle omissioni di soccorso avvenute a Lanciano però sono stati identificati dai carabinieri e deferiti all’Autorità Giudiziaria.

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Controlli dei Nas sulla filiera in Abruzzo: 250 chili di carne sequestrati

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I carabinieri del Nas di Pescara hanno eseguito una serie di controlli sulla filiera della carne in Abruzzo, al termine dei quali 250 chili di carne sono stati sequestrati. Le principali irregolarità riscontrate riguardano la conservazione degli alimenti, le condizioni igienico-sanitarie e violazioni in termini di tracciabilità.

PESCARA – In tutte le province d’Abruzzo, i carabinieri del Nas hanno eseguito una serie di verifiche e controlli all’interno degli stabilimenti della filiera della carne, in seguito al quale hanno riscontrato diverse irregolarità. L’operazione è culminata con il sequestro di 250 chili complessivi di carne, per un valore quantificabile in circa cinque mila euro, ed hanno disposto il divieto di movimentazione per 10 capi di bestiame risultati sprovvisti di marchi auricolari attestanti le regolarità sotto il profilo amministrativo e sanitario. Il chip all’orecchio, andando a riassumere.

A Pescara, nella macelleria di un’azienda della grande distribuzione organizzata, le carni venivano conservate in condizioni di promiscuità, in contenitori privi di coperchio e dunque soggetti ad un elevato rischio di contaminazione. Nel manuale H.A.C.C.P. poi, mancava la previsione di una zona dedicata alla lavorazione di altre tipologie di alimenti.

A L’Aquila, sempre nel reparto macelleria di una catena di distribuzione alimentare, gli ispettori hanno trovato sporco e e resti d lavorazione sparsi, oltre a contenitori di rifiuti non idonei e l’assenza di ostacoli agli infestanti.

Carenze igienico-sanitarie anche nello stabilimento di macellazione di Chieti dove è avvenuto il sequestro di carne più ingente dopo i controlli del Nas di Pescara in Abruzzo, a causa della sporcizia accumulatasi sulle superfici e nelle celle frigorifere. Sempre a Chieti poi,in cinque macellerie sono state riscontrate carenze anche dal punto di vista strutturale, in riferimento all’idoneità dei locali adibiti a conservazione dei cibi.

Tra Chieti e Teramo invece, tre aziende agricole dedite all’allevamento di bovini e suini, sono state riscontrate carenze in termini di biosicurezza degli animali, oltre alle inadeguatezze igienico-sanitarie e strutturali. Nelle stalle mancavano le protezioni antivolatili e le recinzoni con le punte acuminate, le aree per lo stoccaggio del fieno e dei cereali non erano adeguate e il personale non era preparato sui rischi di malattie infettive e sulla gestione dei capi di bestiame.

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