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Ancona

Riprendono le visite dei famigliari ai detenuti del carcere di Barcaglione

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Dopo due anni di stop alle visite a causa dell’emergenza Covid, i detenuti del carcere di Barcaglione hanno potuto riabbracciare i propri cari in occasione della presentazione di un progetto di orto sociale, curato da Coldiretti.

ANCONA – Dopo due anni di stop dovuti alla pandemia, lo scorso martedì 20 dicembre sono state di nuovo ammesse le visite nel carcere di Barcaglione. I detenuti hanno quindi avuto la possibilità di abbracciare i propri cari in visita all’interno dell’ area del carcere, in un clima di festa, di rispetto e “Tranquillità”. L’occasione è stata la presentazione del progetto dell’orto sociale curato dai detenuti del carcere.

Antonio Carletti presidente di Federpensionati di Coldiretti, nonché Tutor dell’orto sociale all’interno del carcere commenta: «da otto anni tutti i giorni mi reco qui per insegnare a coloro che hanno aderito a questo progetto alla realizzazione e coltivazione dell’orto. Sono amico di tutti, loro mi stimano perché hanno trovato in me colui che gli dà la possibilità di stare all’aria aperta coltivando un sogno: quando usciranno da qui dopo aver scontato la loro pena, potranno avere un lavoro.» Carletti conclude specificando: «vengo qui senza avere nessun tipo di rimborso, lo faccio a seguito di un voto che ho fatto, spero di guadagnarmi il Paradiso». 

Manuela Ceresani direttrice degli istituti penitenziari di Ancona, sedi di Montacuto e Barcaglione, afferma: «oggi abbiamo potuto riavere in sicurezza le visite delle famiglie dei detenuti che hanno la possibilità di poter passare parte della giornata all’aperto, in accordo con l’ordinamento penitenziario. Una possibilità sospesa nel periodo del Covid – spiega Ceresani, che prosegue – Oggi è stata anche l’occasione per la consegna degli attestati a coloro che durante l’anno hanno frequentato dei corsi professionali lavorativi su coltivazioni, uso dei mezzi agricoli, allevamento, attività casearie, apicoltura, oleificio ed altri aspetti delle attività agricole che all’interno di questo penitenziario possono mettere in pratica e realizzare nei due ettari circa a disposizione. Questo è un progetto – conclude la direttrice – realizzato in sinergia con la Regione, Coldiretti, AMAP e Caritas.Inoltre oggi abbiamo consegnato gli attestati anche alle aziende che hanno dato fino ad oggi la loro disponibilità per rendere questo progetto una bella realtà».

Giancarlo Giulianelli, Garante di Regione Marche delle persone e dei detenuti, ha espresso a suo volta un pensiero: «Oggi è una giornata importante per tutti, soprattutto per coloro che stanno scontando una pena. Poter stare anche per un momento con le persone care, i figli e i famigliari è significativo di gioia e per noi è motivo di pregio. Oltre al penitenziario di Barcaglione – nel quale sono nuovamente ammesse le visite dei famigliari ai detenuti – abbiamo raggiunto altri istituti di pena, dove abbiamo fatto formazione. Qui a Barcaglione e  Montacuto, i detenuti che hanno usufruito di attestati e formazione sono più di cento. Si tratta di un aspetto fondamentale per il percorso rieducativo, previsto dalla costituzione, articolo 27 comma 3,per chi sta terminando di scontare la pena e prossimo al rientro nella società civile, certamente non semplice, ma non impossibile».

«Quest’orto ha dato tanta speranza e fiducia a persone che un domani potranno uscire da qui e trovare nell’agricoltura il loro futuro reinserimento» afferma Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. Nel suo intervento ha voluto testimoniare ciò che sta facendo Coldiretti Marche attraverso i  propri volontari: «tengo a precisare che tutti i nostri volontari fanno questo per un segno di amore. Diverse associazioni hanno dato vita a questa giornata, creando un momento di festa». 

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Ancona

In sella alla bici con pedalata assistita cade nel canale di scolo a Jesi: deceduto

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Tragica fatalità nel tardo pomeriggio di ieri a Jesi, dove un ciclista ha perduto la vita dopo essere caduto in un canale di scolo mentre si trovava in sella ad una bici con pedalata assistita.

ANCONA – La causa che ha portato alla tragica fatalità non è ancora nota. Ieri pomeriggio, domenica 19 marzo, intorno alle 18:30 un ciclista di 45 anni anni residente a Santa Lucia è morto in seguito ad una brutta caduta nei pressi di un canale di scolo a Jesi, mentre si trovava in sella ad una bici con pedalata assistita.

L’incidente mortale è avvenuto in via San Marcello. La vittima, Massimo Bini, era molto conosciuta in città e descritto da tutti come una persona mite, disponibile, sempre pronta a dare una mano a chi aveva bisogno. Domenica mattina aveva partecipato alla 41esima edizione della Caminada De San Giuseppe insieme ad alcuni amici.

Non è ancora chiaro il motivo per il quale il ciclista morto ieri pomeriggio a Jesi sia andato a finire nel canale di scolo, sebbene siano state formulate diverse ipotesi: potrebbe essere stato colto da malore, oppure potrebbe essere caduto dopo essere stato urtato da qualche mezzo. Incredula la signora che abita di fronte al luogo della tragedia: «Non ho sentito rumore, avevo appena fatto la doccia, sono uscita fuori e c’era una ragazza davanti al cancello di casa mia. Era scossa. Poi ho visto la bici, lei mi ha detto che aveva chiamato i soccorsi».

Intervenuti immediatamente sul posto la polizia locale Jesina con due mezzi, la Croce Verde ed i vigili del fuoco, che hanno provveduto ad estrarre il corpo dal canale ormai privo di vita di Bini. 

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Ancona

A fuoco un casolare a Jesi, l’intervento dei vigili del fuoco

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I vigili del fuoco hanno dovuto faticare parecchio per domare un incendio che ha avvolto un casolare a Jesi. Intervento lungo e complesso, al termine del quale i pompieri hanno prima circoscritto il rogo e poi domato le fiamme. Le operazioni di bonifica sono proseguite tutta notte ed anche oltre. Non si segnalano persone coinvolte.

ANCONA – Non è chiaro cosa abbia provocato l’incendio che si è sviluppato in via Clementina a Jesi ieri, domenica 19 marzo intorno alle 18, che ha rapidamente avviluppato un casolare. Sul posto si sono immediatamente precipitati i vigili del fuoco di Jesi e Ancona che, tramite autobotti ed autoscale, si sono messi all’opera per domare le fiamme.

A lungo le alte lingue di fuoco e le dense colonne di fumo hanno impedito ai pompieri di accedere all’interno della struttura e si è molto temuto per l’eventuale presenza di persone. Dopo lunghe ore, i vigili del fuoco hanno finalmente potuto entrare nel casolare avvolto da un incendio a Jesi e constatare, fortunatamente, l’assenza di persone all’interno dei locali invasi da fiamme e fumo.

Le operazioni di bonifica dello stabile sono proseguite tutta notte ed anche oltre: si sono concluse soltanto nella tarda mattinata di oggi. Per tutta notta i pompieri hanno spento tutti i focolai ed hanno proceduto allo smassamento del materiale incendiato.

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Ancona

Ancora un incidente mortale in A14: 27 enne deceduto nel furgone ribaltato

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Nelle prime luci di ieri, tra i caselli di Ancona nord e Ancona sud sulla A14 un furgone con a bordo due ragazzi si è ribaltato: entrambi estratti in condizioni gravi, uno dei due è deceduto in seguito alle ferite riportate.

ANCONA – A14 ancora teatro di un tragico e fatale incidente, ma questa volta la causa non sarebbero stati i lavori in corso, bensì un possibile colpo di sonno del conducente. Per cause ancora da chiarire, intorno alle 4:30 di ieri, domenica 20 marzo, un furgone che procedeva in direzione nord ha impattato contro il new jersey, rovesciandosi su un fianco. A bordo del furgone che si è ribaltato in autostrada A14 all’altezza di Ancona si trovavano due ragazzi e purtroppo uno di essi è deceduto in seguito alle ferite riportate.

Sul posto si sono immediatamente portati i vigili del fuoco, i sanitari del 118 e una pattuglia della polizia stradale. I pompieri hanno provveduto a liberare gli occupanti del veicolo dalle lamiere e ad affidarli alle cure dei sanitari, che li hanno trasferiti in codice rosso all’ospedale regionale di Torrette.

Il ragazzo che viaggiava sul lato del passeggero, ventisettenne, residente a Monteprandone, ha perduto la vita pressoché sul colpo. Alla guida invece si trovava un sambenedettese di trentaquattro anni, che ha riportato gravi ferite e si trova ricoverato.

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