Lo scorso 14 febbraio a Monte Urano, ad un anno dalla scomparsa di Giuseppe Lenoci, morto a 16 anni in un incidente stradale mentre svolgeva l’alternanza scuola-lavoro, è stata celebrata una messa in suffragio e si è tenuta una fiaccolata a ricordo del giovane.
FERMO – Il 14 febbraio è stato il primo anniversario della morte di Giuseppe Lenoci, il sedicenne deceduto in un incidente stradale a Serra De’ Conti mentre svolgeva uno stage di alternanza scuola lavoro presso una ditta di termoidraulica, e per ricordarlo la famiglia ha organizzato una messa in suffragio e una fiaccolata per le vie di Monte Urano.
Chiesa gremita e nutrita partecipazione alla commemorazione: la comunità di Monte Urano ha voluto stringersi intorno alla famiglia Lenoci e far sentir loro la propria vicinanza e il proprio affetto. Tanti gli amici e i parenti della giovane vittima, provenienti da tutta la penisola.
Dopo che don Nicola Fortunato ha benedetto il loculo al cimitero, alla presenza dei famigliari, alle 18 si è tenuta la messa in suffragio presso la chiesa di San Michele Arcangelo, celebrata dall’arcivescovo di Fermo Rocco Pennacchio. Tra i presenti, padre Sante Pessot, dirigente della scuola Artigianelli di Fermo che Giuseppe frequentava, Moira Canigola, sindaco di Monte Urano, Letizia Caroli, sindaco di Serra De’ Conti, Marcello Luciani presidente dell’associazione ANMIL Marche, una delegazione della società Monturano-Campiglione, per la quale Giuseppe giocava come centravanti, l’associazione l’Alveare e l’associazione studentesca. I rappresentanti di quest’ultima, sempre nella giornata di martedì 14 febbraio, insieme a CGIL, Officina Universitaria e GULLIVER-UDU Ancona hanno allestito un presidio davanti all’ufficio scolastico Regionale in via XXV Aprile per manifestare contro il metodo dell’alternanza scuola lavoro.
Ai piedi dell’altare, un poster mostrava diverse foto di Giuseppe. «Sono qui per far sentire la mia vicinanza e quella dell’intera diocesi alla famiglia Lenoci, il loro dolore è il dolore di tutta la comunità» ha affermato l’arcivescovo Pennacchio. Dopo di lui si sono alternati amici e parenti, che hanno espresso il proprio cordoglio con parole cariche di commozione.
Terminata la funzione liturgica, è partita la fiaccolata in ricordo di Giuseppe Lenoci da piazza della libertà. A guidarla, la madre Francesca, il padre Sabino, il fratello Michael, la zia Angela. Il serpentone dei presenti ha raggiunto il cimitero, a cui all’interno sono stati portati il casco, la maglia gialla con il numero 9 che indossava durante le partite di calcio e lo scooter rosso di Giuseppe. Sulla parete, sotto il grande crocifisso, un telo con un grande cuore rosso.
I Carabinieri hanno denunciato due persone, in due distinte operazioni, per minacce a pubblico ufficiale, minaccia aggravata e lesioni. Nel capoluogo un uomo che esigeva l’annullamento di una procedura ha rivolto parole minatorie ai funzionari comunali. A Porto Sant’Elpidio invece, un commerciante è stato colpito alla testa con una chiave inglese da un parente che ha minacciato di bruciargli il locale ed aveva armi improprie, da taglio e contundenti.
FERMO – I Carabinieri delle Stazioni delle Compagnie di Fermo hanno emanato due distinte denunce per minacce in altrettante operazioni. La prima a Fermo, contro un uomo che ha inveito contro i funzionari del comune. La seconda a Porto Sant’Elpidio, dove oltre che di minacce, un uomo è accusato di lesioni aggravate e porto abusivo di strumenti atti a offendere, dopo che ha colpito un parente alla testa con una chiave inglese.
I militari infatti sono intervenuti in un locale di Porto Sant’Elpidio in seguito all’aggressione subita da un commerciante di origine campana, che è stato raggiunto da un colpo di chiave inglese alla testa. L’aggressore gli ha anche rivolto minacce, secondo le quali avrebbe bruciato il suo locale. I Carabinieri non hanno ancora individuato la causa di tale intimidazione, ma sono risaliti al presunto autore: si tratterebbe di un parente della vittima, classe 1971. Dopo l’aggressione si è dato alla fuga con un’auto che le forze dell’ordine hanno rinvenuto, incidentata ed abbandonata. Dentro c’erano un punteruolo di metallo di circa 30 centimetri ed un coltello da cucina con una lama della stessa lunghezza ed una chiave inglese. La vittima ha riconosciuto lo strumento come quello che lo ha colpito al capo.
A Fermo invece un uomo è stato denunciato per minacce a pubblico ufficiale rivolte ai funzionari del Comune, dai quali pretendeva l’annullamento di una procedura d’ufficio di competenza dell’Ufficio Anagrafe.
Benedetta Rossi, divenuta celebre con la sua pagina “Fatto in casa da Benedetta”, questa volta non è divenuta virale per una ricetta, ma per uno sfogo in un video nel quale trattiene a stento lacrime di rabbia rispondendo agli haters che l’avevano insultata: «questa volta avete superato il limite».
FERMO – «Sono una che non si arrabbia mai, ma questa volta hanno veramente superato il limite. Non sento solo rabbia, sento disgusto». Comincia così il video messaggio con cui la blogger Benedetta Rossi ha risposto con un vivace sfogo ai commenti di haters e troll che criticano chi fa la spesa al discount o non acquistano ingredienti pregiati e costosi.
La blogger, che da Porto San Giorgio è divenuta nota in tutta Italia con i suoi video di ricette facili e semplici da eseguire pubblicate nella pagina “Fatto in casa da Benedetta”, ha pubblicato un video nel quale si sfoga contro alcuni commenti comparsi sotto ai suoi video.
«Cari criticoni del web: capisco che per fare clic siete disposti a tutto, però forse avete perso il contatto con la realtà. Forse non sapete che c’è gente che quando va a fare la spesa deve controllare quanto le resta sul portafoglio e deve far quadrare i conti della famiglia. Poi c’è il fattore tempo: per chi lavora tutto il giorno, portare a tavola qualcosa di semplice e veloce è una necessità. Quando andavo a scuola mi hanno insegnato che non va discriminato il compagnetto di classe con la famiglia in difficoltà. Mi hanno anche insegnato a rispettare il cibo, tutto il cibo. Nessuna delle persone che mi segue deve sentirsi esclusa, offesa o giudicata per quello che è, per quello che ha o per quello che sceglie di fare. Concludendo: sono felice per voi che potete fare i fighetti e permettervi tanti lussi, ma vorrei dirvi che non vi potete permettere di offendere la mia community e un’intera categoria di persone».
4 giorni di addestramento e re-training per i Vigili del Fuoco di Fermo, che hanno condotto un’esercitazione nei cunicoli dell’ex acquedotto romano.
FERMO – Sapersi orientare e muovere nei tunnel sotterranei, riconoscere ed affrontare le sfide di un percorso così angusto, individuare e soccorrere un disperso a venti metri di profondità e riportarlo in superficie. Questi alcuni degli obiettivi dell’esercitazione che i Vigili del Fuoco di Fermo hanno compiuto per 4 giorni nei cunicoli sotto la città.
Accedendo dai pertugi in via Sabbioni e nel cunicolo a 80 metri di distanza, i pompieri hanno compiuto in re-training in soccorso speleologico nei tunne ipogei dell’ex acquedotto romano. Durante l’addestramento, è stata simulata un’operazione di ricerca e recupero di un disperso.
All’esercitazione nei cunicoli sotto Fermo dei Vigli del fuoco, hanno partecipato anche uomini e donne della Protezione Civile. Il progetto ha visto la collaborazione dell’amministrazione comunale.