25 misure cautelari e 5 milioni di euro sequestrati. L’operazione “Transumanza” della Guardia di Finanza di Pescara è scattata all’alba. Indagini durate due anni e dirette dalla DDA di L’Aquila.
PESCARA – La maxi operazione “Transumanza” della Guardia di Finanza di Pescara, coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, è scattata all’alba . 16 perquisizioni a 75 enti e soggetti, tra tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania. 25 misure cautelari emesse e sequestri per 5 milioni di euro. In base alle indagini delle fiamme gialle, durate due anni, un sodalizio criminale su cui aleggia lo spettro della mafia foggiana, avrebbe perpetrato a partire dal 2014 una truffa milionaria all’Unione Europea, dalla quale avrebbe intascato fondi illecitamente per mezzo di pascoli fantasma.
Le indagini sono state svolte in collaborazione con il Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di L’Aquila ed il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie. Al blitz di oggi invece ha preso parte anche il Reparto Aeronavale, che ha fatto levare in volo alcuni mezzi aerei.
Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte avrebbero avuto accesso contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC) in maniera illecita. Producendo documentazioni false, a partire dal 2014, i 13 complici della truffa, tra cui vi sarebbero persone appartenenti alla mafia foggiana, avrebbero ottenuto la disponibilità di pascoli e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli, presentandosi come nuovi giovani imprenditori agricoli. Al contempo, grazie all’aiuto di altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di impresa, avrebbero fatto incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.
Le frodi ammonterebbero a 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Destinatari del provvedimento 5 tifosi tarantini che hanno seguito il match Monterosi Tuscia – Taranto, disputato a settembre allo stadio “Bonolis” di Teramo e 7 tifosi aquilani che hanno assitto invece al match Chieti F.C 1922- L’Aquila 1927.
TERAMO – Sono 12 in tutto i Daspo emessi dai questori di Teramo e Chieti nei giorni scorsi a causa del lancio di fumogeni e petardi in direzione del campo durante partite di calcio: 5 nei confronti di tifosi tarantini che hanno seguito il match Monterosi Tuscia – Taranto, disputato a settembre allo stadio “Bonolis”, 7 a tifosi aquilani che a luglio hanno seguito Chieti F.C 1922- L’Aquila 1927.
Nel primo caso, hanno acceso una torce e fumogeni creando pericolo per la sicurezza pubblica e i Daspo emessi nei confronti dei 5 vanno da uno a cinque anni. Uno di essi è stato sottoposto anche alla misura dell’obbligo di comparizione presso un Ufficio di Polizia in concomitanza con le gare del Taranto.
A Chieti invece, fumogeni e petardi sono stai lanciati in direzione del campo, creando anche danni alla pista di atletica che circonda il terreno di gioco. Sei dei provvedimenti emanati hanno la durata di un anno, uno invece di cinque. Quest’ultimo dovrà comparire alle forze dell’ordine ogni volta che L’Aquila è impegnata in una partita, amichevoli comprese.
Pena sospesa per il giovane di Prezza condannato per Revenge Porn dopo aver caricato sui social 4 foto osè della sua ex ragazza, dopo che questa l’ha lasciato.
L’AQUILA – E’ stato lasciato dalla fidanzata e per ripicca ha pubblicato sui social alcune foto che la mostravano in abbigliamento ed atteggiamenti intimi. Per questo motivo un ragazzo di 22 anni di Prezza è stato condannato per Revenge Porn.
I fatti risalgono a tre anni fa. Quelle 4 foto osè caricate su Instagram rimbalzarono in fretta tra un dispositivo e l’altro. Comparvero anche ai genitori della ragazza, che dunque denunciarono l’ex fidanzato della figlia.
Il giovane è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione con pena sospesa e al pagamento di una provvisionale di 5 mila euro del risarcimento da decidere in sede civile, per il reato che punisce chiunque diffonda materiale sessuale esplicito altrui, senza consenso.
Una volante della Polizia ieri sera è stata affiancata da un’auto, il cui conducente ha detto agli agenti che due persone stavano spaccando la vetrina di un’attività di servizi. Gli agenti lo hanno riconosciuto dalla descrizione fornita da altri testimoni, sul posto in cui l’episodio si è verificato.
L’AQUILA – Gli agenti si sono messi sulle tracce di due persone, dopo la segnalazione di un testimone, ma ne hanno trovato uno, ferito ad una mano, il quale ha confessato di essere responsabile di danneggiamenti. Lui, cittadino extracomunitario già noto alle forze dell’ordine, è il responsabile, insieme ad un altro uomo, della vetrina spaccata su Corso della Libertà ad Avezzano.
Il gesto è stato notato da un automobilista che poco dopo ha trovato davanti a sé una pattuglia della Polizia, alla quale ha segnalato il fatto. Gli agenti si sono recati sul, posto ed hanno appurato che il racconto corrispondeva a verità. Qui hanno raccolto le testimonianze dei presenti e, dopo, aver sentito le descrizioni dei due responsabili, si sono messi sulle tracce di un pregiudicato che poco prima avevano notato aggirarsi nei pressi della stazione.
Lo hanno rintracciato in fretta. Dal palmo della mano perdeva sangue. Non ha negato il fatto ed ha confessato. Ha detto di essersi ferito alla mano con una lastra di marmp, effettivamente ritrovata nei pressi del luogo in cui la vetrina è stata spaccata, Corso della Libertà ad Avezzano. Presentava macchie di sangue ed è stata sequestrata per le dovute analisi.
Il soggetto di origine magrebina è stato denunciato per danneggiamento.