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Chieti

Femminicidio di Casoli, vittima uccisa con 7 coltellate, forse già da 4 giorni

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Sette le coltellate con le quali è stata uccisa Michele Faires, per le quali è stata disposta l’autopsia. Il compagno della donna è ricercato in Italia e all’estero.

CHIETI – I dettagli non sono stati resi noti, ma i Carabinieri contano di intercettare Michael Dennis Whitbread a stretto giro, malgrado siano convinti che abbia già lasciato l’Italia. L’inglese di 74 anni originario di Toquay nel Devon, è il principale sospettato per il femminicidio della sua compagna e convivente Michele Faires, la donna inglese trovata morta nella sua casa di contrada Verratti a Casoli con 7 coltellate.

Il suo corpo verrà sottoposto ad autopsia. 7 le coltellate che ha ricevuto all’addome la vittima del femminicidio di Casoli. A scoprire il suo corpo un’amica che non riceveva sue notizie da tre giorni e che ha deciso di farle una visita. Ha trovato la casa vuota, con le chiavi inserite nella toppa: l’amica giaceva in un lago di sangue in camera da letto. Ma sarebbe morta precedentemente, 4, 5 giorni prima, in base all’ispezione cadaverica.

Questo arco temporale sarebbe anche il vantaggio che il presunto assassino avrebbe nei confronti degli investigatori. Il principale sospettato rimane il compagno con il quale conviveva da alcuni anni. Irreperibile, ha fatto perdere le proprie tracce a bordo dell’auto di famiglia e dovrebbe trovarsi all’estero in questo momento. Non si sa ancora quale possa essere stato il movente. Intanto gli inquirenti hanno ascoltato la rete di conoscenze della coppia, in particolare nella vicina Palombaro dove risiedono un’ottantina di famiglie britanniche.

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Ancora un incendio alla MagMa di Chieti Scalo, Vigili del Fuoco in azione

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Dopo l’incendio sviluppatosi un paio di settimane fa, nuove fiamme si levano dagli stabilimenti della MagMa di Chieti Scalo.

CHIETI – Nella tarda mattinata di oggi, lunedì 14 ottobre, i Vigili del Fuoco sono nuovamente intervenuti presso la MagMa di Chieti Scalo per domare un nuovo incendio. L’azienda di materiale plastico infatti era già stata interessata da un altro rogo nella serata del 30 settembre scorso. Anche in questo caso, si è levata un’alta colonna di denso fumo nero.

Al momento non si conoscono molte informazioni, né si sa da che cosa abbiano avuto origine le fiamme. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco.

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«Il Guerriero di Capestrano è un falso», la tesi di un regista pescarese

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Alessio Consorte afferma di aver avuto accesso ad un documento che dimostrerebbe che il Guerriero di Capestrano, simbolo regionale, sarebbe in realtà un falso creato ad hoc. Ha anche chiesto di poter analizzare il manufatto a sue spese, ma finora tale richiesta non è stata soddisfatta.

CHIETI – Il Guerriero di Capestrano, il manufatto esposto al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti raffigurante «un guerriero dell’antico popolo italico dei Vestini, datata al VI secolo a.c» rinvenuto nel 1934, potrebbe essere un falso creato ad hoc. E’ quanto sostiene Alessio Consorte, regista pescarese che a riguardo ha girato un documentario intotlato “Il Guerriero mi Pare Strano”, che ha provocato anche una diatriba con la Regione.

La vicenda ha avuto inizio nel 2022, quando Consorte ha dichiarato di «aver avuto modo di prendere visione di una lettera pubblicata da un archeologo del Vaticano, padre Antonio Ferrua, che riporta la notizia circa la falsità del Guerriero di Capestrano, il quale sarebbe stato fabbricato ad hoc da un antiquario». Nello stesso anno, il Guerriero entra nello stemma e nel gonfalone della Regione, in seguito all’approvazione di una legge secondo la quale l’opera «valorizza la storia e la cultura regionali, costituendo la sintesi delle culture imperanti nel territorio della Regione Abruzzo».

Lo scorso anno, ad ottobre, Consorte ha chiestodi effettuare l’esame non invasivo XRF cioè la fluorescenza dei raggi X, «da effettuarsi a sue spese e a cura di una ditta specializzata». La richiesta non è stata accolta perché, ha spiegato il Ministero, tali esami erano già stati condotti. Il regista ha chiesto allora di poter prendere visione dei referti. Anche in questo caso non è stato accontentato.

Proseguendo la sua battaglia, Consorte si +è rivolto al Tar, che gli ha dato ragione: «il Ministero della Cultura deve rilasciare al ricorrente copia delle risultanze dell’esame XRF già effettuato sui manufatti in questione, nel termine di 30 giorni dalla notifica o comunicazione della presente sentenza». La Soprintendenza, per conto del Ministero, ha fornito la documentazione, che però, secondo il filmmaker, «non corrisponde a quella di cui il Tar ha ordinato l’esibizione». Da qui una nuova richiesta, sempre al Tar: «un commissario ad acta, al fine di far rispettare la sentenza e ottenere finalmente le prove richieste che il ministero ha dichiarato di possedere».

Sulla vicenda si è espresso anche il Presidente di Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che a Chieti lo scorso 28 settembre, in occasione delle Giornate europee del Patrimonio 2024, ha affermato: «Sono stupito di quanto leggo sulle cronache locali secondo cui qualcuno sostiene che il ministero nasconderebbe addirittura le prove dell’autenticità del Guerriero o non vorrebbe mostrarle. Ritengo davvero molto curioso che qualcuno nel ‘34 potesse aver realizzato un monumento, una statua di quelle dimensioni, di quello stile, di quell’altezza, l’abbia sepolta a Capestrano chissà perché e poi l’abbia tirata fuori inscenando la sceneggiata di un falso ritrovamento. Ovviamente, non sono un archeologo, ma penso che la caratura scientifica, accademica e professionale di chi ha curato e continua tuttora a curare tutti gli aspetti legati ai ritrovamenti archeologici – ha proseguito – ci possa fornire ampie garanzie sull’autenticità di quest’opera e sul fatto che sia giusto assumerla come elemento identificante della nostra regione».

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Incendi a Scerne di Pineto e Chieti Scalo, via libera a scuole e attività produttive dopo le analisi dell’Arta

La Kemipol: «ripartiremo il prima possibile. Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato».

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Le analisi dell’ARTA hanno rilevato la presenza di sostanze potenzialmente pericolose solo nelle aree immediatamente circostanti la Kemipol. I valori nell’area metropolitana di Chieti-Pescara non hanno superato i limiti. Riaprono scuole ed attività produttive.

PESCARA – Le aziende riprendono le attività e gli studenti tornano in classe a Scerne di Pineto, Chieti e negli altri comuni interessati dai fumi provenienti dagli incendi della Kemipol e della MagMa: i timori relativi alla nube tossica si stanno dissipando in seguito ai risultati delle analisi effettuate da ARTA, l’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale.

La rete di monitoraggio della qualità dell’aria nell’area metropolitana di Chieti-Pescara non ha registrato superamenti dei valori limite. L’agenzia ha comunicato che le prime analisi, effettuate a poche ore dall’incidente alla Kemipol, hanno rivelato «concentrazioni significative di sostanze chimiche organiche potenzialmente dannose per la salute umana, limitate però all’area immediatamente circostante il capannone incendiato. Già a un chilometro di distanza dal rogo, la situazione appare meno critica, con livelli di contaminazione decisamente inferiori».

A Scerne di Pineto, l’incendio è stato domato, ma i Vigili del Fuoco e il personale di Kemipol e del Gruppo Innocenti sono ancora impegnati nella messa in sicurezza dell’area. L’azienda, che l’anno prossimo celebrerà il suo cinquantesimo anniversario, ha espresso il desiderio di riprendere le operazioni nel più breve tempo possibile. «Nonostante i nostri sforzi per contenere le fiamme e limitarne gli effetti, siamo stati costretti a evacuare l’azienda in attesa dell’intervento immediato delle forze dell’ordine», si legge in una nota.

«Fortunatamente, nessuno dei nostri collaboratori ha riportato ferite. Desideriamo ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato in questi momenti difficili, in particolare i Vigili del Fuoco di Teramo, L’Aquila, Roseto, Pescara, Chieti e Avezzano, i Carabinieri di Pineto e Atri, la Polizia Stradale di Pineto, il Sindaco di Pineto, i tecnici comunali e la Polizia Municipale. Siamo grati per il loro intervento, che ci dà sicurezza per una pronta ripartenza. Un ringraziamento speciale va anche ai nostri competitor, che ci hanno offerto aiuto mettendo a disposizione i loro impianti per evadere gli ordini. In un mercato competitivo come il nostro, questo gesto è un grande esempio di fair play. Un ulteriore ringraziamento va ai nostri clienti per il loro supporto e comprensione».

Le analisi e i monitoraggi di ARTA dunque, non hanno rivelato situazioni di particolare criticità dopo gli incendi verificatisi a Scerne di Pineto e Chieti Scalo. In Abruzzo, sono installate 16 stazioni fisse di monitoraggio dell’aria, i cui dati, validati dagli operatori dell’agenzia, sono consultabili sul sito dedicato.

Anche se scuole e attività produttive oggi hanno ripreso il loro regolare corso, i divieti legati alla raccolta e al consumo di prodotti ortofrutticoli e foraggio per animali, all’utilizzo delle acque dei laghi ad uso irriguo e al pascolo e razzolamento degli animali restano in vigore fino a domani.

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