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L'Aquila

Tenta di lanciarsi dal viadotto: suicidio sventato dalla Polizia a L’Aquila

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suicidio sventato l'aquila autostrada a24 polizia stradale

L’episodio si è verificato poco dopo la mezzanotte di ieri. L’uomo è stato notato da alcuni automobilisti in transito, che hanno prontamente lanciato l’allarme. Dopo il colloquio con i poliziotti l’uomo si è tranquillizzato ed è tornato sui suoi passi.

L’AQUILA – Quando gli agenti gli hanno chiesto cosa facesse nei pressi della rete di protezione del viadotto “Biselli”, sull’autostrada A24, ha risposto che stava cercando un cappello che gli era volato via. Dopo che i poliziotti gli hanno chiesto se fosse sicuro che fosse questa la ragione, è scoppiato in lacrime ed ha ammesso di aver accarezzato l’idea dell’estremo gesto. Suicidio sventato dalla Polizia Stradale di L’Aquila ieri notte, martedì 12 dicembre, poco dopo la mezzanotte, sul viadotto della A24.

L’uomo era stato notato da alcuni automobilisti di passaggio: era al lato della strada, sdraiato a terra, accanto alla sua auto. Immediatamente sono partite le segnalazioni ed una pantera della Polizia si è precipitata sul posto. Quando è arrivata, ha trovato un’auto sulla corsia di emergenza e un uomo a ridosso della rete di protezione, in evidente stato confusionale.

Stimolato a parlare, l’uomo ha raccontato dei suoi problemi famigliari, rassicurando al contempo i poliziotti: i suoi figli erano a casa con la madre, al sicuro. La presenza dei seggiolini sui sedili posteriori infatti, aveva allarmato gli agenti.

L’uomo ha anche mostrato loro lo scambio di messaggi che poco prima aveva avuto con la moglie, che confermavano il suo racconto. Rassicurati su questo punto, i poliziotti di L’Aquila hanno avviato un dialogo che si è rivelato proficuo ed hanno così sventato il suicidio tentato sul viadotto della A24. L’uomo infatti poco dopo è tornato sui suoi passi ed ha seguito gli agenti presso gli Uffici della Sottosezione Polizia Stradale di L’Aquila, in attesa di alcuni amici che da Roma sono giunti per riaccompagnarlo a casa.

L'Aquila

Pecora sgozzata, cotta e mangiata nel parco in pieno giorno: due arresti

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pecora sgozzata nel parco a pizzoli

I Carabinieri hanno prima trovato tracce di sangue e resti della sfortunata pecora, poi si sono imbattuti in un video sui social nel quale alcune persone trascinavano l’ovino nel parco. Due sono state identificate e sono finite in carcere.

L’AQUILA – Appesa ad un’altalena, dissanguata, scuoiata, cotta e mangiata, di pomeriggio, tra le altalene ed i giochi per i bambini, a Pizzoli. Per il triste epilogo riservato alla pecora sgozzata nel parco in pieno giorno due uomini di origine tunisina sono finiti in carcere, mentre proseguono gli accertamenti per identificare le altre persone che hanno preso parte al banchetto.

La vicenda è stata resa nota dall’agenzia di stampa Agi. Due giudici delle indagini preliminari, Guendalina Buccella e Giovanni Spagnoli, hanno emesso una severa ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Ghaddum Waddah, di 30 anni, e Wadia Mchirgi di 19. Il primo era già sottoposto all’obbligo di dimora, per via di una rissa. Il secondo invece era stato raggiunto da un divieto di dimora, per minacce e lesioni.

Insieme a loro c’erano altre persone ed i Carabinieri sono al lavoro per identificarli. Dovranno rispondere di uccisione di animale in luoghi pubblico e macellazione clandestina. Ad insospettire i militari della stazione di Pizzoli, alcune tracce di sangue. Seguendole, sono arrivati ad un cassonetto che conteneva le interiora della pecora sgozzata nel parco ed i resti della brace. Poco dopo sui social hanno visto un video, che aveva ricevuto anche diverse condivisioni, che mostrava un gruppetto di persone mentre trascinavano l’animale sul luogo del delitto.

Arrivati nell’area giochi, l’ovino è stato appeso ad un’altalena, dissanguato e scuoiato. Poi è stato acceso un fuoco ed è stato cotto. I due arrestati si trovano ora nel carcere di Preturo a causa, scrivono i Gip, di un «rischio di recidiva con riferimento alla commissione di reati commessi con violenza alle persone, un difetto di resipiscenza». Che denota «l’irrefrenabile pulsione alla commissione di reati commessi in particolare platealmente e con violenza».

Gli inquirenti cercheranno anche di stabilire se la pecora fosse stata rubata da qualche allevamento.

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L'Aquila

Azzannata dal suo pitbull a L’Aquila: si trova in condizioni gravissime

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donna aggredita dal suo pittbull a l'aquila

La padrona di un pitbull è stata aggredita insieme ad altre due persone dal suo stesso cane, a L’Aquila, per motivi ancora da chiarire.

L’AQUILA – E’ stata portata d’urgenza in ospedale e sottoposta ad un delicato intervento chirurgica, la donna aggredita la notte scorsa nella sua villetta a schiera dal suo stesso pitbull. Il suo cane infatti ha azzannato lei ed altre due persone, presenti in quel momento.

La padrona del cane è quella che ha avuto la paleggio. Le sue condizioni sarebbero molto gravi e la prognosi resta riservata. LE altre due persone, che non è chiaro se siano parenti conviventi o semplici ospiti della donna, se la sono cavata con una trentina di giorni di prognosi.

Non è chiaro cosa abbia acceso la scintilla di violenza nel pitbull che ha azzannato tre persone, tra le quali la sua padrona, a L’Aquila. Il cane è stato portato via dal servizio veterinario della Asl presso il canile comunale. Sul posto sono intervenute tre ambulanze ed una pattuglia della Polizia Locale

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L'Aquila

Tragedia a Goriano Sicoli, anziano resta intrappolato nell’auto in fiamme

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Potrebbe essere stato un cortocircuito a far scoppiare l’incendio nell’auto dell’anziano morto carbonizzato nelle campagne di Goriano Sicoli. I Vigili del Fuoco sono intervenuti per contenere il rogo che ha coinvolto la vegetazione ed hanno fatto la macabra scoperta.

L’AQUILA – I Vigili del Fuoco sono intervenuti per circoscrivere e domare un incendio che si era sviluppato nelle campagne di Goriano Sicoli e quando hanno spento le fiamme hanno effettuato la macabra scoperta: un anziano di 93 anni originario di Cocullo è morto carbonizzato all’interno della sua auto.

Il rogo sarebbe divampato proprio all’interno dell’abitacolo della vecchia Panda, forse a causa di un cortocircuito. L’anziano non sarebbe riuscito ad uscire in tempo e sarebbe rimasto intrappolato all’interno dell’auto in fiamme.

Sulla vicenda indagano i Carabinieri della Compagnia di Lanciano, i quali hanno subito informato lam Procura.

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