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SICS – OPSA: una mano ed una zampa per il salvataggio in acqua

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Nella giornata di Domenica 15 Giugno dalle ore 10.00 alle ore 12.00 le Unità Cinofile della SICSAbruzzo e gli Opsa Croce Rossa di Giulianova presso lo stabilimento balneare SABBIA D’ORO di VillaRosa di Martinsicuro saranno impegnati in una esercitazione congiunta per la sicurezza in mare. 

 

MARTINSICURO – Nella giornata di Domenica 15 Giugno dalle ore 10.00 alle ore 12.00 le Unità Cinofile della SICSAbruzzo e gli Opsa Croce Rossa di Giulianova presso lo stabilimento balneare SABBIA D’ORO di VillaRosa di Martinsicuro saranno impegnati in una esercitazione congiunta per la sicurezza in mare. 

L’esercitazione ha il patrocinio da parte del Comune di Martinsicuro.

L’esercitazione con l’uso del gommone, moto d’acqua, canoe, tavola rescue servirà alle due squadre (Opsa e SICS) si affiatino sulle procedure di soccorso in acqua vista la stretta collaborazione che si è creata tra le due componenti per tutta la stagione estiva da due anni a questa parte.

Infatti le Unità Cinofile della SICS hanno affiancato, a Giulianova, i bagnini Opsa CRI nel controllo delle spiagge libere. Il lavoro ha permesso a tutti gli equipaggi di effettuare addestramenti e simulazioni di intervento familiarizzando con tecniche operative mettendo a punto nuove modalità di intervento comuni.

In questa giornata si metteranno in campo  tutte le attività  didattiche,  natatorie, professionali e sportive che possano essere utili per la preparazione psico-fisica dei partecipanti, oltre a diffondere una cultura cinofila in cui il cane possa essere compreso come soggetto indispensabile e complementare all’operato umano e dispensatore di aiuto e supporto.

Sarà presente la Capitaneria di Porto di Martinsicuro. 

Responsabile OPSA – CRI Claudio Lamolinara e Presidente SICSAbruzzo Mariangela De Michele e sarà l’inizio di continui e costanti perfezionamenti, approfondimenti e miglioramenti dove due squadre si troveranno ad una continua revisione e messa in discussione dei risultati raggiunti, di se stessi e del proprio cane, per ottenere al fine delle Unità Cinofile pronte ad intervenire H24 con cognizione di causa affiancando i Bagnini OPSA, nella massima sicurezza per se, per il cane e per il malcapitato, consci dei propri limiti e pronti ad intervenire mettendo a disposizione del prossimo la propria vita ed il proprio bagaglio di esperienze e conoscenze.

Questa crescita, senza dubbio positiva, richiede degli sforzi ulteriori rispetto a quelli, ENORMI, che già si stanno facendo. Far crescere questa organizzazione con il sociale, infatti, richiede un grande impegno da parte dei volontari che viene ripagato col vederli impegnarsi per poter raggiungere risultati positivi mettendo in campo ideali, valori veri e sano spirito di sacrificio. Quello spirito di sacrificio che è elemento indispensabile per la preparazione alle attività estese anche a programmi di carattere sociale e ambientale in cui sono coinvolti principalmente i giovani, i bambini delle scuole, i portatori di handicap, ecc. 

Molto tempo è passato dal primo salvataggio e ormai, le persone che devono la vita ai cani della SICS sono molti. Alcuni ci sono riconoscenti per interventi che hanno salvato la vita nel  significato più stretto del termine, altri si sono visti aiutare anche se solo in difficoltà per un crampo o un malora, altri ancora hanno potuto,grazie all’intervento della SICS, risalire su un’imbarcazione in avaria o essere aiutati a riportare la propria barca verso riva.

Insomma, la SICS ha aiutato la salvaguardia della vita in acqua in innumerevoli occasioni e modalità.

Nel 2010 sono ben quattordici le vite salvate dalle nostre forze.

Nel 2011 sono state ventuno quelle tratte in salvo.

Nel 2012, sono trentatre le persone salvate e quattro in Abruzzo.

Nel 2013 sono state dieci quelle tratte in salvo.

 

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Porta la droga al figlio carcerato a Castrogno: arrestata

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carcere castrogno teramo

La donna aveva occultato circa 10 grammi di cocaina nelle parti intime, ma la Polizia Penitenziaria li ha trovati durante la perquisizione.

TERAMO – L’amore materno spinge a compiere i gesti più considerati e può portare addirittura a farsi arrestare. Una donna è infatti stata fermata ed arrestata durante una visita nel carcere di Castrogno, perché ha tentato di portare della droga al figlio detenuto.

I fatti si sono svolti ieri, giovedì 4 luglio. A darne notizia è Giuseppe Pallini, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che spiega: “Questa mattina [ieri, ndr]la Polizia Penitenziaria di Teramo ha arrestato in flagranza di reato la mamma di un detenuto mentre tentava di consegnare la droga al figlio detenuto. La cosa non è sfuggita agli agenti rinvenendo dopo una minuziosa perquisizione nelle parti intime della signora circa 10 grammi di cocaina. Tutto ciò è stato possibile grazie al fiuto impeccabile della Polizia Penitenziaria che ha svolto come sempre il suo delicato compito con costanza e spirito di abnegazione». Il sindacalista, a nome del Sappe, «rivolge un plauso al personale di Teramo, che con non poche difficoltà riesce a contrastare l’introduzione di droga e oggetti non consentiti all’interno degli istituti penitenziari pur non avendo una strumentazione tecnologica adeguata e una carenza di personale cronica” e, per tanto, auspica vengo loro riconosciuta una adeguata ricompensa ministeriale.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, «il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dunque dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Questa potrebbe essere la strada da seguire per togliere dal carcere i tossicodipendenti e limitare sempre di più l’ingresso di sostanze stupefacenti, unito ovviamente a tutte le attività di prevenzione, come l’utilizzo delle unità cinofile che sono anch’esse fondamentali nel contrasto dei tentativi illeciti e fraudolenti di ingresso e smercio di droghe in carcere», conclude.

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Abruzzo

Più di 1700 reperti storici recuperati dai Carabinieri nel 2023

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nucleo tutela patrimonio culturale l'aquila 2023 2

Il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale dell’Aquila ha reso noto il bilancio delle attività investigative svolte nel 2023: 6 denunce per furto, 21 persone indagate a vario titolo, 75 beni antiquariali archivistici e librari e 1681 reperti archeologici e paleontologici recuperati.

L’AQUILA – Ha solo tre anni, ma è cresciuto abbastanza in fretta il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale dell’Aquila, che ha competenza su Abruzzo e Molise e che oggi ha reso noto il bilancio dell’attività svolta nel corso del 2023 a contrasto e repressione di fenomeni criminali quali scavi clandestini, furti di beni culturali e contraffazione di opere d’arte.

Le attività del TPC hanno potuto contare sull’ausilio di altri reparti dell’Arma, come il 5° e il 16° Nucleo Elicotteri di Pescara e Rieti, il Nucleo Subacquei di Pescara e sul lavoro in sinergia con il personale delle Soprintendenze, degli Archivi e delle Diocesi. In questo modo sono state monitorate 99 aree aree archeologiche e zone tutelate da vincoli paesaggistici o monumentali, mentre i controlli in esercizi commerciali di settore come mercatini, esercizi antiquariali e fiere sono stati 54. 2 quelli museali.

Tra le attività più importanti del Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di L’Aquila nel 2023, la restituzione di una campana in bronzo risalente al 1864 alla parrocchia di Santa Maria Assunta di Ripabottoni, rinvenuta da privati nell’abitazione di un congiunto defunto e restituita alla comunità, il sequestro del tomo del 1662 intitolato “Gesta Virtutes et miracula B. Ioannis a Capestrano”, sottratto in epoca imprecisata dalla Biblioteca del Convento Francescano di Artena, la restituzione del dipinto raffigurante l’immacolata concezione alla Parrocchia di San Paolo Apostolo di Fiamignano, risalente al XVIII secolo.

Nel corso di tre distinte perquisizioni sono stati recuperati un tabernacolo in pietra risalente al XVI-XVII sec., oggetto di furto all’interno del Monastero della Beata Antonia, sito a L’Aquila, 144 beni di natura archeologica, 12 documenti archivistici risalenti al 1600-1800 e 2 dipinti olio su tavola, risalenti al 1600 di provenienza delittuosa.

A Basciano, in collaborazione con alcuni residenti, sono state recuperate quattro iscrizioni su pietra risalenti all’età romana e provenienti originariamente dal locale sito archeologico Vicus di San Rustico. I reperti, grazie alla proficua sinergia fra le istituzioni, sono stati esposti da luglio a dicembre 2023 nel Palazzo Comunale di Basciano. Infine a Chieti, a seguito di un’attività di monitoraggio dei siti di e-commerce coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Chieti, sono state sequestrate varie monete di natura archeologica e nello specifico monete d’argento di epoca Repubblicana e di età imperiale, monete di epoca tardoantica e di esemplari medioevali delle zecche dell’Italia centrale orientale (zecche di Ancona, Guardiagrele e Chieti).

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Ascoli Piceno

Paura sull’Ascoli-Mare per un incendio: un camion ha preso fuoco

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vigili del fuoco aereo precipitato trecastelli

Il mezzo è stato improvvisamente avviluppato dalle fiamme all’altezza dello svincolo per l’autostrada, tra i territori di San Benedetto del Tronto e Monteprandone.

ASCOLI PICENO – Un camion stava procedendo l’Ascoli-Mare in direzione ovest quando, per cause ancora da accertare, a bordo si è generato un incendio ed il mezzo ha preso improvvisamente fuoco, sprigionando una densa colonna di fumo nero. L’episodio si è verificato nel primo pomeriggio di oggi, martedì 12 marzo, all’altezza dello svincolo autostradale.

L’autista fortunatamente è riuscito ad uscire in tempo dal mezzo, che è stato rapidamente avvolto dalle fiamme. Sembrerebbe che stesse trasportando bancali di legno. Il traffico è stato bloccato in direzione ovest, mentre procede a rilento nella direzione opposta, anche a causa delle scarse condizioni di visibilità generate dal fumo.

Sul posto sono rapidamente intervenuti i vigili del Fuoco, che si sono messi all’opera per spegnere l’incendio a bordo del camion andato a fuoco sull’Ascoli-Mare

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