Quando uno muore cosa sente ? che sensazioni si provano ? usciamo dal nostro corpo materiale ?
Una ricerca scientifica cerca di dare risposta a queste domande dopo aver ascoltato i racconti di persone che hanno vissuto una esperienza di premorte e che poi sono tornate in vita.
Lo studio condotto dall’ Università di Southapton prevedeva l’ascolto dei racconti di oltre duemila persone che hanno subito un arresto cardiaco in 15 ospedali del Regno unito, le analisi hanno rivelato l’esistenza di una “finestra di consapevolezza” di alcuni minuti dopo che il cuore ha smesso di pompare sangue.
Quasi il 45% dei sopravvissuti ad un arresto cardiaco, poi rianimati, descrive un qualche tipo di coscienza nel periodo di tempo in cui erano clinicamente morti, prima che il loro cuore fosse rianimato.
C’è una vita dopo la morte ?
Molte sono le esperienze raccolte in questi anni in altrettanti libri che raccontano di persone clinicamente decedute che lasciano il loro corpo e di aver assistito alle manovre di rianimazione sul loro corpo da un angolo della stanza, o da un punto di vista sollevato rispetto al loro corpo.
Sappiamo che il cervello non può funzionare quando il cuore cessa di battere, si disattiva immediatamente 20-30 secondi dopo che il cuore si e’ fermato..
Sam Parnia ricercatore di New York sostiene che nonostante non ci sia più battito cardiaco e il cuore sia “fermo” la consapevolezza cosciente continua per più di 3 minuti dopo l’arresto cardiaco , non si tratta di immaginazione o autosuggestione, prosegue Parnia, molte persone descrivono tutto quello che accade nella stanza: discorsi fatti tra operatori sanitari, bip di macchinari , tutte cose che succedono durante la completa incoscienza dei pazienti.
Dei 2060 casi di pazienti in arresto cardiaco resuscitati e studiati per questa ricerca, il 23% di loro sostiene di aver avuto una esperienza di qualche tipo di consapevolezza mentre venivano rianimati.
I racconti però non sono tutti uguali, alcuni pazienti infatti non ricordano dettagli specifici ma sembrano emergere dei temi comuni, uno su cinque dice di aver sentito un insolito senso di pace e quasi un terzo ha avuto la sensazione che il tempo rallentasse o accellerasse, una luce intensa, un grande sole luminoso, una sensazione di annegamento.
Intervista a Marco tornato dopo la morte.
Marco è un giovane ragazzo di 27 anni di Martinsicuro e come ogni ragazzo dopo una settimana lavorativa passata dentro ad una fabbrica a rifinire pezzi di carbonio per auto da corsa, decide in un piovoso sabato sera di novembre di uscire con gli amici per divertirsi e passare una serata in allegria.
Ma purtroppo non sa che quel sabato sera segnerà per sempre la sua vita e la vita dei suoi amici.
Dopo essersi incontrati nella piazza del paese i 3 amici decidono di partire con la loro auto in direzione di una famosa discoteca del riminese: Marco e al lato del guidatore, ride e scherza con i due amici quando all’improvviso una gomma della loro auto urta un grosso pezzo di metallo perso da un autotreno lungo la carreggiata dell’autostrada.
Chi è alla guida sorpreso da questo enorme pezzo di ferro cerca di evitare in tutti i modi l’impatto, ma durante le manovre evasive perde il controllo dell’auto che sbandando urta il guard rail e “cappotta” piu’ volte.
-Ciao Marco come stai ?
Marco : Ciao, adesso bene grazie.
-Ti va di raccontarci questa tue esperienza di premorte ?
Marco : Beh non so se possa essere definita esperienza di premorte o meno, però di sicuro sapevo che ero molto vicino a passare oltre: oltre questa vita.
-Perché dici di essere stato molto sicuro di passare oltre?
Marco : In quel momento mi sono sentito trasportato, mi sono sentito sospeso tra due mondi. Infatti in quel momento stavo pensando che fosse arrivata la mia ora, però non ero preoccupato anzi, l’unica forte sensazione era quella che mi stavo staccando dai miei cari e mi preoccupavo perchè avevo paura di non vederli mai più e di non poter nemmeno dire ciao a mia madre e ai miei nipotini… però una parte di me si sentiva attratta da quello che c’era oltre.
–Quindi hai sentito che la vita continua oltre la morte?
Marco: In un certo senso sì ho sentito che stavo andando da un’ altra parte però non so dirti dove!
-Spesso in queste esperienze si vede la luce o cose simili tu cosa vedevi?
Marco: Sinceramente non ho visto niente, vedevo solo buio; provavo a parlare ma non potevo; non avevo controllo sul mio corpo è l’unica cosa che ricordo perfettamente era la sensazione di passare oltre, una sensazione dolce e piacevole….. poi ad un tratto vedevo il mio corpo disteso sull’asfalto e gente intorno a me, ricordo le luci dell’ambulanza e uno dei miei amici disteso a terra.
-Poi cosa ti è successo?
Marco: Dopo quel tempo trascorso in quella particolare situazione, non ricordo più niente. Mi sono svegliato il giorno dopo, nel letto d’ospedale e mi hanno detto che ero andato in arresto cardiaco per più di 3 minuti mentre gli operatori sanitari mi “defibrillavano”. Poi mi hanno detto che per circa un’ora mi sono trovato in serio pericolo di vita.
–Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Marco:Inizialmente mi sono ritrovato molto confuso e così è stato per i giorni a seguire..un enorme confusione… mi sono ritrovato a fare i conti con la vita e tutte le credenze che ho rispetto alla morte. Penso di essermi trovato sospeso tra qui e quello che c’è dopo la morte, sono contento di essere vivo e da quel giorno mi lascio preoccupare meno da tutto ciò che la vita riserva per noi ed ho cominciato a dare più importanza alle cose quotidiane, che prima forse consideravo scontate e sinceramente sento che si è accesa una speranza: la forte speranza che la vita non finisce con la morte.
-Ora hai paura della morte?
Marco: Se devo essere sincero sì, però è una paura diversa rispetto a quella che avevo prima di questa esperienza, prima pensavo che sarebbe stata la fine di tutto ora la mia paura è più simile a quella che si prova prima di un lungo e avventuroso viaggio, non sai cosa ti succederà. Però sento che non sarà niente di preoccupante, anzi, magari forse la morte è la cosa più bella che ci possa accadere: mi sento come un bruco che prima o poi diventerà farfalla.