Se il vostro cane o gatto presenta un aumento della sete (“Polidipsia”), un aumento dell’urinazione (“Poliuria”), un aumento della fame (“Polifagia”) e una concomitante “Perdita di peso” portatelo subito dal veterinario per un controllo perché potrebbe essere affetto da diabete.
Che cos’è il diabete?
Per diabete si intende una serie di malattie metaboliche tutte caratterizzate da abbondante produzione di urine scarsamente concentrate. La forma più diffusa e più famosa è il diabete mellito (dal latino mellitus: dolce come il miele) che si distingue dalle altre forme perché le urine sono ricche di glucosio e quindi dolci (ebbene sì, i primi medici, in assenza dei laboratori analisi, facevano diagnosi di diabete mellito assaggiando le urine dei pazienti). A monte del problema vi è un deficit funzionale del pancreas endocrino che non riesce più a produrre in maniera adeguata un ormone importantissimo: l’ insulina. Dopo il pasto (negli esseri umani così come nel cane e nel gatto) nel sangue aumenta il glucosio; questo stimola la produzione di insulina, la quale permette al glucosio di entrare dentro alle cellule per essere consumato. Nei diabetici il glucosio si accumula nel sangue senza poter essere utilizzato; i reni, filtrando il sangue, eliminano moltissimo glucosio in eccesso, che normalmente dovrebbe essere tutto riassorbito e non perso con le urine. I pazienti, nonostante mangino molto sotto lo stimolo della fame, tendono a deperire perché non riescono, in assenza di insulina, ad usufruire di quello che mangiano mentre il sangue diventa sempre più dolce, ai limiti della tossicità.
Da cosa è causato?
Innanzitutto occorre distinguere tra diabete non insulino-dipendente, che è una forma reversibile presente nei soggetti obesi e che si può controllare semplicemente con la dieta e l’esercizio fisico, ed il diabete insulino-dipendente, in cui il pancreas viene definitivamente distrutto e c’è bisogno di fornire insulina al paziente.
Nel gatto sono più frequenti le forme transitorie, di solito nei maschi castrati ed obesi.
Nel cane sono più frequenti le forme insulino-dipendenti, scatenate da predisposizione genetica, infezioni al pancreas, farmaci come il cortisone se non adeguatamente dosato, altre patologie endocrine (morbo di Cushing), disordini alimentari che mantengono uno stato di infiammazione cronica di intestino e pancreas. Nelle femmine non sterilizzate si manifesta un diabete transitorio durante il diestro, cioè nel mese e mezzo che segue l’ovulazione, in quanto il progesterone antagonizza l’insulina.
Come si diagnostica?
Si diagnostica rilevando contemporaneamente iperglicemia (aumento del glucosio nel sangue oltre il limite massimo) e glicosuria (glucosio nelle urine, che normalmente dovrebbe essere del tutto assente) con valori molto sopra al normale oppure per molti giorni di seguito.
Cosa succede se il diabete mellito non viene curato?
Se il diabete viene trascurato l’ accumulo di glucosio nel sangue e nei filtri organici (reni e fegato) può portare a danni gravissimi nel tempo: lipidosi epatica, insufficienza renale cronica, incompetenza del sistema immunitario, cardiopatie, cataratta bilaterale (soprattutto nel cane), disturbi neurologici (soprattutto nel gatto).
La complicazione estrema, con prognosi molto infausta e rischio altissimo di morte, è la chetoacidosi diabetica. Questo accade quando la carenza assoluta di insulina e di glucosio utilizzabile va a stimolare nel fegato l’ossidazione degli acidi grassi e la chetogenesi. Ovvero, quando organi nobili come cervello e cuore non ricevono glucosio, l’organismo li nutre con i corpi chetonici, molecole prodotte a partire dagli acidi grassi; molecole che però acidificano moltissimo il pH del sangue, fino a livelli incompatibili con la vita, portando a insufficienza renale acuta, insufficienza respiratoria, coma e morte.
Come si cura il diabete mellito?
Nei casi non insulino-dipendenti basterà cambiare la dieta (dovrà essere ipocalorica e ricca di fibre) ed aumentare le passeggiate, il gioco e l’esercizio fisico. Nei casi insulino-dipendenti occorre anche somministrare insulina per via iniettabile (sottocute o intramuscolo). Esiste in commercio un’insulina ad uso veterinario a rilascio intermedio, che va generalmente somministrata due volte al giorno dopo i pasti. Il target della terapia è quello di mantenere costante la glicemia durante il giorno (tra 100 mg/dl e 300 mg/dl) tutti i giorni. Esistono dei dosaggi medi consigliati, però la dose migliore del singolo paziente si raggiunge per prove ed errori, di solito dopo 1 mese dalla diagnosi si riesce a stabilizzare la glicemia e trovare la posologia adatta al soggetto. Nel fare tutto ciò è essenziale la collaborazione del proprietario, che dovrà somministrare pasti regolari e misurati due volte al giorno, senza extra, e di seguito praticare l’iniezione di insulina, dovrà portare l’animale a controllare la glicemia dal veterinario a cadenze regolari, dovrà riferire se il cane o gatto beve o urina di più del solito e ogni sintomo notato a casa.
Una volta trovata la dose adatta, può bastare anche un controllo ogni 3 mesi ma se si notano dei problemi o delle complicazioni può essere necessario anche ricorrere alla misurazione della curva glicemica, cioè misurare, nell’ambito di una giornata tipo del cane o gatto, la glicemia ogni 2 ore per vedere come e quando si verificano gli episodi di iperglicemia o ipoglicemia gravi.
Gestire un 4 zampe diabetico è molto più semplice di quanto sembri, basta solo mantenere un filo diretto col proprio veterinario e servirà a prevenire guai, questi sì, molto seri.