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Abruzzo

Ricostruzione, il Governo ridimensiona il ruolo di Comuni e Regioni, i Governatori protestano

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TERAMO – È stato firmato questa notte, l’atto di conversione del decreto Genova. Una modifica apposta all’ultimo minuto ha però scatenato le ire dei Presidenti delle Regioni terremotate. Il Governo ha deciso infatti, di aggiungere un emendamento che toglie loro, subcommissari al terremoto, il potere di condivisione delle ordinanze commissariali. In sostanza, viene ridimensionato parecchio il ruolo decisionale che avevano in merito alla Ricostruzione. I Presidenti delle Regioni, denunciano pertanto un’esautorazione di potere, che li colloca al semplice ruolo di spettatori.

Una decisione che non ha certo trovato d’accordo il Presidente vicario Lolli, né i suoi corrispettivi Luca Ceriscioli, Nicola Zingaretti e Katiuscia Marini. I Governatori di Abruzzo, Marche, Lazio ed Umbria hanno deciso di manifestare la propria avversione al decreto, rinunciando a partecipare ad una riunione convocata dal Commissario. Hanno spiegato le loro motivazioni con una nota congiunta, nella quale la manovra del Governo viene definita un <<colpo di mano>> e in cui si legge che <<mentre per Genova giustamente si nomina Commissario il sindaco della città, per il terremoto si esautorano i presidenti e i sindaci dei territori perché di fatto questa impostazione riduce a livello di ‘osservatori’ anche i sindaci dei Comuni del cratere che oggi si esprimono nei comitati della ricostruzione sui decreti in essere>>.

La decisione presa dalla maggioranza viene interpretata come una <<svolta centralista del Governo>>, ed è considerata <<grave e miope perché moltissime scelte della ricostruzione impattano direttamente con norme e leggi di carattere regionale. La non condivisione dei decreti prima della loro stesura produrrà sicuramente contenziosi ricorsi e aumenterà quella confusione burocratica che si dice volere combattere. La ricostruzione si fa nei territori e non a palazzo Chigi>>. I Presidenti promettono battaglia ed affermano: <<valuteremo un ricorso alla Consulta per verificare la lesione del principio di leale collaborazione tra istituzioni. Questa impostazione, oltre al rallentamento delle procedure, allontana non poco le sedi decisionali dagli amministratori locali, dai cittadini, dai professionisti, dagli operatori economici che nei territori pretendono giustamente di essere coinvolti nella fase di ricostruzione dei loro Comuni. In attesa di essere ricevuti dal presidente del Consiglio – concludono – che mai ha accettato la nostra richiesta di un incontro avanzata ormai da tempo, oggi non parteciperemo all’incontro con il neo Commissario anche perché, a causa delle scelte compiute, non si comprende più quale sia il senso e la funzione di questo Comitato>>.

Ai microfoni di Rainews 24 è tornato sull’argomento il Presidente della Regione Marche Ceriscioli che ha commentato: << Una “manona” [riferita al “colpo di mano” ndr] condivisa con il governo per dare un segnale di neocentralismo. Ci aspettavamo un ruolo crescente dei territori, si è verificato l’opposto. Anche i sindaci vengono di fatto messi fuori, non ha più senso neanche partecipare alla commissione paritetica. È qualcosa che va contro le aspettative di tutti e che renderà più difficile il percorso di qualunque scelta.  È un’azione contraria ai principi costituzionali, con il rischio di invalidare l’importante strumento dell’emergenza proprio per una mancata intesa con le Regioni. Finora nel rapporto tra Governo e Regioni per gestire le ordinanze della ricostruzione era prevista l’intesa, le Regioni collaboravano con il governo per fare in modo che le ordinanze fossero il più possibile aderenti alle esigenze del territorio nel rapporto con le richieste dei sindaci, quindi l’intesa suggellava quel rapporto tra governo e territorio nel gestire le diverse situazioni che riguardano la ricostruzione. Incontravamo assemblea dei sindaci e comitato istituzionale per poi portare la voce del territorio su tutte le scelte, dalle opere da realizzare a dove mettere risorse. Con questa eliminazione diventiamo soggetti esautorati rispetto al terremoto. Una scelta assurda che mette in difficoltà lo stesso commissario, lasciato solo a portare avanti le iniziative, costretto a caricare tutto su di sé. Difficile da immaginare>>.

Teramo

Convocato per il 30 luglio il Consiglio Comunale a Martinsicuro

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Lo ha comunicato il presidente Umberto Tassoni. Seconda convocazione per il giorno successivo.

TERAMO – Si riunirà il prossimo 30 luglio alle 13:15 in prima convocazione ed il giorno successivo alla stessa ora in seconda convocazione, il Consiglio Comunale di Martinsicuro, come reso noto dal presidente Umberto Tassoni.

Due gli appuntamenti all’ordine del giorno:

  • Riconoscimento debito fuori bilancio ai sensi dell’art. 194, comma 1 lett. a.d. lgs. n. 267/200 – sentenza Tribunale di Teramo n. 1253/2023
  • Assestamento generale di Bilancio 2024/2026 e verifica degli equilibri ai sensi degli artt. 175, comma 8 e193 del d. lgs. n. 267/2000

La seduta del Consiglio Comunale può essere seguita in diretta sulla pagina Facebook del Comune.

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Abruzzo

In arrivo il primo weekend da bollino rosso: Anas sospende 900 cantieri

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Per far fronte al primo grande esodo estivo, Anas ha comunicato che circa il 70% dei cantieri presenti sulle strade e sulle autostrade è stato sospeso. Alcuni però restano inamovibili.

TERAMO – Dal 27 luglio al 3 settembre verranno sospesi 906 cantieri presenti sulle strade e sulle autostrade del Paese, pari al 70% di quelli attualmente attivi. Lo ha comunicato Anas, spiegando di aver preso questa decisione per agevolare il traffico durante il periodo dell’esodo estivo.

«In vista dell’esodo estivo – ha spiegato l’Amministratore Delegato Aldo Isi – abbiamo potenziato i presìdi su tutto il territorio nazionale e limitato la presenza dei cantieri con l’obiettivo di rendere più agevole e sicuro per tutti gli utenti il viaggio lungo gli itinerari di breve, media e lunga percorrenza della nostra rete».

Non tutti i cantieri presenti sulle autostrade però potranno essere sospesi e per conoscere quali sono quelli inamovibili Anas invita i viaggiatori a consultare prima di partire la pagina Esodo Estivo.

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Pescara

L’omicidio di Thomas era premeditato, il movente un debito da 70 euro

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Il ragazzo sedicenne ucciso a Pescara sarebbe caduto in un agguato: il branco lo stava cercando per un debito da 70 euro legato allo spaccio di hashish. E’ quanto emerso dalle analisi dei cellulari dei presunti killer e e dei loro complici.

PESCARA – L’omicidio di Thomas Luciani, il sedicenne brutalmente ucciso in un parco nel centro di Pescara lo scorso 23 giugno, sarebbe stato premeditato. Il ragazzo non avrebbe incontrato casualmente i suoi assassini, ma questi sarebbero stati sulle sue tracce , in una sorta di caccia all’uomo. A tradirlo, un selfie nei pressi della stazione, che ha fornito indizi sulla sua posizione a chi lo stava cercando. Il motivo, un debito da 70 euro.

Per l’omicidio di Thomas sono stati fermati due ragazzi, coetanei della vittima. Insieme a loro, erano presenti altri quattro ragazzi. Dopo averlo accoltellato a morte, lo hanno lasciato agonizzante, tra le sterpaglie, non lontano dalla stazione centrale di Pescara. Poi sono andati al mare.

Thomas, originario di Rosciano, ma ospite di una comunità molisana, avrebbe utilizzato i 70 euro che il branco gli aveva affidato per acquistare hashish, per divertirsi con gli amici a Pescara nel fine settimana. Il sabato il presunto omicida ha provato più volte a mettersi in contatto con lui, ma aveva il telefono spento, anche per non dover rispondere alla comunità. La domenica il ragazzo viene immortalato in un selfie caricato sui social da un amico, nei pressi della stazione. Il branco esce a cercarlo. Uno dei due presunti killer ha un coltello con sé. Nei piani di Thomas ci sarebbe quella di far ritorno alla comunità che lo ospita. E’ in cerca di 10 euro per il treno per Vasto, dove abita la sua ragazza. Da lì, avrebbe raggiunto Campobasso. Il treno partiva alle 18:00. Attorno alle 17:00 però il ragazzo ha incontrato i suoi assassini ed è stato ucciso in un parco.

E’ quanto hanno ricostruito gli inquirenti tramite l’ascolto delle testimonianze e l’analisi dei telefoni cellulari delle persone coinvolte, tutte minorenni. A far propendere per l’ipotesi dell’agguato premeditato sono due elementi in particolare: la foto che ritrae Thomas nei pressi del luogo del delitto, poche ore prima del suo omicidio, e un video che lo ritrae in sella ad uno scooter in compagnia di uno dei presunti assassini, nel 2023. Questi aveva dichiarato di non conoscere l’identità della vittima.

Il gip del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, Cristina Tettamanti, ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai legali di uno dei due sedicenni indagati per l’omicidio, che resta dunque nel carcere minorile di Bari: non sarebbero emersi indizi e circostanze utili, secondo il giudice, a far dubitare della capacità di intendere e di volere del minore, quanto piuttosto una fredda determinazione nel commettere l’azione delittuosa. Per i legali il ragazzo è a rischio suicidio. L’altro sedicenne indagato si trova attualmente nell’istituto penale minorile di Roma.

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