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Ancona

Incontro e confronto tra occidente e mondo arabo: la giornalista siriana Asmae Dachan racconta la fuga verso la speranza

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conferenza asmae dachan jesi

JESI – La sera del 15 giugno scorso, nel Cortile del Museo Stupor Mundi, si è tenuta la prima delle iniziative programmate in estate dalla Fondazione Federico II Hohenstaufen. Proseguiranno quelle varate nel secondo semestre, ampliandone alcune e corredando altre di particolari proposte. Come appunto è avvenuto per questa che prevedeva un incontro-conferenza a Jesi con la giornalista Asmae Dachan su ‘Occidente e mondo arabo tra passato e presente’, argomento abbinato a ‘Dolci e musica araba’. È stato appunto questa ad introdurre la manifestazione con Rachid Sed, musicista arabo che suona non solo strumenti tradizionali come chitarra e liuto, ma anche un lautar marocchino di cui ha spiegato le caratteristiche.

Simile ad un grande mandolino rivestito di pelli di capra, ha tre o quattro corde che producono quattro gradi di tonalità, sta a dire una gamma di sfumature sonore raddoppiate rispetto a quelle di strumenti classici. Quanto ha fatto ascoltare è stato un suggestivo ‘jazz arabo d’improvvisazione’: una prova di fantasia e ricercatezza esecutiva per chi si cimenta con uno strumento simile.

È stato il presidente della Fondazione, Paolo Mariani, a presentare alla platea di Jesi Asmae Dachan, giornalista siriana professionista, fotografa, scrittrice, poetessa. Laureata ad Urbino, si è specializzata in settori diversi della comunicazione ad indirizzo culturale, pedagogico, religioso. Titolare dal 2012 della cattedra di arabo all’università di Macerata, è stata inviata in tutto il mondo anche in pericolose zone di guerra. Si è prodigata così lodevolmente nella promozione di un dialogo interreligioso da essere stata nominata Cavaliere al Merito. La sua relazione si è configurata come un resoconto filmato di alcune delle sue più drammatiche esperienze vissute in paesi sconvolti da guerre e disastri naturali dai quali molti sono fuggiti e continuano a fuggire. Il racconto ha preso avvio da una constatazione. Osservando una carta geografica il Mediterraneo appare come un lago chiuso, piccolo rispetto al resto del mondo. Sulle sue rive da millenni sono fiorite e si sono incontrate grandi civiltà. Da una sponda all’altra si sono allacciati traffici e scambi commerciali, lingue diverse si sono contaminate. Eppure oggi il Mediterraneo non è più visto come ‘un lago che non divide, ma unisce’. È avvenuto soprattutto per una contesa posizione strategica dei paesi che sul Mediterraneo si affacciano e per lo sfruttamento delle loro potenziali risorse economiche. Da aggiungere che in alcuni di questi territori la non osservanza dei diritti umani aggrava anche i rapporti interni oltre a quelli con paesi limitrofi. Se si è obiettore politico, ha rilevato la giornalista, è impossibile ottenere un visto per uscire dai confini. Gli oppositori ai regimi rischiano il carcere o l’impiccagione.

A soffrire di questa situazione sono in modo particolare donne e bambini. Achae Dachan ne ha portato diversi esempi. Il primo è stato l’incontro a Lesbo, definita ormai ‘la Lampedusa della Grecia’, con una sposa-bambina. Venduta a dodici anni da suo padre, poverissimo, ad un uomo facoltoso di decine di anni più grande di lei, era riuscita, tredicenne, a fuggire con l’aiuto di un parroco rifugiandosi prima il Libia, poi in Grecia. Intercettata, viveva a Lesbo ormai da reclusa con una bambina nata dal suo forzato matrimonio. In Siria, un’altra sconvolgente esperienza ad Aleppo, poco prima che la splendida città venisse rasa al suolo: l’incontro con un bambino-soldato, in sella ad una bicicletta con un fucile allacciato sulle spalle. Almeno cinquemila della stessa età ne sono reclutati per combattere. Sommariamente addestrati, restano invisibili. Se riescono a fuggire subiscono traumi psicologici devastanti. Altro dramma, le scuole. In Siria non ne esistono più. Sono state bombardate o distrutte dal terremoto. Ha potuto solo apprestare una classe d’emergenza, in una fabbrica abbandonata in macerie, una volonterosa insegnante. Niente banchi, solo alcune sbarre di ferro su cui appoggiare due o tre quaderni. La frequentano bambini senza sorriso che guardano chi li fotografa con gli occhi sgranati di uno stupore innocente. Anche in Tanzania la situazione delle donne è terribile. Esistono nel paese culture, etnie, religioni diverse come in Etiopia. Non vi sono contrasti fra musulmani e cristiani, ma le donne, generalmente assunte come collaboratrici domestiche, sono spesso portate nei paesi del Golfo e ridotte in schiavitù. Alcune piccole associazioni italiane, fra le quali una marchigiana, le aiutano per quanto possono. Iman e preti cattolici collaborano dell’assistenza a queste sfortunate. Asmae Dachan ha parlato in particolare di una di loro, mostrata in video: una ragazza smagrita, rapata a zero, lo sguardo riconoscente e un sorriso ppena accennato. Quando la giornalista si è avvicinata per abbracciarla, l’hanno fermata. ‘Non bisogna toccarla – hanno avvertito – Ha l’HIV’. Orfana, sola, vittima di abusi, aveva contratto la terribile malattia da un mostro che l’aveva schiavizzata. Si contano ovunque centinaia di orfani, ha aggiunto la relatrice. Molti ne spariscono o sottratti da trafficanti di organi, o per diventare anch’essi schiavi sessuali, o per essere mandati allo sbaraglio in guerra.

Inimmaginabili sofferenza. Asmae Dachan non ha voluto tuttavia concludere la sua relazione a Jesi con note di estremo sconforto. ‘La speranza esiste comunque anche in situazioni estreme – ha osservato – Da generazione a generazione le situazioni cambiano moltissimo e, se pure esistono comunità molto chiuse, altre si vanno aprendo al mondo’. Ha espresso simili pensieri in due poesie, lette ai presenti, che fanno parte di una sua raccolta di liriche ispirate da queste drammatiche esperienze. ‘Il dialogo interreligioso sta facendo molto, – ha tenuto ad aggiungere – ma si vorrebbe che possa riuscire a fare ancora di più’. E’ davvero auspicabile, perché di tutte le virtù ‘la più grande è la carità’. Una carità che supera barriere culturali, politiche, religiose. Una sconfinata carità. Al termine dell’incontro, dolcissima la conclusione della serata, con un ricco buffet di squisitezze arabe e tè alla menta offerto dalla Fondazione Federico II a tutti i presenti.

Augusta Franco Cardinali

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Levante in concerto ad Ancona: ultimi biglietti disponibili

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levante concerto ancona

ANCONA – Si esibirà questa sera sul palco del Teatro delle Muse Levante, cantante, autrice e scrittrice, che sta portando avanti il suo tour “Live nei Teatri”, prodotto e distribuito da Vivo Concerti.

I biglietti del concerto, organizzato da Best Eventi, sono disponibili sui circuiti TicketOne (www.ticketone.it) e Vivaticket (www.vivaticket.com), online e punti vendita. Gli ultimi saranno in vendita prima del concerto, dalle 20, al botteghino del teatro. Info: 085.9047726 www.besteventi.it

Dopo il grande successo dello show unico all’Arena di Verona dello scorso settembre, Levante ha modo di salire ogni sera sul palco accompagnata dalla sua band di sempre (Alessio Sanfilippo alla batteria, Alessandro Orefice alle tastiere, Matteo Giai al basso, Eugenio Odasso alla chitarra, Lorenza Giusiano e Elisa Semprini ai cori) offrendo al suo pubblico uno spettacolo inedito che sceglie di sviluppare alcune suggestioni visive e musicali dell’Arena in un abito rinnovato che, come solo in teatro può accadere, offre un contatto più stretto, intimo e accogliente. 

Insieme alle immancabili hit live, vengono proposte alcune perle che mancano in scaletta da tanto. Alcune canzoni sono state rivisitate grazie all’aggiunta di strumenti come il violino e il contrabbasso elettrico che le portano su tappeti armonici più vicini al trip-hop che al sound originale. 

Il teatro è la casa dove Claudia Lagona (questo il vero nome di Levante) dà voce all’ultimo album “Opera Futura” e ripercorre insieme al pubblico anni di costruzione, anni che coincidono con la pubblicazione dei suoi 5 dischi (“Manuale di distruzione” del 2014, “Abbi cura di te” del 2015, “Nel caos di stanze stupefacenti” del 2017 e “Magamemoria” 2019), canzoni che hanno costellato la sua strada alternandosi alla scrittura dei suoi 3 libri (“Se non ti vedo non esisti” del 2017, “Questa è l’ultima volta che ti dimentico” pubblicato nel 2018 e “E questo cuore non mente” del 2021), colonne sonore, concerti in Italia e all’estero e molto altro.

In scaletta ad Ancona anche l’ultimo singolo di Levante, “Mi Manchi”, appena pubblicato in versione live dall’Arena di Verona.

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Ancona

Completato lo sbarco della Ocean Viking ad Ancona, non si pacano le polemiche

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ocean viking ancona 2

Dopo 5 giorni di navigazione e 1450 chilometri percorsi, la Ocean Viking ha raggiunto Ancona, dove sono sbarcate 336 persone recuperate in quattro salvataggi. 60 persone sono morte prima del soccorso in mare, una dopo.

ANCONA – E’ avvenuto ieri pomeriggio, martedì 19 marzo, lo sbarco dei 336 migranti a bordo della Ocean Viking. La nave della Ong Sos Mediterranee ha recuperato le persone nel corso di quattro differenti salvataggi. I primi 25 sono stati recuperati lo scorso 13 marzo al largo delle coste libiche, gli altri “strada” facendo.

Il porto assegnato all’Ocean Viking infatti è stato fin da subito quello di Ancona, a 1450 chilometri circa dal punto in cui il salvataggio è avvenuto. A più riprese la Ong ed altre associazioni hanno chiesto un porto più vicino, ma la richiesta non è stata accolta dalle autorità italiane. Solo i superstiti del primo salvataggio, in condizioni di salute precaria, sono stati fatti sbarcare a Catania. Gli altri hanno raggiunto il porto dorico.

Già prima del salvataggio 60 persone erano morte. I 25 superstiti recuperati a bordo di un gommone alla deriva hanno raccontato di essere rimasti in mezzo al mare con il motore in panne, senza acqua né cibo, per sette giorni prima di essere avvistati dalla nave dell’organizzazione umanitaria.

Erano tutti provati ed in condizioni di salute precarie. Il giorno successivo, il 14 marzo, due di loro si sono aggravati e sono svenuti, pertanto si è resa necessaria l’evacuazione da parte della Guardia Costiera con l’elicottero. Purtroppo, una delle due persone è morta il giorno successivo.

Sempre il 14 marzo, mentre la Ocean Viking stava già facendo rotta verso Ancona, altri due salvataggi: 113 persone, tra cui 6 donne e 2 bambini, nel primo, ed altri 88 nel secondo. Il giorno seguente, altri 135 migranti, tra cui una donna incinta ed 8 bambini, sono stati accolti a bordo della nave.

Dopo diverse richieste, l’MRCC italiano ha accettato di trasbordare a Catania i 23 sopravvissuti del primo salvataggio che avevano trascorso 7 giorni in mare. Gli altri hanno raggiunto Ancona ieri.

Le operazioni di sbarco sono durate circa dodici ore e si sono svolte senza incidenti. Durante i controlli, è emerso che due migranti, di origine tunisina e pakistana, erano gravati da un decreto di espulsione, pertanto sono stati arrestati. dopo l’udienza di convalida sono stati sottoposti all’obbligo di firma.

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Ancona

A Castelfidardo “Il Condominio Sogni” con Neri Marcorè, promosso dalla Lega del Filo d’Oro

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IL CONDOMINIO SOGNI

ANCONA – Il 13 marzo 2024 alle ore 21, presso il Teatro Astra di Castelfidardo, va in scena lo spettacolo “Il Condominio Sogni”, una produzione della compagnia Il Cantiere dei Sogni, per la regia di Gianni Giorgetti e Marinella Sbiroli, con l’adattamento testi di Francesco Mercurio, l’arrangiamento musicale di Alberto Bodini, i costumi di Fiorisa Bonifazi e le coreografie di Alessia Piscini.

La pièce teatrale, promossa dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro E.T.S. – Ente Filantropico e patrocinata dal Comune di Castelfidardo, con il contributo di Neri Marcorè e il Maestro Leonardo De Amicis – rispettivamente testimonial e ambassador della Fondazione – rappresenta un viaggio emozionante che attraverso il potere dei sogni abbraccia un forte messaggio di inclusione.

La compagnia teatrale “Il Cantiere dei Sogni” è composta da ragazzi e ragazze con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, volontari e attori amatoriali. Grazie alla forza creativa dell’immaginazione, i ragazzi della compagnia riescono a valicare i limiti imposti dalla disabilità: l’attività teatrale rappresenta la possibilità di andare oltre se stessi, oltre il buio e il silenzio, permettendo loro di esprimersi sviluppando le proprie capacità. Sul palcoscenico, infatti, va in scena l’attore, non la sua disabilità e con questo approccio positivo ed inclusivo la compagnia intende mettere sempre al centro la persona, valorizzandola nel suo percorso creativo, che trova espressione nel corpo e quindi nel movimento. Ecco che ogni gesto si trasforma in un potente strumento di comunicazione e autentica espressione, aiutando chi non vede e non sente ad uscire dall’isolamento imposto dalla propria condizione.

“Il lavoro della Lega del Filo d’Oro è da sempre orientato a valorizzare le potenzialità di ciascuna persona, andando oltre i limiti tracciati dalla minorazione – dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Questo stesso approccio inclusivo accomuna la compagnia teatrale Il Cantiere dei Sogni, che porterà in scena un sogno diventato realtà: quello dei nostri ragazzi, che tutti i giorni affrontano la complessa sfida di andare oltre il buio e il silenzio facendoci emozionare per ogni traguardo raggiunto, come questo spettacolo che li vede protagonisti di una importante iniziativa di inclusione”.

“Il Condominio Sogni” è uno spettacolo che con la sua semplicità tocca nel profondo il cuore del pubblico. La trama, ambientata in un condominio, fa riferimento ad un tempo passato, in cui persino sognare era diventato difficile, fino a quando il divino Morfeo, accompagnato dai suoi fratelli Fantaso e Fobetore, decide di intervenire rivoluzionando le vite dei protagonisti, aprendo loro le porte dell’immaginazione onirica e della speranza. L’opera è, di fatto, un’allegoria: racconta dell’isolamento vissuto dalle persone sordocieche durante il lockdown e di quella luce di speranza, rappresentata dalla Lega del Filo d’Oro, che a sua volta è nata da un sogno ambizioso, ovvero quello di portare la luce del sogno a chi, vivendo isolato, non aveva il diritto di sognare. L’opera intende diffondere un forte messaggio di speranza sottolineando che “se puoi sognarlo, allora puoi farlo”. Lo spettacolo è ad ingresso libero.

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