Il problema dell’erosione delle nostre spiagge è tanto annoso, quanto di difficile risoluzione.
Periodicamente, vengono stanziati fondi e mezzi per contrastarlo e per tentare di preservare quella che è una delle risorse economiche maggiori: le nostre spiagge e, conseguentemente, il turismo.
Ma cos’è l’erosione? da cosa viene generata? come contrastarla? Lo abbiamo chiesto agli esperti di SCUOLA BLU, associazione che opera per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente.
“L’erosione costiera è data da diversi fattori: uno è la mancanza di apporto sedimentario da parte dei fiumi, generato dalle cave poste lungo il percorso e dai dragaggi periodici, che vengono fatti per contrastare i rischi idrogeologici a cui il nostro territorio è esposto.
Specificatamente per il litorale di Martinsicuro, Villa Rosa ed Alba Adriatica i problemi sono diversi. Attualmente il fiume Tronto trasporta dai 30.000 ai 50.000 metri cubi annui di sedimenti, costituiti da sabbia mista a ghiaia: alla foce del fiume è presente un pennello, costituito negli anni trenta, che distribuisce i sedimenti in parte verso nord, in parte verso il largo e in parte verso sud.
In prossimità della foce del Tronto nei primi anni 2000, fu progettato, e costruito un porticciolo turistico la cui imboccatura, curiosamente orientata verso nord, ha facilitato la cattura dei sedimenti trasportati dal fiume, annullando quello che sarebbe stato il ripascimento naturale apportato dal fiume e causando l’insabbiatura del porticciolo stesso con conseguente inutilizzo e spese di dragaggio e purificazione di quella sabbia, ora mista ad argilla , destinata al ripascimento.
Il problema dell’insabbiamento del porto ha provocato la sua inagibilità fino ad oggi, privando la cittadinanza di un’ opera strategica dal punto di vista turistico e lavorativo, oltre a contribuire al ripresentarsi dei medesimi problemi, ogni anno.
Attualmente si stanno facendo lavori di sistemazione del litorale di Martinsicuro, operando sul rinfoltimento delle barriere esistenti e la realizzazione delle cosiddette barriere “soffolte”, cioè sommerse, e di pennelli ortogonali alla linea di costa, con lo scopo di bloccare l’erosione che avanza.
A questo proposito, occorre precisare che se da un lato questi hanno la funzione di intrappolare i sedimenti sabbiosi ( che, ricordiamo, verranno per la maggior parte intrappolati dall’attuale porto), dall’altro presentano diversi aspetti negativi come l’impedimento del trasporto solido lungo la costa, che per nostro litorale ha direzione Nord-Sud, con le conseguenze che si avrà lo spostamento del fenomeno erosivo verso sud (Villa Rosa ed Alba Adriatica).
Altro problema è che verrà favorito il ristagno delle acque nei periodi estivi con conseguente formazione di alghe e mucillagini. Per queste ragioni la Regione Marche ha impedito, nei lavori che si stanno realizzando sul loro litorale, la realizzazione di nuovi pennelli.
Più a sud, lo stesso comune di Alba Adriatica ha criticato l’utilizzo di pennelli, pur non opponendosi alle barriere parallele alla costa: le scogliere, unite ai pennelli, antropizzano il litorale in maniera pesantissima.
In ogni caso, qualsiasi intervento che si voglia realizzare lungo il litorale di Martinsicuro non potrà in alcun modo prescindere dalla sistemazione sull’imboccatura attuale del porto, al fine di ristabilire e di favorire al massimo il ripascimento naturale dato dall’apporto sedimentario da parte del fiume Tronto.
Noi proponiamo i seguenti interventi:
1) la realizzazione, a 750 mt dalla foce del Tronto, di una barriera di forma arcuata, in modo da poter catturare tutti i sedimenti trasportati dal fiume e distribuirli in modo uniforme sia sui litorali posti a nord che a sud impedendo che parte di essi vengano dispersi verso il largo. Questo intervento, già realizzato per il porto di Pescara, porterebbe sui litorali posti a sud (Martinsicuro, Alba Adriatica e Tortoreto) circa 15.000 metri cubi l’anno di sedimenti sabbiosi, con il risultato che la linea di costa sottoposta a questo ripascimento naturale, vedrebbe un accrescimento stimabile in da 1 a 3 metri ogni anno per un tratto di litorale di circa 10 km.
2) sistemare definitivamente l’imboccatura del porto esistente a Martinsicuro, utilizzando le scogliere presenti (quindi con il costo del solo pontone), questa opera necessaria avrebbe il doppio effetto di: a) rendere finalmente fruibile una struttura portuale inagibile da ormai 14 anni b) impedire che i sedimenti portati dal fiume e necessari al naturale ripascimento dei litorali posti a sud vengano intrappolati nel porto.
3) realizzare delle scogliere foranee parallele alla linea di costa evitando di realizzare i pennelli ortogonali, per gli effetti negativi illustrati sopra.
A questo punto abbiamo dato al voce all’ ex assessore provinciale ai lavori pubblici, Massimo Vagnoni.
” SI, è vero, il porto è un’opera rimasta incompiuta, manca la realizzazione di un braccio.
Intervenendo, magari in più step, visti i fondi a disposizione, potremmo ovviare la problema dell’insabbiamento.
In ogni caso, credo che, andando a realizzare la parte mancante, verrebbe salvaguardato il tratto di spiaggia immediatamente successivo, ma per i restanti km di litorale la situazione rimarrebbe comunque immutata.
Questa, purtroppo, è una diatriba annosa. Le polemiche ce ne sono state : attualmente si sta intervenendo sulla rifioritura delle scogliere esistenti, sulla chiusura dei varchi e pennelli, comunemente denominato “intervento a celle” e i risultati hanno parlato chiaro. Nel tratto di spiaggia di Villa Rosa, in seguito a questo intervento, si è riusciti a salvare una buona parte di litorale.
Non dimentichiamo che l’erosione è un fenomeno naturale e progressivo, e questi interventi di circoscrizione delle zone devono poi essere accompagnati da misure di ripascimento forte.
Purtroppo il problema, al solito, è la mancanza di fondi. Io, la cosa che mi sento di sottolineare è che, piuttosto di far polemiche sulla natura e la messa in opera degli interventi, bisognerebbe spostare l’attenzione sul fatto che, innanzitutto, Martinsicuro è riuscita ad ottenere dei fondi pari a 3.200.000 euro ma, ovviamente, questi non sono sufficienti per poter intervenire lungo tutta la costa e per le problematiche legate al porticciolo.
Posti di fronte ad una scelta, abbiamo preferito destinare quei soldi ad opere più urgenti, quali, appunto, le scogliere e la salvaguardia del litorale. E questo è l’intervento che dovrà essere fatto, chiedendo nuovi fondi , magari attraverso un progetto da inserire all’interno dei fondi FAS 2014-2020.
Ecco perché sarebbe da caldeggiare una concertazione con gli altri comuni interessati, primo fra tutti Alba Adriatica, per risolvere le problematiche relative a Villa Rosa. Serve un’azione congiunta in cui si agisca in maniera sinergica: Alba Adriatica bisogna che si apra ai lavori antierosione, non puo’ chiudersi davanti a questi problemi.
Non dimentichiamo che esiste una Conferenza dei servizi tuttora aperta che è rimasta ferma da piu’ di tre anni, a cui chiedere tutte le autorizzazioni necessarie per intervenire in tal senso: ecco, noi chiederemo di riprendere il discorso precedentemente avviato con gli enti preposti per raggiungere la definizione di un progetto che sia sostenibile, finanziabile e fattibile e poi cercare i finanziamenti.
Cosi’ si andrebbe a completare il tratto di lungomare che ci interessa e avrebbe due vantaggi: risolvere il problema dell’insabbiamento del porto e l’utilizzo del porto stesso.
Attualmente si sta operando sulla rifioritura delle scogliere, sagomatura delle esistenti e chiusura dei varchi: questo tipo di intervento, a detta dei tecnici, vedrà dei risultati tra qualche anno . La prossima stagione, si dovrà necessariamente intervenire su un forte ripascimento per evitare un erosione a valle.
Ecco perché è fondamentale la concertazione tra i comuni. Ed ecco perché sono necessarie altre risorse da chiedere alla Regione ripartendo proprio dalla Conferenza dei servizi in corso che va chiusa e definita. La creazione di una rete tra gli assessori è fondamentale.