Le elezioni in America sono sempre qualcosa di molto atteso, anche da chi americano non è. Questo perché da sempre, la politica statunitense e le sue vicende, influenzano direttamente anche le nostre e soprattutto se si parla di materia economica. E proprio in questo periodo, mentre l’America freme per eleggere i suoi due prossimi candidati alla Casa Bianca, abbiamo deciso di intervistare due cittadini americani, uno dei quali con dirette origini martinsicuresi, per capire meglio la situazione economica politica e sociale che si respira e come si guarda al futuro, dopo la fine del secondo mandato dell’amministrazione Obama.
A parlare con Noi saranno Jennifer Alessi e suo suocero, Adamo Alessi che ha origini martinsicuresi da parte di madre.
Jennifer è una casalinga, moglie e madre di tre figli meravigliosi. Vive nella soleggiata e calda California meridionale e nonostante i suoi numerosi impegni che la gestione di una famiglia comporta, riesce ad amministrare anche un’attività lavorativa online. Infatti, ha progettato un sito web per la creazione di oggetti fatti a mano che poi vende, su ordinazione, in ogni angolo del mondo.
Adamo, è nato a Steubenville Ohio nel 1952. Si è laureato al College nel 1974 ed è stato Presidente dell’azienda di caramelle H.E.Witt. E’ Sposato con Susan ed ha un figlio (Dominic, martito di Jennifer) e due nipoti. Ormai da circa quarant’anni vive nella California del Sud e precisamente nella città di MissionViejo. “Tra due anni – dice – andrò in pensione e non vedo l’ora di godermi un po’ di sano rock and roll”.
Innanzitutto, in un’America che si appresta a scegliere il suo prossimo Presidente, siamo curiosi di chiedere ad entrambi che cosa pensano dell’amministrazione Obama e della politica messa in atto in questi anni di mandato. Dice Jennifer: “Io ho molto rispetto per il nostro Presidente Obama e per quanto ha fatto ma credo che, l’America, quando lo ha eletto non era mentalmente pronta e ben informata. Infatti la politica di Obama, a mio parere, non è stata del tutto limpida e lineare. Ora, è venuto il momento di voltare pagina e per questo abbiamo bisogno di qualcuno che sia trasparente e di cui possiamo fidarci. Naturalmente, si potrebbe obiettare che tutti gli uomini compiono degli errori ma a mio parere, ha approfittato della sua posizione per il proprio tornaconto personale”. Anche Adamo mostra delle riserve sull’amministrazione Obama quando afferma: “Votai Obama la prima volta ma non la seconda. Questo perché, nonostante le promesse fatte, non ha mosso un dito per la nostra contea”.
Dunque, da quanto appreso, sia Jennifer che Adamo risultano essere profondamente delusi dalla politica di Obama e quando dicono che ora l’America ha bisogno di una persona che dia una svolta al Paese, a chi si stanno riferendo? Donald Trump o a Ilary Clinton?
“A mio parere – dice Jennifer – Donald Trump sarebbe un buon candidato per la presidenza alla Casa Bianca. Credo infatti, che abbia davvero a cuore l’interesse di questa nostra nazione e capace di far tornare l’America sulla giusta strada, sotto tutti i punti di vista. Certamente, ci sono diverse questioni su cui non sono d’accordo come ad esempio l’immigrazione. Io stessa sono figlia di immigrati. Mio padre e i suoi genitori sono stati immigrati provenienti da Italia, Argentina e Grecia e per diventare cittadini americani hanno sempre intrapreso la giusta strada delle procedure legali. Dunque credo che per chi ha intenzione di rimanere in America, il diritto alla cittadinanza dovrebbe essere garantito”. E ancora: “Per quanto riguarda Ilary Clinton, invece, non mi ritrovo nelle sue idee e francamente non credo che, in questo periodo, averla come Presidente, possa essere un bene per l’America”.
Per quanto riguarda Ilary Clinton, anche Adamo risulta essere parecchio perplesso, dato che “come Obama – dice – continuerebbe sulla stessa liea politica di Obama e dunque a non far nulla per la nostra contea”. Differente invece, è l’opinione su Donald Trump, i cui discorsi Adamo definisce come ‘fumo negli occhi’. “Tramp afferma – è semplicemente una persona a cui piace giocare con la mente delle persone al solo scopo di raggiungere posizioni di potere”.
Lasciamo un attimo da parte le intenzioni di voto per spostarci sul fronte del sociale ed affrontare un tema che, in questo periodo, fa molto discutere e non solo l’America. Si tratta del libero possesso di armi da fuoco. In tal proposito l’idea di Jennifer risulta essere molto chiara. “Credo che Noi cittadini americani dobbiamo avere il diritto di possedere armi. Non sarà certo il proibizionismo a contrastare il fenomeno dell’uso illegale di armi da fuoco che, a mio parere, rimarrà sempre un problema. Possedere un’arma è diventato fondamentale per proteggere se stessi e le proprie famiglie. La mia, ad esempio, detiene legalmente alcune pistole che abbiamo imparato ad utilizzare nei poligoni di tiro. Ciò viene insegnato anche ai nostri figli, affinché imparino ad usarle in modo corretto e con il massimo rispetto della persona e della sicurezza”. Adamo, invece, risulta essere fortemente contrario alla detenzione di armi da fuoco quando afferma: “Il possesso delle armi dovrebbe essere proibito a tutti. Non esiste un modo giusto ed uno sbagliato di utilizzarle. Una pistola rimane sempre uno strumento che ha solo una funzione: uccidere”.
Molto spesso sentiamo parlare ai telegiornali o sulla carta stampata di quanto ancora sia fortemente presente il razzismo in America nei confronti degli afro-americani. In particolar modo, colpiscono gli episodi di violenza ingiustificata da parte degli agenti di polizia nei confronti di persone di colore. Proviamo a chiedere ad entrambi i nostri interlocutori come percepiscono il problema. “L’importanza della vita non conosce colore di pelle o razze – premette Jennifer. Ma non è corretto affermare che solo gli afro-americani sarebbero oggetto di violenza. Purtroppo, i media scelgono di rendere pubblici solo le uccisioni di neri da parte dei poliziotti. Tuttavia, c’è da dire che la mancanza di rispetto per le regole e delle autorità in questo paese è terribile e credo sia per questo che i nostri poliziotti sono costretti ad essere sempre in uno stato di massima allerta e purtroppo, a volte, anche a far fuoco. Io stessa ho dei parenti ufficiali di polizia e dunque spesso mi raccontano di come è difficile e pericolosa la situazione”. Di tutt’altro avviso risulta essere Adamo, secondo cui il problema del razzismo nei confronti degli afro-americani è ancora presente in America e lo si evince benissimo da questi episodi di cronaca. Per cui, afferma Adamo, “la polizia deve cominciare ad agire correttamente al di là del colore della pelle”.
Come possiamo ben ricordare, i primi a fare le spese della crisi economica, furono le tasche degli americani. Proprio per questo, siamo curiosi di sapere se pensano e sentono di esserne davvero usciti. “La crisi economica – dice Jennifer – è un problema non ancora superato, anzi. La povertà è dilagante qui in America e la maggior parte delle persone, da un giorno all’altro si ritrovano a non avere né una casa né cibo. Molto spesso si tratta di veterani di guerra e dunque uomini e donne che hanno servito questo Paese. Proprio per questo, ritengo sia inaccettabile vedere come il governo americano per Loro non faccia nulla”. Adamo, invece, guarda il problema dalla prospettiva di un dirigente d’azienda ed in quanto tale ci assicura che in America i posti di lavoro sono in aumento anche se “purtroppo il salario che ora si percepisce è dimezzato. Tuttavia, il mercato immobiliare, almeno qui nella California del Sud, risulta essere in forte aumento e questo, credo, sia un segno positivo ed importante per l’economia statunitense”.
Altro tema scottante che tocca l’America è la guerra che George Bush intraprese contro il mondo islamico e che è tutt’ora in corso. In tal proposito il pensiero sia di Jennifer che di Adamo è molto chiaro: “Pensiamo che le persone che sono morte, sia appartenenti alle nostre truppe sia i civili del posto, siano sufficienti. Dobbiamo assolutamente ritirare i nostri militari e portarli a casa. Questa è una guerra assurda”.
Anche in America, come in Europa, c’è molta paura per quanto riguarda le minacce dell’Isis ma, sia Jennifer che Adamo concordano sul fatto che “non vogliamo vivere nella paura e non possiamo permettere che i nostri figli vivano nella paura a causa loro. Per questo non dobbiamo piegarci alle loro minacce ma dobbiamo reagire; solo così riusciremo a sconfiggere il terrorismo”.