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“L’avventura di un piccolo re”, l’infanzia di Federico II in un romanzo per ragazzi

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marzio bartolini sabrina nocelli presentazione libro "l'avventura di un piccolo re" dedicato all'infanzia di Federico II
Marzio Bartolini e Sabrina Nocelli alla presentazione a Palazzo Bisaccioni.

ANCONA -Si sa veramente poco dell’infanzia di Federico II. Orfano a soli tre anni del padre Enrico VI che lo aveva visto soltanto il giorno del battesimo e a quattro anni anche della madre, visse a Palermo sotto la tutela del Papa Innocenzo III, che da Roma non poteva certo aver cura direttamente di lui (ma che pretese una somma ben consistente per essersi assunto un simile impegno). Venne probabilmente affidato a qualche nutrice per una sommaria assistenza, ma non se ne sa il nome; a qualche ignoto dignitario per una prima educazione, ma è congettura.

Non resta allora che formulare ipotesi, tenendo presente soprattutto l’ambiente in cui visse il piccolo Federico. Si è immaginato che fosse lasciato a se stesso, libero di andarsene dove voleva, di parlare con chiunque incontrasse per le vie di una città multietnica come era allora Palermo. Sarebbe stato così che avrebbe imparato a parlare greco, ebraico, latino; a conoscere vita, costumi, religioni di genti diverse, a fare spontaneamente amicizie, a trattare chiunque con disinvoltura. Forse non si è lontani dalla verità, perché in effetti furono queste le doti che più tardi realmente Federico II mostrò di aver potenziato grazie ad un’inesauribile curiosità e all’interesse per ogni campo del sapere.

A questa infanzia semisconosciuta di Federico II ha pensato Marzio Bartoloni, giornalista del ‘Sole 24 ore’, autore di un romanzo per ragazzi, Federico II, l’avventura di un re”, presentato il 28 gennaio a Palazzo Bisaccioni. Già nel 2020, anno della pubblicazione, la Fondazione Federico II Hohenstaufen si era interessata del libro prendendo contatto con l’autore. L’incontro, sospeso a causa della pandemia, è potuto avvenire solo ora. Si tratta di un ‘romanzo fantastorico per ragazzi’, stando alla definizione di Marzio Bartoloni.  Simpaticissime le informazioni che ha dato della sua genesi.

Padre di quattro figli, da bambini aveva preso l’abitudine di raccontare loro, prima che andassero a nanna, di un personaggio che molto ammirava: Federico II, appunto; della sua storia e, soprattutto delle sua infanzia della quale molto era possibile immaginare. Era stato uno di loro un giorno a chiedergli di raccogliere in un libro quando aveva raccontato. Così aveva fatto, mettendo in ordine i ricordi, aggiungendo descrizioni dei luoghi in cui Federico II aveva vissuto nell’infanzia e nell’adolescenza, inserendo personaggi coevi e reali o immaginari, sul filo di una trama che avrebbe mostrato la maturità raggiunta dal protagonista al termine di avventurose vicende.

Maria Cristina Memè

Marzio Bartoloni mette accanto a Federico II due fidati piccoli amici arabi: Monsif, un ragazzino intelligente e sagace, una ragazzina, Fatima, un monaco basiliano, Zosimo, un frate francescano, Alamanno e, con licenza storica, anche un personaggio, Hermann Von Salza, che in realtà sarebbe entrato solo nel 1216 nella corte per diventare consigliere di piena fiducia di Federico II. Maria Cristina Memè ha letto alcuni passi del libro, permettendo di apprezzare con l’abilità narrativa, anche quella stilistica dell’autore. Di vivo interesse l’intervento di Sabrina Nocelli, docente dell’istituto Comprensivo ‘E. Mestica’ di Cingoli. Ha spiegato come il libro offra per un uso didattico diversi spunti di approfondimento cognitivo. Può prestarsi a ricerche relative a luoghi, personaggi, arte, storia, flora e fauna, religioni e abitudini alimentari. Sono ricerche che lasceranno  depositare memorie destinate a non scomparire, sviluppando spirito critico e sollecitando ulteriori curiosità.

A corollario della manifestazione è stato proiettato un documento filmato su un luogo che un tempo doveva apparire come un ‘giardino delle delizie’: il Castello di Maredolce, nel Parco della Favara. Edificato nel 1071 in stile islamico, appartenuto in origine ad un emiro, passò a Ruggero II che ne fece una delle sue residenze preferite con un magnifico giardino e un pittoresco laghetto o peschiera. Qui probabilmente giocava il piccolo Federico prima che il castello diventasse una fortezza, più tardi un ospedale, poi ancora in una azienda agricola cadendo successivamente in un progressivo degrado causato da un desolante abbandono e da un incontrollato abusivismo. Oggi la Regione Calabria ha espropriato l’edificio iniziando lavori di restauro. È da augurare che non tardino ad essere completati. Maredolce, attualmente ancora in condizioni desolanti, potrebbe diventare uno dei luoghi più suggestivi di Palermo  e una straordinaria, ineludibile attrazione turistica della città.

Augusta Franco Cardinali

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Al Teatro Cortesi di Sirolo la rivalità tra Mozart e Salieri va in scena con “Amadeus”

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amadeus di corrado d'elia al teatro cortesi di sirolo

Lo spettacolo “Amadeus”, scritta da Corrado d’Elia, non vuol essere solo un omaggio alla grande musica e al genio di Mozart, ma anche una riflessione sull’impossibilità di comprendere e spesso misurarci con chi è tanto diverso da noi.

ANCONA – Andrà in scena domani, giovedì 25 luglio, al Teatro Cortesi di Sirolo, lo spettacolo “Amadeus” scritto e interpretato da Corrado d’Elia. Presentato dal Centro Studi Franco Enriquez, lo spettacolo rivivrà la storica rivalità tra Antonio Salieri e Mozart.

Le accuse di plagio e di morte per mano sua del musicista viennese sono riproposte nel dramma del 1979 e poi dal regista Miloš Forman nel film omonimo del 1984. La riscrittura scenica di d’Elia è sia un omaggio alla grande musica e al genio di Mozart, sia una riflessione sull’impossibilità di comprendere chi è diverso da noi, ossia il genio che ci sorprende e ci confonde.

amadeus di corrado d'elia al teatro cortesi di sirolo 2

Dopo aver raccontato Beethoven, Van Gogh e Steve Jobs, l’attore milanese arriva ora ad approfondire la straordinaria figura di Mozart. Ciascuno di noi è alla ricerca della bellezza, ma il nostro rapporto con la genialità è conflittuale, foriero spesso più di umane invidie e gelosie e dunque non di un reale e profondo appagamento e di autentico piacere interiore.  Per questo, nel racconto appassionato di d’Elia, pur mostrando il lato struggente e umano di Mozart, si prova empatia per il semplice compositore di corte Antonio Salieri, suo avversario e poi assassino. Il quale è costretto per contrappasso a stare per tutta l’eternità in una stanza anecoica dove è impossibile udire alcun suono.  

Mozart possedeva una sensibilità innata e una capacità di comprendere l’essenza della musica in modo intuitivo. La sua creatività era un riflesso della sua profonda connessione con il linguaggio universale delle note. Non aveva bisogno di regole o formule complesse per comporre. La sua musica semplicemente fluiva attraverso di lui come se il suo spirito fosse in perfetta armonia con l’universo. Ecco dunque che lo spettacolo, attraverso il racconto di Salieri prova ad indagare e spiegare quell’enigma affascinante che è il “mondo di Mozart”, le molteplici sfaccettature della sua esistenza, le sue esperienze di bambino prodigio, le sue composizioni più intime e celebri, quel talento straordinario che ancora oggi sfida le convenzioni e incanta il mondo intero. Un nuovo “album” di Corrado d’Elia, sentito e profondo, uno spettacolo che, attraverso la musica, celebra il bisogno per ogni uomo dell’arte, in un rapporto quotidiano di necessità. 

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Dal 15 luglio al 30 agosto Premio Franco Enriquez – citta di Sirolo 2024

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presentazione premio franco enriquez 2024

Nel cartellone un repertorio di spettacoli classici che intendono ricordare il valore della poesia nel teatro.

ANCONA – Si è tenuta ieri, mercoledì 10 giugno, al Teatro Cortesi di Sirolo la presentazione della XX edizione del Premio Franco Enriquez – città di Sirolo 2024 che si svolgerà dal 15 luglio al 30 agosto. Nel cartellone un repertorio di spettacoli classici che intendono ricordare il valore della poesia nel teatro. Così la frase guida è stata estrapolata dall’Otello di W. Shakespeare: «È naturale quella morte che uccide perché ama».  

«Quest’anno un programma ricco che oramai da anni mantiene una costante che è quella di una comunicazione culturale a trecentosessanta gradi, ragion per cui ci è sembrato logico attribuire a questi eventi la denominazione di Festival. Un evento – dice il direttore artistico Paolo Larici – che raccoglie al suo interno tante facce di una stessa medaglia, tanti modi di comunicare cultura, dall’Archivio Enriquezlab dedicato alla memoria dell’opera di Franco Enriquez e di tutto il teatro Italiano, alle mostre d’arte, alle mostre o installazioni tematiche relative al teatro, o a personaggi di cui ricorre un anniversario, incontri letterari con presentazione di libri, incontri dedicati alla poesia, incontri con artisti e registi, spettacoli teatrali e musicali che avranno come tema la riscoperta e la rivisitazione dei grandi classici e che abbiamo pensato di chiamare “Classici Contemporanei”. Il motto di quest’anno: “È innaturale quella morte che uccide perché ama” dal quinto atto dell’Otello di William  Shakespeare, le parole di Desdemona sembrano cancellare i secoli e testimoniare una tremenda verità legata ai nostri giorni, in questo dramma dell’amore riviviamo il dramma quotidiano della violenza di genere, il fazzoletto di Desdemona, pegno d’amore perduto e incantamento come l’amore stesso, in virtù di un inganno ordito a loro insaputa di cui gli amanti diventano vittime e carnefici allo stesso tempo».

Il festival ospita una mostra dal titolo “Vestire il teatro” – omaggio alla costumista teatrale Elena Mannina allestita presso il Centro Studio Franco Enriquez di San Lorenzo e al Teatro Cortesi. Inoltre, tutti i documenti e gli oggetti in mostra sono stati restaurati dall’Archivio dall’Orto-Mannini e donati al Centro Studi Franco Enriquez. La curatela della mostra è di Paolo Larici, invece il montaggio e l’allestimento sono di Paolo Larici e Francesco Perozzi

«Il teatro – ha sottolineato il consigliere regionale Mirko Bilo’ – è un luogo importante di riscoperta della cultura italiana e internazionale che deve essere sostenuta dalle istituzioni. E il premio consente di riscoprire la figura di Franco Enriquez che fu un battitore libero e capace di spaziare tra i classici e i contemporanei». Anche il sindaco di Sirolo Filippo Moschella ha voluto evidenziare gli intenti della rassegna di proporre opere classiche con un linguaggio moderno.  

Anche la poetessa Nanda Anibaldi, a margine della conferenza stampa, ha commentato: «La poesia, traghettata dalla parola, veicolo del cuore e consapevolezza della mente, si fa teatro nella sinergia della voce e del gesto». Mentre lo scultore Massimo Ippoliti è intervenuto sul significato del teatro: «Dalla maschera greca all’imponente scenografia scultorea, il teatro prende forte e traspone la bellezza ancor più forte della realtà»; infine il fotografo Fabrizio Carotti: «A me interessa la fotografia come Epifania continua della realtà. La fotografia del teatro invece è assestante, rappresenta un mondo illusorio. L’immagine scattata ha un significato diverso, poiché è estranea alle dinamiche teatrali della messa in scena; l’uomo moderno è alla ricerca di certezze e la fotografia “teatrale” è in grado di fornire una rappresentazione del mondo rassicurante. Il teatro nella sua fisicità ispira il fotografo che però della vita restituisce una copia della copia della copia. Oggi, tuttavia, il teatro trova una via di riscoperta tra le giovani generazioni attraverso il mondo della scuola e la lettura delle classi. Su questo tema è intervenuta Ilaria Belletti dell’associazione no-profit “Common Bubble: «Letteratura e teatro non sono solo forme d’arte, ma anche un potente mezzo di educazione, consapevolezza sociale e attivismo. Promuovere la cultura tra i giovani e nelle comunità può portare a un cambiamento positivo, offrendo uno spazio sicuro per esprimere idee, esplorare identità e costruire relazioni significative».

Durante la presentazione sono stati annunciati i personaggi ed artisti ai quali il premio Franco Enriquez – città di Sirolo 2024 verrà assegnato: Geppy Gleijeses, Manuela Kustermann, Brunello Cucinelli, Luca Micheletti, Micol Pambieri, Chiara Salvucci, Teatro Basilica di Roma, Pino Strabioli, Fabio Masi, Luciano Violante, Viola Graziosi, Alberto Oliva, Federico Grassi, Giuseppe Dipasquale, «Hystrio», Giovanni Nuti, Grazia Di Michele, Vinicio Argirò, Giuseppe Argirò, Paola Fresa, Giuseppe Marini, Alberto Onofrietti, Francesco Giuffrè, Carlotta Proietti, Silvia Siravo, Federica Luna Vincenti, Archivio «Franco Basaglia».    

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Controlli da parte di GdF e GC di Ancona: sequestrati 7 quintali di vongole

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7 quintali di vongole sequestrati ad ancona da guardia di finanza e guardia costiera

Operazione congiunta di Guardia di Finanza e Guardia Costiera di Ancona. Il prodotto ittico, pescato illecitamente, è stato ributtato in mare.

ANCONA – Nuovo ingente sequestro al termine di un’operazione congiunta del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza ed il personale della Guardia Costiera: dopo gli oltre 4000 ricci di mare scoperti la scorsa settimana, sono stati sequestrati 700 chili di molluschi bivalve, vongole, irregolarmente pescati lungo il litorale dorico, tra Parco del Cardeto e il Passeto.

Sono stati i finanzieri, durante un pattugliamento anti bracconaggio via mare e a terra, ad individuare un natante con un uomo intento a pescare a bordo. La motovedetta delle fiamme gialle ha tenuto d’occhio il natante e quando questi si è mosso per far ritorno a terra, hanno allertato la Guardia Costiera.

La barca è stata dunque intercettata e sottoposta ad un controllo approfondito. Sono così stati scoperti i 7 quintali di vongole illecitamente pescati al largo di Ancona, già suddivisi in 70 sacchi da 10 chili cadauno, che sono stati sequestrati e ributtati in mare.

Al pescatore, risultato inoltre sprovvisto di licenza di pesca, sono state contestate diverse violazioni, tra cui detenzione abusiva di prodotto ittico, esercizio della pesca di vongole in tempo non consentito con attrezzature vietate ed il superamento del quantitativo consentito. Ha ricevuto sanzioni per oltre 21 mila euro e gli sono inoltre state sequestrate le attrezzature da pesca.

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