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Pesaro-Urbino

Omicidio a Pesaro, Panzeri ha aperto al suo assassino, si cerca l’amico con cui ha cenato

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Per l’omicidio di Pierpaolo Panzieri si cerca in tutto il Paese un suo amico, di trent’anni, al quale avrebbe aperto la porta la sera del delitto e col quale avrebbe cenato. Rimane un mistero il possibile movente.

PESARO – C’è un sospettato per l’omicidio di Pierpaolo Panzieri, il ventisettenne trovato senza vita in casa, immerso nel sangue dopo aver ricevuto numerose coltellate. Si tratta di un suo amico, col quale avrebbe cenato la sera in cui è stato ucciso, lunedì 20 febbraio. Il trentenne si è reso irreperibile e le ricerche sono state attivate in tutta Italia.

Secondo gli inquirenti Panzieri ha aperto la porta al suo assassino. Dopo aver giocato a calcetto con gli amici, si è recato a casa ed ha cucinato la cena. Gli inquirenti hanno infatti trovato la tavola apparecchiata per due. Un piatto di pasta, qualche sigaretta, un paio di birre. Le ultime però non sono state quasi toccate. Qualcosa deve essere andato storto e dovrebbe essere scoppiato un violento litigio tra i due.

In base a quanto ricostruito, l’assassino avrebbe afferrato un coltello dalla punta sottile e con quello avrebbe colpito a più riprese Panzieri. 13 coltellate, forse di più. La maggior parte alla schiena, ma qualcuna anche a volto, mento e collo. Panzieri ha provato a difendersi e a rifugiarsi in bagno, ma è stato raggiunto e sopraffatto dal suo assassino. Che poi se n’è andato portando via l’arma del delitto ed il telefono della vittima. Non si sarebbe nemmeno cambiato. Poi sarebbe fuggito in auto, che non è stata ancora trovata. Si ipotizza che possa averla abbondonata da qualche parte e che abbia proseguito la fuga in treno.

I rilievi della scientifica sono proseguiti tutto il giorno. Al momento non sono stati trovati né gli abiti, né l’arma del delitto. I pompieri hanno verificato se l’assassino non si sia dileguato passando per i tetti. I vicini non avrebbero sentito nulla. L’omicidio sarebbe avvenuto intorno alla mezzanotte di lunedì 20 febbraio, mentre il ritrovamento del corpo risale alle 9:00 del mattino seguente. L’assassino dunque ha avuto un buon margine tempo per darsi alla macchia.

La scoperta del corpo l’ha fatta un fratello della vittima, recatosi nel suo appartamento, non vedendolo arrivare a lavoro e non riuscendo a mettersi in contatto con lui. Dopo aver sfondato la porta, l’ha trovato nel bagno, immerso in un lago di sangue. La casa in cui è avvenuto il delitto si trova in pieno centro a Pesaro, in via Gavelli 19, un vicolo cieco non lontano dal conservatorio Rossini. Il ventisettenne vi si era trasferito da una quindicina di giorni. L’appartamento era ancora invasi dagli scatoloni del trasloco.

Il movente rimane il mistero più grande. Nella vita di Pierpaolo Panzieri non ci sono elementi dubbi o zone d’ombra. Gestiva insieme ai suo famigliari una ditta edile, gran appassionato di musica, suonava diversi strumenti, non aveva precedenti con la giustizia. Noto alle forze dell’ordine per piccoli episodi invece il ricercato, un ragazzo di trent’anni pesarese.

Le ricerca per il sospettato dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri proseguono in tutto il Paese, mentre per domani è stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima.

Marche

Caporalato, estorsione, sfruttamento e truffa nei distributori di carburante nelle Marche: 3 arresti e sequestri per 2 milioni

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In seguito ad un’operazione congiunta di Guardia di Finanza e Nucleo Ispettorato del Lavoro, i titolari e gestori di una rete nazionale di distributori di carburante sono stati arrestati. Sequestrati quattro impianti presenti in territorio marchigiano.

PESARO-URBINO – Su richiesta del Gip di Pesaro i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, in collaborazione con i colleghi di Ancona e Macerata, hanno arrestato tre persone, titolari e gestori di una rete nazionale di distributori di carburante, ed hanno sequestrato quattro impianti presenti nelle Marche, per un valore di oltre 2 milioni di euro, per caporalato, truffa, estorsione e sfruttamwento dei lavoratori.

L’operazione denominata “Manda foto” ha preso avvio all’inizio dello scorso anno in seguito alle verifiche fiscali in materia di accise ed altre imposte dirette sui consumi, eseguite dalle fiamme gialle in un distributore della categoria “pompe bianche”, detta anche “no logo”, ovvero non appartenente alle grandi compagnie petrolifere. In quell’occasione i finanzieri sorpresero un lavoratore in nero e palesi condizioni di sfruttamento del lavoro. Gli approfondimenti hanno portato a scoperchiare un sistema di caporalato, sfruttamento ed estorsione.

I responsabili individuati dagli inquirenti sono gli amministratori di un gruppo societario campano ed un referente di zona, che fungeva da “caporale”. I dipendenti erano costretti a turni massacranti, senza pause, ferie o permessi, con paghe di gran lunga inferiori al minimo salariale previsto, spesso elargite con fatica.

Carabinieri e Finanzieri hanno documentato, grazie ad intercettazioni e pedinamenti, lo sfruttamento dei lavoratori, i quali vivevano all’interno di sgabuzzini presenti nei distributori nei quali lavoravano, in condizioni igienico-sanitarie precarie.

I lavoratori, tutti extracomunitari, erano costretti a provare la propria presenza sul posto di lavoro con foto e video, che i datori di lavoro chiedevano quotidianamente. Da qui il nome dell’operazione: “Manda foto”. In caso contrario i lavoratori venivano minacciati di sospensione dello stipendio, licenziamento, ma anche botte o infortuni.

In alcune conversazioni intercettate, gli indagati fornivano al personale le istruzioni per manomettere la corretta funzionalità degli impianti o come procedere alla mescola dei vari prodotti petroliferi. Ad esempio, i filtri intasati non andavano sostituiti, ma forati, oppure il carburante di scarsa qualità doveva essere camuffato allungandolo con prodotti migliori.

Due degli arrestati per il caporalato ai distributori di carburante nelle Marche sono finiti in carcere, mentre uno è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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Pesaro-Urbino

Elly Schlein a Cantiano: «la Giunta regionale deve svegliarsi»

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La segretaria del PD Elly Schlein in visita a Cantiano accomapgnata dal sindaco Piccini e dalla segretaria regionale Bomprezzi.

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein oggi ha fatto visita a Cantiano per fare il punto della situazione dei comuni alluvionati: « È passato un anno e mezzo. Occorre aiutare i Comuni anche con il personale perché sennò i progetti non vanno avanti. Ogni giorno che passa è una spinta in più verso lo spopolamento».

PESARO-URBINO – Se domani e dopodomani il presidente del Partito democratico Stefano Bonaccini sarà in Abruzzo per un tour elettorale, colei che l’ha battuto alle primarie, Elly Schlein, oggi si trovava nelle Marche, a Cantiano, uno dei comuni colpiti dall’alluvione di un anno e mezzo fa. «La giunta regionale deve svegliarsi» ha detto la segretaria del PD.

Accompagnata dal sindaco Alessandro Piccini, dai Primi Cittadini e amministratori dei Comuni alluvionati nella provincia pesarese, dai parlamentari marchigiani del Partito Democratico, dai Consiglieri regionali e dalle Segretarie PD regionale e provinciale, Schlein ha espresso preoccupazioni e richieste chiare riguardo la gestione degli aiuti e al supporto fornito.

Le risorse attualmente disponibili sono state giudicate insufficienti da Schlein, che ha evidenziato che «non coprono nemmeno la metà di quanto necessario per i ristori a pubblico e privato». La Segretaria Dem ha quindi sottolineato che è urgente garantire fondi sufficienti per implementare progetti a lungo termine che evitino futuri eventi simili.

Ha poi espresso preoccupazione per la mancanza di coordinamento ed ha avvertito sul rischio che i fondi possano essere concessi in base al colore politico dell’amministratore locale. «La giunta regionale si deve svegliare! È passato un anno e mezzo… Occorre aiutare i Comuni anche con il personale perché sennò i progetti non vanno avanti. Ogni giorno che passa è una spinta in più verso lo spopolamento. Occorre invece fare proprio il contrario e mettere nelle condizioni i Comuni di poter dire vieni qua che c’è chi ti accoglie e ti da una mano».

Chantal Bomprezzi, Segretaria del PD Marche, ha anch’essa condiviso le preoccupazioni di Schlein, criticando il governo regionale guidato da Acquaroli. Bomprezzi ha affermato: «Acquaroli continua a fare il pesce in barile nascondendosi dietro la figura del vice-commissario Babini per coprire la compagna di partito Meloni. Le Marche sono sempre più isolate; da noi, a differenza dell’Emilia Romagna, mai chiesti risarcimenti al 100% per famiglie, cittadini e imprese».

Bomprezzi ha evidenziato la mancanza di coinvolgimento dei Sindaci e la carenza di personale nella gestione dell’emergenza: «Chiediamo trasparenza e condizioni eque per tutti».

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Ascoli Piceno

Sante Copponi, nuovo Prefetto di Ascoli: «onorato di lavorare in questa provincia»

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Il nuovo prefetto di Ascoli Piceno Sante Copponi ha diramato agli organi di stampa una lettera con la quale presenta il suo insediamento.

ASCOLI PICENO – Il nuovo prefetto Sante Copponi, da poco insediatosi dopo , illustra quali saranno le linee guida del suo operato in una lettera alla stampa che pubblichiamo per intero. Pur arrivando dalla Prefettura di Matera, si tratta di un ritorno nelle Marche per Copponi, nato a Pievebovigliana, in provincia di Macerata, l’11 marzo 1959 e laureatosi in Scienze politiche all’Università di Camerino. Nel corso della sua carriera ha prestato servizio nelle prefetture di Macerata, Piacenza, Fermo e Pesaro e Urbino.

Di seguito la lettera del nuovo prefetto di Ascoli Piceno:

«Nell’assumere l’incarico di Prefetto di Ascoli Piceno, onorato di poter lavorare in questa bellissima provincia, laboriosa, ricca di storia, di beni culturali e di paesaggi, rivolgo un saluto a tutte le autorità civili, militari, religiose, al mondo delle imprese e del lavoro e al mondo delle associazioni.

Il mio massimo impegno sarà quello di preservare la coesione sociale del territorio assumendo tutte le iniziative necessarie per la tutela dell’ordine, della sicurezza pubblica, dell’incolumità pubblica e dell’ambiente, con particolare attenzione rivolta alle categorie fragili e maggiormente vulnerabili.

Analogo impegno sarà profuso per favorire l’inclusione sociale delle categorie maggiormente svantaggiate.

Una particolare attenzione intendo rivolgere ai territori colpiti dal sisma del 2016 per fornire tutto il necessario supporto alla risoluzione delle problematiche sociali ed economiche.

Assicuro fin d’ora la massima collaborazione con le istituzioni locali, con il mondo delle imprese e quello del lavoro per la risoluzione delle problematiche socio-economiche presenti sul territorio provinciale contando, al riguardo, nella disponibilità e collaborazione di tutti gli attori sociali ed economici della provincia che incontrerò a breve per avere un quadro completo dell’assetto produttivo-occupazionale della provincia».   

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