Da Il Martino n. 22 del 7.12.2015
Per gli appassionati di montagna e di trekking, gli itinerari degli eremi abruzzesi sono una stupefacente scoperta. In Abruzzo, infatti, gli eremi e le abbazie sono numerosi, tutti accomunati dal senso di raccoglimento e silenzio che solo le alte vette possono donare al viaggiatore che sceglie di inerpicarvisi.
Per lo più difficili da raggiungere, situati in zone impervie e inaccessibili, lungo gole e paesaggi incontaminati spesso la loro collocazione fisica crea non poche difficoltà e problemi a coloro che intendono visitarli, ma la suggestione del paesaggio che si dispiega agli occhi del viaggiatore che se lo trova dinanzi, ripaga di tutte le difficoltà.
Il più noto ed importante si trova vicino a Roccamorice, nel pescarese, alle pendici della Majella. E’ l’eremo che ospitò il santo eremita, quel Celestino V che Dante relegò nel girone degli ignavi, dopo la sua rinuncia al soglio di Pietro. Santo Spirito a Majella è un eremo che si fonde in maniera perfetta con il paesaggio circostante, le cui origini risalgono al lontano 1244. E’ un gioiello architettonico la cui struttura si sposa in maniera superba con la parete rocciosa, creando un’unione perfetta tra uomo e natura, tra opera umana e paesaggio. Quest’eremo è di facile raggiungibilità: ci si arriva in auto, evitando scarpinate lungo le pareti rocciose delle montagne circostanti.
L’entrata principale dell’eremo conduce verso la chiesetta e le sue stanze, mentre percorrendo un tunnel ci si trova in altri ambienti denominati “Casa del principe”. Alla fine della Scala Santa c’è una cappella.
Sempre lungo la Valle dell’Orfento, nel cuore del versante nord occidentale della Majella, si può raggiungere l’eremo di San Bartolomeo in Legio, incastonato tra gole impervie che hanno preservato, intatto, il suo fascino ascetico. Per avervi accesso, bisogna entrare attraverso un buco nel terreno. Lungo l’impervio tragitto che porta all’eremo di San Bartolomeo, è possibile imbattersi nei cosiddetti “tholos”, capanne di origine pastorale costruite con pietre a secco, molto simili ai tradizionali trulli pugliesi.
L’eremo di San Bartolomeo vanta una devozione tutta particolare, tra le popolazioni della vallata, in quanto, proprio alla statua lignea raffigurante il santo, sono stati attribuiti innumerevoli prodigi e miracoli. La stessa acqua piovana raccolta nell’invaso di pietra fuori dall’eremo, viene ritenuta miracolosa dalla tradizione locale. Tuttora, ogni 25 agosto, la statua del Santo viene portata in processione da schiere di fedeli che salgono la scalinata del tempio in ginocchio, strofinando contro la roccia le parti doloranti del corpo, sperando nella guarigione.
Per poter raggiungere gli eremi di San Bartolomeo e Santo Spirito bisognerà prendere l’A\24 A24/A25 RM-PE uscita Alanno-Scafa, proseguire in direzione Caramanico/Roccamorice.
Celestino V volle edificare un altro eremo. Sant’Onofrio al Morrone, situato in prossimità dell’omonimo monte. Difficile il tragitto che porta al luogo santo: bisogna infatti salire per circa mezz’ora una serie di scoscesi gradini costruiti nella roccia che iniziano dal santuario di epoca romana dedicato ad Ercole Curino, posto più a valle. La fatica viene ripagata dai meravigliosi affreschi trecenteschi tra cui spicca il ritratto dello stesso Celestino V. Si possono visitare anche la cella, la Grotta del santo e la terrazza panoramica che si affaccia sul Gran Sasso e sul Sirente.
Sopra Serramonacesca, sempre in territorio pescarese, s’innalza l’abbazia di San Liberatore, edificata tra il 1000 e il 1300, dal quale l’eremo di Sant’Onofrio era dipendente.
Custoditi dall’inaccessibilità della roccia, si ergono gli eremi di San Giovanni e Sant’Onofrio all’Orfento. Sulle alture del Monte Porrara, vicino a Palena, è situato il Monastero della Madonna dell’Altare , anch’esso edificato per volere di Celestino V.
Molti eremi abruzzesi sono stati consacrati a San Michele, l’arcangelo guerriero che combatte contro il maligno, singolare accostamento in quanto chiamato a protezione degli eremiti contro le tentazioni del mondo. A tal proposito citiamo la Grotta di Sant’Angelo a Palombaro, raggiungibile con un mezzo di trasporto che conduce nella valle della località omonima.
Sui Monti della Laga, in territorio teramano, tra la Montagna dei fiori e di Campli, lungo le gole del Salinello, vi sono numerose grotte utilizzate in passato, dagli eremiti, come luoghi di preghiera e raccoglimento. L’amenità e la difficile raggiungibilità del posto sono state condizioni perfette affinchè venissero edificati eremi ed abbazie, come quelli di Sant’Angelo dei Ripe, San Francesco alle Scalelle, Santa Maria Scalena, Sant’Angelo in Volturino e Santa Maria Maddalena. Al culto di fra Nicola , sul Gran Sasso, erano dedicati l’eremo di Santa Maria a Pagliara e Santa Colomba. Sopra Assergi è possibile visitare l’eremo di San Franco e quello di San Michele a Bominiaco, considerati di grande importanza per le sorgenti d’acqua presenti legati ai luoghi di culto.
Altre sedi di eremiti si trovano lungo la Valle Roveto, la Grotta di Sant’Angelo a Balsorano e San Giovanni su Bisegna e, lungo la piana del Fucino, è possibile ammirare la Grotta di San Benedetto a Massa d’Albe e, a Villalago, gli eremi di San Domenico e Sant’Angelo, protagonisti di racconti religiosi legati alla loro spiritualità.
La montagna abruzzese è uno scrigno infinito di tesori inestimabili, di esperienze forti e intense. Scarpe da trekking ai piedi, grande riserva di fiato e via a scalare pendii scoscesi e pareti di roccia.