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Macerata

Macerata, morte di Pamela, un rapporto sessuale dopo la fuga dalla comunità

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MACERATA – Con il passare dei giorni e delle ore, emergono sempre nuovi dettagli ralativi alla morte di Pamela Mastropietro. E ogni nuovo aggiornamento, contribuisce a rendere sempre più fosca una vicenda drammatica fin dalle prime battute.

Gli inquirenti hanno formulato una nuova, sconfortante, ipotesi sulle ore successive alla fuga della ragazza dalla comunità. La giovane, poco dopo aver abbandonato il centro, avrebbe consumato un rapporto sessuale con uomo, in cambio di qualche decina di euro. Il soggetto in questione sarebbe un cinquantenne di Mogliano. Avrebbe ceduto alla ragazza 50 euro in cambio di un amplesso. Questo sarebbe stato consumato in un garage di Corriddonia, a poca distanza dal centro di recupero, su una coperta stesa a terra. Sarebbe stato breve ed al termine, l’uomo avrebbe accompagnato Pamela alla stazione di Piediripa, intorno alle 18. Non avrebbe più avuto nessun contatto con la ragazza.

I carabinieri sono risaliti a lui grazie ad alcuni filmati che hanno immortalato il momento in cui l’ha caricata in auto. Ai militari avrebbe confermato il suo ruolo nella vicenda. Sul posto gli inquirenti hanno ritrovato la coperta in questione ed alcune cicche di sigarette fumate da Pamela. Le ore successive, fino alle 9:30 del giorno dopo, quando è stata avvistata da un tassista, rimangono avvolte dal mistero.

Parte dei soldi così ottenuti, sarebbe stata spesa il giorno seguente per comprare la dose che potrebbe averla uccisa. La ragazza ha incontrato Oseghale ai Giardini Diaz. A questi avrebbe chiesto dell’eroina, ma il nigeriano non sarebbe stato in grado di procurargliela. L’avrebbe accompagnata allora da un suo connazionale, in possesso della sostanza. La giovane avrebbe quindi acquistato droga per 30 euro. L’uomo adesso è indagato per spaccio in concorso, ma gli inquirenti non escludono che possa aver avuto un ruolo attivo nello scempio sul corpo di Pamela. Nel frattempo Oseghale resta in carcere. Ha negato tutte le accuse, ma il Gip ha convalidato l’arresto, con le accuse di vilipendio ed occultamento di cadavere. Manca quella di omicidio, per la quale non ci sono al momento prove sufficienti. Su tutte, la causa del decesso. Non è ancora noto se la giovane sia stata uccisa o se sia morta di overdose.

Macerata

Omicidio di Pamela Mastropietro, ergastolo a Innocent Oseghale

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La Cassazione respinge il ricorso della difesa e rende definitiva le condanne all’ergastolo per Innocent Oseghale inflittegli in primo grado e due volte in Appello. Nel 2022 la Suprema corte aveva chiesto approfondimenti sull’aggravante della violenza sessuale.

MACERATA – Innocent Oseghale è stato condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della giovane Pamela Mastropietro, uccisa, fatta a pezzi ed abbandonata a Pollenza nel 2018. Oseghale era stato condannato in primo grado. Sentenza confermata poi per due volte in appello, anche se nel 2022 la Cassazione aveva chiesto approfondimenti sull’aggravante della violenza sessuale.

Non si trattava di una questione da poco, dal momento che se non fosse stata riconosciuta Oseghale avrebbe potuto evitare l’ergastolo. Con la sentenza di oggi viene messa dunque la parola fine ad una raccapricciante vicenda di cronaca prima e giudiziaria poi.

La madre della giovane alla lettura è esplosa in lacrime e si è stretta nell’abbraccio dei tanti presenti a manifestarle solidarietà. Una scena bene diversa da quando due anni fa lasciò l’Aula su tutte le furie per il parziale annullamento della condanna di Oseghale. Anche la maglietta era diversa: se nel 2022 mostrava il corpo fatto a pezzi della figlia, stamattina ne ritraeva il volto sorridente su sfondo rosa.

La donna è soddisfatta della sentenza, ma è sicura che non sia stata completamente accertata la dinamica dei fatti di quel maledetto giorno. Da sempre è convinta che Oseghale non abbia agito da solo e che i complici siano ancora a piede libero: «Tutta l’incertezza di questi anni non aiuta. Sapere che fuori ci sono dei mostri che possono fare ancora del male come hanno fatto a Pamela è un pensiero terribile».

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Ascoli Piceno

Sante Copponi, nuovo Prefetto di Ascoli: «onorato di lavorare in questa provincia»

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Il nuovo prefetto di Ascoli Piceno Sante Copponi ha diramato agli organi di stampa una lettera con la quale presenta il suo insediamento.

ASCOLI PICENO – Il nuovo prefetto Sante Copponi, da poco insediatosi dopo , illustra quali saranno le linee guida del suo operato in una lettera alla stampa che pubblichiamo per intero. Pur arrivando dalla Prefettura di Matera, si tratta di un ritorno nelle Marche per Copponi, nato a Pievebovigliana, in provincia di Macerata, l’11 marzo 1959 e laureatosi in Scienze politiche all’Università di Camerino. Nel corso della sua carriera ha prestato servizio nelle prefetture di Macerata, Piacenza, Fermo e Pesaro e Urbino.

Di seguito la lettera del nuovo prefetto di Ascoli Piceno:

«Nell’assumere l’incarico di Prefetto di Ascoli Piceno, onorato di poter lavorare in questa bellissima provincia, laboriosa, ricca di storia, di beni culturali e di paesaggi, rivolgo un saluto a tutte le autorità civili, militari, religiose, al mondo delle imprese e del lavoro e al mondo delle associazioni.

Il mio massimo impegno sarà quello di preservare la coesione sociale del territorio assumendo tutte le iniziative necessarie per la tutela dell’ordine, della sicurezza pubblica, dell’incolumità pubblica e dell’ambiente, con particolare attenzione rivolta alle categorie fragili e maggiormente vulnerabili.

Analogo impegno sarà profuso per favorire l’inclusione sociale delle categorie maggiormente svantaggiate.

Una particolare attenzione intendo rivolgere ai territori colpiti dal sisma del 2016 per fornire tutto il necessario supporto alla risoluzione delle problematiche sociali ed economiche.

Assicuro fin d’ora la massima collaborazione con le istituzioni locali, con il mondo delle imprese e quello del lavoro per la risoluzione delle problematiche socio-economiche presenti sul territorio provinciale contando, al riguardo, nella disponibilità e collaborazione di tutti gli attori sociali ed economici della provincia che incontrerò a breve per avere un quadro completo dell’assetto produttivo-occupazionale della provincia».   

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Macerata

250 chili di marijuana ed hashish sequestrati a Civitanova Marche

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Denunciato un cittadino al quale lo stupefacente era destinato. I finanzieri di Civitanova, grazie all’unità cinofila, hanno intercettato il carico da 15 chili nei colli di magazzino di un corriere espresso. In casa, aveva altri 235 chili. Denunciato a piede libero.

MACERATA – E’ stato denunciato a piede libero l’uomo al quale i finanzieri di Civitanova Marche hanno sequestrato complessivamente 250 chili tra marijuana ed hashish: 15 stavano per essergli recapitati attraverso un corriere, mentre in casa aveva il grosso dello stupefacente.

Il sequestro è stato reso possibile dal fiuto dell’unità cinofila, che ha scovato il carico incriminato tra i colli di magazzino in attesa di essere consegnati di un corriere espresso. Apparentemente i due voluminosi involucri contenevano elettrodomestici.

Una volta risaliti al suo indirizzo, i finanzieri hanno fatto controllare al cane Hanima i luoghi nella sua disponibilità, compresi i locali dell’azienda del quale è titolare unico. E così è stato scoperto il magazzino con i 250 circa chili di stupefacenti a Civitanova Marche: 195 chili di marijuana e 27 di hashish di tipo kief, ai quali vanno aggiunti i 15 in consegna. Tutto sequestrato dalle fiamme gialle.

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