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L'Aquila

Uno studio del Gssi per capire il turismo grazie ai social network

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studio Gssi su turismo e social-netowrk

L’AQUILA – Se i social network hanno cambiato il modo di vivere e anche di viaggiare, allo stesso tempo le reti sociali possono essere utili per capire e analizzare le tendenze turistiche, e di conseguenza permettere agli amministratori pubblici di prendere decisioni più accurate. È questo uno degli scopi dello studio del Gssi sui big data dei social network, rivolto al turismo.

Il Gssi, Gran Sasso Science Insitute, una scuola di dottorato internazionale nelle aree di Fisica, Matematica, Informatica e Scienze Sociali. Il GSSI è stato istituito dopo il terremoto del 2009 a L’Aquila, con l’intenzione di contribuire alla rinascita della città secondo un modello di “Città della Conoscenza” sostenuto dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Un lungo lasso di tempo, mai preso in considerazione finora dalle precedenti ricerche accademiche. Lo studio su social network per analizzare il turismo, dal titolo “Mining Flickr to better understand tourist behavior” di Maria Giovanna Brandano e Ludovico Iovino del GSSI e Daniele Mantegazzi dell’Università di Groningen, ma precedentemente post-doc al GSSI, pubblicato nel libro “Handbook of Research on Advanced Research Methodologies for a Digital Society”, è riuscito a profilare in modo molto preciso il turistatipo in visita nella provincia dell’Aquila.

Grazie all’uso dei dati di Flickr, un social network dedicato alla fotografia attivo dal 2004 che attualmente conta 112 milioni di utilizzatori, il team GSSI ha verificato per esempio come i turisti italiani e quelli internazionali abbiano stagionalità diverse. I turisti italiani visitano la provincia abruzzese prevalentemente in due periodi, uno tra marzo e aprile e l’altro durante i mesi estivi, mentre il picco degli stranieri si rileva durante l’autunno.

Anche i gusti in termini di località sono differenti. Gli italiani preferiscono ammirare le bellezze urbane delle città de L’Aquila e Avezzano, oppure immergersi nella natura dei parchi nazionali e regionali. Al contrario, i turisti stranieri subiscono il fascino sprigionato dai villaggi medievali di Santo Stefano e Rocca Calascio.

Maria Giovanna Brandano

«L’approccio proposto in questo lavoro fa intuire quale sia la ricchezza dei cosiddetti big data per l’analisi dei comportamenti dei turisti in molte altre destinazioni – spiega Maria Giovanna Brandano, ricercatrice nell’area di Social Science al GSSI – ma soprattutto i risultati possono essere interessanti per urbanisti, amministrazioni pubbliche e fornitori di servizi per comprendere facilmente le caratteristiche peculiari dei comportamenti turistici in una determinata area, anche in tempo reale. Inoltre, i risultati ottenuti possono aiutare sia gli stakeholder sia gli amministratori ad aumentare l’offerta di servizi in un’area che non è completamente sviluppata come destinazione turistica».

Sono state analizzate 66.875 immagini condivise da 3.853 utenti in sedici anni. La scelta dell’uso di Flickr è stata dettata dalla ricchezza dei dati offerti da questo social network, nonché anche la possibilità di prendere in esame un lungo periodo. Le immagini contengono infatti una serie di dati dettagliati, tra i quali l’ID dell’utente, i dati del caricamento, i tags, le coordinate geografiche, e talvolta anche le informazioni personali degli utenti che hanno scelto di renderle pubbliche.

Ludovico Iovino

Lo studio del GSSI sui social network per analizzare il turismo, ha consentito di dare l’esatta paternità a 39.078 fotografie. «In questo approccio, il fine principale ricade nella Data-Driven Decision Making, cioè prendere decisioni in base ai dati – spiega Ludovico Iovino, ricercatore nell’area di Informatica al GSSI – questa tipologia di analisi consente ad una pubblica amministrazione o un’azienda di prendere
decisioni basandosi sui big data. Per esempio, una zona molto frequentata ma dove sono assenti servizi, è una zona candidata a un focus preciso che può definire la stagionalità o i pattern di comportamento non derivabili altrimenti. Inoltre, i dati analizzati sono sempre anonimi ed aggregati: mi preme sottolinearlo perché l’etica del dato è un argomento delicato a cui si deve porre sempre attenzione, così come l’affidabilità della fonte: questi sono argomenti su cui stiamo lavorando con il laboratorio Smart City del GSSI».

Ora che la metodologia è stata testata nella provincia dell’Aquila, ed è stata utile anche per capire come sono andate le cose dopo il terremoto del 2009, potrà essere utilizzata per comprendere le nuove tendenze turistiche dettate dal Covid. «Come ricercatori possiamo ora scoprire come sono cambiate le preferenze in seguito alla pandemia e vedere per esempio se i punti di interesse pre-Covid hanno continuato a rimanere tali o se i flussi si sono spostati verso destinazioni meno note e meno affollate. L’analisi di grosse quantità di dati in questo caso potrà darci indicazioni preziose, anche in termini di sicurezza sanitaria», conclude Brandano.

Abruzzo

Truffe on-line sventate dalla Polizia Postale: vishing e smishing in aumento in Abruzzo

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I truffatori, attraverso SMS o telefonate che, apparentemente, provengono da banche ed istituti di credito, raggirano le vittime convincendole a fornire loro i dati o direttamente a fargli un bonifico, per prevenire un presunto attacco telematico.

L’AQUILA – Nelle ultime settimane in Abruzzo gli investigatori della Sezione Operativa della Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale dell’Aquila hanno sventato due tentate truffe on-line, provate mediante le tecniche dello smishing e del vishing.

La prima prevede l’invio di un SMS apparentemente inviato da un istituto di credito o da una banca, che avvisa l’utente di aver subito un tentativo di accesso non autorizzato nei propri conti. Didascalia e intestazione del messaggio replicano in tutto e per tutto quello della banca. Chi non si accorge del raggiro, viene indirizzato verso un sito clone, che presenta simboli, loghi e colori di quello dell’istituto di credito, nel quale le persone, credendo di mettere al sicuro i propri risparmi, forniscono ai truffatori tutti i dati sensibili e le chiavi per aprire i propri conti.

Il vishing è simile allo smishing, ma avviene tramite telefonata, ed anche questo è stato recentemente tentato in Abruzzo. Un presunto addetto della banca, segnalando sempre un tentativo di accesso, convince le persone ad effettuare un “bonifico sicuro”, per mettere al sicuro i soldi sotto attacco. Soldi che ovviamente sparirebbero.

Fortunatamente, la Polizia Postale è intervenuta prima che potessero andare a buon fine le due truffe tentate. In un caso le indagini sono partite dalla segnalazione di una persona, contatta da un sedicente “commissario Rizzo”, apparentemente appartenente proprio alla Sezione Operativa della Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale dell’Aquila. Durante la telefonata è caduta la linea e l’interlocutore, spaventato, ha chiamato la Polizia Postale chiedendo di essere rimesso in contatto con il presunto commissario. Da lì gli agenti, quelli veri, hanno sventato le due tentate truffe on-line.

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L'Aquila

Prete condannato a 21 anni per omicidio: fu parroco in Abruzzo

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prete condannato per omicidio

Don Paolo Piccoli, ex parroco di Pizzoli in provincia di L’Aquila, è stato condannato a 21 anni e 6 mesi di reclusione nel processo bis per l’omicidio di monsignor Giuseppe Rocco, ex parroco di Santa Teresa a Trieste.

L’AQUILA – Si è chiuso presso la Corte d’assise d’appello di Venezia il processo bis nei confronti di don Paolo Piccoli, ex parroco di Pizzoli, condannato a 21 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio di un altro prete: monsignor Giuseppe Rocco, ex parroco di Santa Maria a Trieste.

Il parroco venne trovato senza vita il 25 aprile del 2014, nella sua stanza della Casa del Clero. Secondo le accuse, alla base del delitto ci sarebbe stato il furto di alcuni oggetti sacri, mai ritrovati, per il quale Rocco sospettava di Piccoli.

Il prete è stato condannato per omicidio sia in primo grado che in appello, ma un anno fa la Cassazione aveva ribaltato le sentenze dei Tribunali triestini a causa della mancata ammissione dei consulenti di parte durante alcuni accertamenti irripetibili: don Piccoli non era stato avvisato, dal momento che non era stato iscritto al registro degli indagati.

Adesso la Corte d’assise d’appello ha confermato la condanna, accogliendo le richieste del procuratore generale Paola Tonini.

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L'Aquila

Palestinesi arrestati a L’Aquila, Piantedosi: «catturati tre pericolosi terroristi»

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antiterrorismo polizia tre terroristi palestinesi arrestati a l'aquila

L’indagine è stata coordinata dal procuratore nazionale antiterrorismo, Giovanni Melillo. Secondo le accuse, i tre stavano progettando attentati anche suicidi, in Israele e Cisgiordania, ma gli inquirenti non escludono che volessero colpire nel nostro Paese.

L’AQUILA – «Soddisfazione per la cattura all’Aquila di tre pericolosi terroristi, operazione che conferma il continuo impegno e la grande capacità investigativa delle nostre Forze dell’ordine, che ringrazio per questo importante risultato». Con queste parole il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato l’arresto di tre uomini palestinesi accusati di pianificare attentati terroristici all’estero e in patria.

Gli arrestati sono Anan Kamal Afif Yaeesh, 36 anni, Ali Saji Ribhi Irar, 30 anni e Mansour Doghmosh, 29 anni. Ci sono soprattutto intercettazioni di telefonate e chat alla base dell’inchiesta che ha portato la Procura a formulare le accuse contro di loro. Secondo gli inquirenti, progettavano attentati, anche suicidi, in Israele e Cisgiordania. Secondo le accuse però, non è escluso che potessero colpire anche nel nostro Paese.

I tre risiedevano a L’Aquila da diversi anni, formalmente per trovare lavori nell’edilizia durante le fasi di ricostruzione post sisma. Secondo gli inquirenti invece, avrebbero scelto L’Aquila per avere la base operativa in una provincia tutto sommato lontana dai radar.

In Italia avrebbero organizzato un’unità militare chiamata “Gruppo di risposta rapida- Brigata Tulkarem”, di ispirazione dei Martiri di Al-Aqsa, l’ala armata del partito Fatah riconosciuta come organizzazione terroristica dall’Ue e dagli Usa.

In base a quanto ricostruito da Digos e Antiterrorismo, dopo aver gestito per anni i flussi di denaro per finanziare l’attività del gruppo, n seguito all’attentato dello scorso 7 ottobre avrebbero deciso di alzare la posta e di passare alla fase esecutiva.

I tre presunti terroristi arrestati a L’Aquila avrebbero tenuto in considerazione anche l’attività propagandistica: si erano procurati telecamere per filmare e trasmettere le loro gesta, riprendendo una tattica già sperimentata dall’Isis.

Non mancano però reazioni contrastanti alla notizia dei tre arresti. La lista della destra radicale Forza Nuova ad esempio, chiede il rilascio dei tre palestinesi, considerati prigionieri politici: «Più che terroristi sembrano rappresentanti delle Autorità Palestinesi. – dichiara il segretario Roberto Fiore – L’arresto arrivato dopo la richiesta di Israele, che ne richiede l’estradizione, con i solerti agenti italiani che eseguono gli ordini di Netanyahu, lo stesso che si è macchiato di atti di genocidio in Palestina. – conclude Fiore – Se i tre Palestinesi non sono indiziati per reati commessi in Italia vengano rilasciati immediatamente».

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