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Ancona

Jesi, presentata la stagione di prosa al Teatro Pergolesi

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Otto appuntamenti da gennaio a maggio 2023, di cui sette in abbonamento, per la nuova e bella stagione di prosa del Teatro Pergolesi di Jesi nata dalla rinnovata collaborazione tra la Fondazione Pergolesi Spontini, il Comune di Jesi e l’AMAT, con il contributo della Regione Marche e del MiC.

ANCONA – Dopo la lirica, la prosa. E’ stata presentata a Jesi la stagione di prosa 2023 al Teatro Pergolesi, che prevede un cartellone ricco di spettacoli di grande spessore. L’inaugurazione è Divina: il 29 gennaio è con Elio Germano e Teho Teardo, voce e musica di Paradiso XXXIII per dire la bellezza e avvicinarsi al mistero, l’immenso, l’indicibile ricercato da Dante nei versi del canto. Dal suono avvincente ed “etterno” germoglia la musica inaudita e imprevedibile del compositore d’avanguardia e scaturisce la regia visionaria e impalpabile di Simone Ferrari e Lulu Helbaek, poeti dello sguardo, capaci di muoversi tra cerimonie olimpiche, teatro e show portando sempre con loro una stilla di magia del Cirque du Soleil. Grazie alla loro esperienza, accade in scena qualcosa di magico e meraviglioso, una contaminazione di linguaggi tecnologici e teatrali.

Il 14 febbraio Babilonia Teatri parte dalla scomparsa di Giulio Regeni al Cairo il 25 gennaio 2016 per costruire Giulio meets Ramy / Ramy meets Giulio, a Jesi in esclusiva regionale. Sul palco, a cantare contro i regimi, c’è Ramy Essam, conosciuto oggi in Egitto come la voce della rivoluzione, dal 2014 in esilio con un mandato di cattura per terrorismo, cantore da sempre di libertà e giustizia per il suo popolo. Le canzoni di Ramy danno voce a domande profondamente concrete e politiche.

Fanny & Alexander porta in scena il 21 febbraio Addio fantasmi, dal romanzo di Nadia Terranova finalista al Premio Strega 2019, mettendo al centro il rapporto tra due donne, una figlia e una madre, incarnate sul palco da due attrici d’eccezione, Anna Bonaiuto e Valentina Cervi. Addio fantasmi – ideazione di Chiara Lagani e Luigi De Angelis –è la storia di una donna, Ida Laquidara, alle prese con il vuoto di un’assenza: il padre, un giorno, quando lei era bambina, è uscito di casa per non tornare più.

Il 2 marzo Nancy Brilli e Chiara Noschese sono le protagoniste di Manola di Margaret Mazzantini, regia di Leo Muscato, collaudato spettacolo sulle scene dei maggiori teatri italiani. Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo, una maratona impudica e commovente che svela l’intimità femminile in tutte le sue scaglie, un testo sfrenato che prevede due interpreti formidabili per una “prova circense senza rete” che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale.

Claudio “Greg” Gregori e Simone Colombari giungono al Pergolesi il 17 marzo in esclusiva regionale con Il calapranzi di Pinter. Entrambi dotati di peculiarità surreali, in perenne bilico tra cinismo e autoironia, Simone e Claudio si calano perfettamente nei registri surreali e metafisici dello scabro racconto e restituiscono così la giusta crudezza d’una trama spietata, dolorosa e, a volte, involontariamente comica.

La stagione di prosa 2023 al Teatro Pergolesi prosegue il 29 marzo con Le ferite del vento di Juan Carlos Rubio, con Cochi Ponzoni e Matteo Taranto, regia di Alessio Pizzech. Il giovane Davide, alla morte del padre Raffaele si ritrova a dover sistemare le sue cose e viene a conoscenza di un segreto che mai avrebbe potuto immaginare. Un racconto intenso, fatto di emozioni, Le ferite del vento riporta in superficie temi archetipici e li restituisce con un linguaggio vicino alla quotidianità capace di svelare la poesia delle piccole cose e riconsegna intatta allo spettatore l’originaria forza del teatro.

Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, La vita davanti a sé di Romain Gary, in scena il 19 aprile, è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa. Un romanzo commovente e ancora attualissimo, nel quale Silvio Orlando, in veste di interprete e regista, conduce lo spettatore dentro le pagine del libro con leggerezza e ironia dando vita a un autentico capolavoro “per tutti” dove la commozione e il divertimento si inseguono senza respiro, con la musica dal vivo eseguita dall’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre.

Conclusione di stagione il 21 maggio con Per la vita [Primo studio] di Francesca Garolla, vincitrice Premio Valeria Moriconi. Futuro della Scena 2022, con Viola Graziosi (fuori abbonamento). “Per la vita – racconta l’autrice – nasce all’interno di una trilogia sulla quale sto lavorando da diversi anni. Una trilogia che indaga il tema della libertà”.

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La corrispondente di guerra Laura Tangherlini alla chiusura dell’anno accademico della Luaj

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Il presidente della Luja Gabriele Fava, Laura Tangherlini ed i suoi collaboratori (Foto di Cristina Franco).

La giornalista jesina Laura Tangherlini alla platea intervenuta alla chiusura dell’anno accademico della Luaj ha parlato delle donne conosciute nelle terre devastate da guerra e cataclismi: «salvare la vita a tutti i costi»

Quando si viene a contatto diretto con guerra, violenza, dolore, rovina, follia non si può restare indifferenti. Guardando gli altri si entra in comunicazione, in empatia con chi soffre; ci si identifica, si soccorre, si cambia dentro, si diventa più forti. Ne ha fatto esperienza Laura Tangherlini, inviata RAI in terre sconvolte da conflitti e disastri naturali; in paesi dove si è esclusi e perseguitati, dove più che vivere si sopravvive: dove pure a soffrire moltissimo sono donne e bambini privi di ogni diritto, anche dei più elementari come sorridere e giocare. Sono mamme rimaste sole a prendersi cura di loro,  senza risorse, mentre mariti e fratelli sono sul fronte a combattere. Di queste ha parlato la giornalista jesina Laura Tangherlini lo scorso il 1° giugno, nella Sala del Lampadario del Circolo Cittadino, gremita di pubblico, in occasione della chiusura dell’Anno Accademico 2022/2023 della Luaj, Libera Università per adulti di Jesi.

A  presentarla è stato il presidente, Gabriele Fava, sintetizzando il suo curriculum in cui ad essere ricordati oltre ai suoi titoli di studio, sono stati i numerosi libri d’inchiesta e i premi per essi ricevuti. Prima che prendesse la parola il Presidente ha presentato un bilancio delle attività della Luaj di quest’anno. Lo ha definito «la quiete dopo la tempesta», alludendo all’annus horribilis della pandemia, il 2021 e ai disagi del successivo causati dalla doppia dislocazione della sede. Tutto invece quest’anno si è svolto regolarmente. Sono state presentate lezioni su discipline diverse seguite da un numero di iscritti  sensibilmente aumentato  rispetto agli anni precedenti, con argomenti proposti anche da studenti del Liceo Scientifico. Non sono mancate conferenze di notevole interesse, manifestazioni di simpatico intrattenimento in occasione di festività, partecipazione a spettacoli cinematografici e teatrali, iniziative di rilievo come l’allestimento di una mostra di pittura al Palazzo dei Convegni, visite culturali, l’assegnazione della cittadinanza benemerita al prof. Antonio Ramini come pure di un primo e un secondo premio a due partecipanti ad un importante concorso di Narrativa, Poesia, Arte. «Senza cultura non c’è libertà»” ha affermato il Presidente citando don Milani, osservando poi: «Indispensabili alla cultura sono onestà e desiderio di sapere».

Laura Tangherlini alla chiusura dell’anno accademico della Luaj ha parlato delle donne incontrate in Siria, Ucraina, Turchia, Gaza. Tutte in queste terre vivono situazioni difficili. A Gaza il mercato del lavoro è senza speranza per loro. Poche riescono a studiare, ma sono poi destinate a restare fra le pareti domestiche. Hanno incontrato con entusiasmo la giornalista e molto hanno volentieri raccontato. Gli uomini invece hanno mostrato diffidenza se non anche ostilità. Gli stranieri sono frequentemente controllati. Non è stata accettata nemmeno l’istallazione di un impianto di skateboard per far giocare i ragazzi. La situazione politica è complessa, incerta, magmatica.

In Ucraina invece Laura Tangherlini ha documentato guerra, violenze, devastazioni. Mancano ospedali, presidi sanitari e cure. Con le famiglie distrutte le donne sono spesso costrette a fare scelte di vita molto difficili: scappare o restare, lasciare i figli a qualcuno e raggiungere gli uomini al fronte o rimanere accanto ai loro bambini per proteggerli e salvarli da tanti pericoli. Altri problemi in Turchia dove non sono migliori le condizioni di vita. Molti i rifugiati dalla Siria, donne in particolare che tuttavia non sanno a chi rivolgersi per ottenere aiuti. Per altro residenza e domicilio devono coincidere, altrimenti si viene privati dei servizi. Problemi sociali sono anche poligamia e prostituzione forzata. L’Europa ha inviato sovvenzioni, ma a causa del terremoto la situazione è anche peggiorata. In Siria non senza difficoltà alcune donne sono riuscite a raggiungere posizioni di responsabilità non solo in ambito lavorativo.  Ma la crisi anche qui è grave. Il conflitto non è ancora terminato e sono sempre i più deboli e indifesi a soffrire di più. Esistono sempre codici repressivi nei confronti delle donne. Possono subire stupri, rapimenti, essere usate come merce di scambio o vendute e costrette da bambine a un matrimonio. Hanno imparato però a coalizzarsi e tra loro si è instaurata una forte solidarietà.

Marco Rò e Laura Tangherlini

Laura Tangherlini non si è limitata a descrivere a voce. Ha aggiunto reportage filmati e interviste, così come nei suoi servizi televisivi. Non ha mancato pure di sorprendere quando ha presentato con il marito, Marco Rò, due canzoni tratte da un loro recente c.d., ‘A un passo da qui’, in cui hanno messo in musica – lui compositore, lei cantante e paroliera- le storie che hanno raccolto. Come la poesia di Reema, una bimba siriana di otto anni;  come la vicenda della separazione di un fratello e di una sorella che preferiscono non tornare nella loro Siria devastata o quella, tenerissima, di una donna che desidera solo ‘un piccolo armadio’ dove riporre i poveri abiti dei suoi bambini. Al termine, un atto di generosità. Sono stati messi in vendita i libri d’inchiesta della giornalista: il ricavato, ha dichiarato Laura Tangherlini, andrà alle famiglie in difficoltà da lei incontrate in paesi dove, «a un passo da qui» si soffre immensamente.

Augusta Franco Cardinali

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Attestazioni irregolari sui veicoli: denunciato funzionario della Motorizzazione di Ancona

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Segnalazione partita dalla Motorizzazione Civile stessa: alcuni veicoli non idonei alla certificazione, hanno ottenuto i certificati di omologazione. Indagando su un funzionario della Motorizzazione, i poliziotti hanno scoperto anche altre false attestazioni, relative al trasporto di bombole di gas metano: denunciati lui e due dipendenti delle aziende nei quali gli illeciti venivano commessi.

ANCONA – Rilasciava attestati e certificazioni per veicoli che in realtà non ne possedevano i requisiti, il funzionario della Motorizzazione Civile denunciato dalla Polizia Stradale. In base ai riscontri degli agenti, l’uomo avrebbe rilasciato al titolare di una ditta, certificati di omologazione per alcuni veicoli che non avrebbero potuto circolare, perché non rispettavano i requisiti di sicurezza. Stesso discorso per una ditta che trasporta bombole di gas metano: avrebbe rilasciato falsi verbali di controllo e certificazione.

Le indagini sul funzionario sono partite da una segnalazione della Motorizzazione Civile stessa, relativamente al primo capo d’accusa. Indagando, la polstrada ha scoperto anche i fatti relativi alle bombole del metano.

Il funzionario della Motorizzazione di Ancona è stato denunciato e sottoposto alla misura cautelare dell’interdizione dalle funzioni per tre mesi. I dipendenti delle ditte coinvolte sono stati a loro volta denunciati. I veicoli che hanno ottenuto le certificazioni in maniera irregolare, sono stati invece richiamati in Motorizzazione per i dovuti controlli.

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Le esercitazioni dei Vigili del Fuoco al “ModEx Arcevia 2023”

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I pompieri hanno preso parte all’esercitazione internazionale “ModEx Arcevia 2023”, simulando tre scenari emergenziali, che prevedevano il recupero di un infortunato da punti difficilmente accessibili.

ANCONA – I Vigili del Fuoco ieri, mercoledì 7 giugno, hanno simulato tre scenari emergenziali di ricerca e recupero di feriti al “ModEx Arcevia 2023”, la grande esercitazione internazionale tesa a migliorare la cooperazione tra gli operatori del soccorso e di protezione civile apertasi lo scorso 6 giugno. Le attività si concluderanno il 9, mentre il 10 si terrà la cerimonia conclusiva e a consegna degli attestati.

Nel primo scenario, i Vigili del fuoco hanno simulato il recupero di un infortunato che, a causa di un incidente stradale, è stato sbalzato dal suo veicolo, finendo in un punto che richiedeva tecniche speleo alpinistiche fluviali (SAF). Nel secondo, un uomo era rimasto intrappolato sotto le macerie di un fabbricato, nel quale si è verificato un cedimento strutturale, ed è stato liberato mediante le tecniche di ricerca e soccorso in ambiente urbano (USAR). Nel terzo infine, i pompieri hanno assicurato un’auto finita fuori strada e rimasta in bilico in precarie condizioni di sanità, prima di estrarre l’occupante del veicolo.

Alle simulazioni hanno preso parte i team sanitari di Malta, Romania, Francia, Spagna e Andorra. 25 le unità e 9 gli automezzi del Comando dei Vigili del fuoco di Ancona intervenute.

“ModEx Arcevia 2023” è parte di un progetto finanziato dalla Commissione Europea teso a migliorare la cooperazione fra i vari protagonisti del soccorso, a livello internazionale. E’ la seconda volta che viene scelta Arcevia come sede della grande esercitazione, dopo l’edizione del 2015.

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