ANCONA – Il progetto Kiss, un’interessante esperienza di alternanza scuola lavoro unica in Italia, effettuata in Corea del Sud da quattro studentesse dell’Istituto di Istruzione Superiore “Galilei” di Jesi dell’indirizzo delle Scienze Umane – Alessandra Altaripa, Erika Chiariotti, Zoe Catani e Diletta Galassi – è stata presentata il 10 gennaio al Palazzo dei Convegni alla presenza del vicesindaco di Jesi, il professor Samuele Animali, e del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche, dottor Marco Ugo Filisetti, che ha preso atto dei notevoli risultati raggiunti dal Galilei grazie al grande impegno di tutto il personale.
L’incontro è stato moderato dalla professoressa Alessia Colasanti, che con la collega Monica Ferretti e l’apporto fondamentale della professoressa Stefania Vichi, nel 2020 ha dato origine al particolare PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) grazie al progetto Kiss (Korea and Italy Schools and Students), stretto tra l’Istituto Galilei di Jesi e il Liceo Jeohyeon High School di Goyang, vicino Seoul, che offre spazi, anche sportivi, molto attrezzati. Fra circa un mese il Preside del Liceo di Goyang e tre insegnanti sudcoreani faranno visita all’Istituto. Galilei, mentre gli studenti sono attesi per l’anno prossimo.
Giunto al terzo anno, il progetto ha visto crescere i partecipanti che attualmente sono una trentina, tutti molto motivati. A fine gennaio si attende l’esito del concorso cui hanno aderito, consistente nella stesura di un elaborato su re Sejong il Grande (1397 – 1450), sovrano generoso e davvero illuminato, che ebbe a cuore il benessere dei suoi sudditi, con una viva attenzione per i meno abbienti. Appassionata anche lei dell’Oriente, la professoressa Ferretti è partita il 22 agosto scorso con le studentesse ed il Preside Luigi Frati per due settimane di job – shadowing in scuole di Goyang di diverso livello. Qui le allieve hanno sviluppato competenze personali e sociali seguendo lezioni di matematica, filosofia e diritto e tenendone altre di cultura italiana in inglese.
In questo modo sono riuscite a sondare la propria propensione all’insegnamento, oltre ad acquisire una maggiore fiducia in sé stesse. Le studentesse del Galilei avrebbero desiderato trascorrere più tempo con i bambini della scuola materna, probabilmente anche per l’impostazione fortemente ludica delle lezioni, incentrate sulla favola di Pinocchio, con un’attività aggiuntiva molto divertente per imparare il buffo linguaggio gestuale italico. I testi scolastici sudcoreani sono molto meno ingombranti dei nostri, perché contengono esclusivamente pagine che gli studenti dovranno imparare a memoria.
Durante l’incontro al Palazzo dei Convegni il Dirigente del Galilei ha ricordato il Piano Strategico per la Sostenibilità Ambientale e quello per l’Internazionalizzazione, che prevede ogni anno l’assegnazione di più di settanta borse di studio all’estero, corsi pomeridiani sulla cittadinanza europea e per conseguire le certificazioni in inglese e spagnolo. Questi ultimi corsi sono aumentati del75%e sono seguiti anche dal personale ATA e dagli ausiliari, nella prospettiva di una crescita in un contesto europeo.
È iniziata la collaborazione con licei di Boston e Chicago. Recente è pure l’esperienza in Madagascar, dove il Preside ha accompagnato alcuni studenti dell’indirizzo biotecnologico che hanno svolto ricerche sulle microplastiche ed i licheni dell’Oceano Indiano.
La professa Ferretti ha illustrato il progetto Kiss dell’Istituto Galilei di Jesi, avviato in piena pandemia con la realizzazione di un blog in inglese con più di trenta articoli per far conoscere le reciproche culture e le differenze tra il sistema scolastico italiano e quello coreano, improntato alla competitività e con ritmi di studio molto più intensi rispetto al nostro. Basti ricordare che per frequentare le tre più prestigiose università del Paese, concentrate a Seoul, bisogna sostenere ogni secondo giovedì di novembre il CSAT (College Scholastic Ability Test), un esame in tutte le materie della durata complessiva di circa sette ore, durante il quale l’intero Paese si ferma. Persino i voli aerei vengono sospesi per non disturbare gli studenti, ai quali i tassisti offrono gratis il trasporto.
Esaminando il contenuto dei test, riportati su particolari “giornali”, colpisce soprattutto quello di inglese: otto facciate di esercizi da svolgere in un’ora e dieci minuti… Del resto i giovani sudcoreani sono abituati ad una ferrea disciplina di studio: non solo rimangono a scuola fino alle 17, ma proseguono poi con altre ore di perfezionamento fino alle 10 di sera presso costose accademie private, in quanto il loro scopo è eccellere. Molte famiglie si indebitano per permettersele. E non è finita qui: lo studio continua a casa fino alla mezzanotte – l’una. In media, quindi, gli studenti dormono al massimo cinque ore al giorno. Non si sa quanto possa bastare a combattere lo stress il fatto che a scuola si indossino calzini e ciabatte e sia ammesso il conforto di una coperta calda e la compagnia di peluche.
Cristina Franco