Donne torturate percorrono con i loro corpi straziati tutto il 500 e il 600. La loro sofferente tortura continua ad essere applicata anche nel 700 negli ultimi atroci processi . E quando i fantasmi delle streghe si fecero sempre più fievoli, le razzie perdurarono ,anche se non più per stanare satanismo o saperi esoterici, ma per punire fantomatiche tresche amorose o diverbi politici.
IL MASSACRO IN TUTTA EUROPA
In più di 200 anni di persecuzioni il numero delle vittime assunse la dimensione di un Olocausto,nella città Tedesca di Rottenburg, poco per volta furono arse al rogo quasi tutte le donne,al punto che le autorità dovettero intervenire in quanto ” la mancanza di donne avrebbe portato allo spopolamento della città” con chi avrebbero potuto procreare gli uomini, che per altro assistevano al rogo di madri, mogli e figlie senza muovere dito in loro difesa ?
In Austria vennero arse vive 1500 donne e altre 1000 in Boemia. Solo in Svizzera il 90% delle “streghe” processate finirono tra le fiamme che furono più di 2000.
L’Italia e l’adorazione della Dea Diana e Aradia
Anche l’Italia, sede del Papato e della sacra Inquisizione, non poteva e non doveva essere da meno nella caccia alle figlie del diavolo. Le zone maggiormente interessate furono: l’Emilia Romagna, la Toscana, le valli Alpine e il Beneventano.Ma esistevano per l’inquisizione maghi e streghe un pò ovunque sparse in tutta la penisola dalle valli al mare e nascoste tra le montagne più impervie come le famose Sibille.
La Divinità principalmente venerata era Diana; creatrice del mondo sorella di Lucifero. Mentre sua figlia Aradia, nata dall’unione con Lucifero, era il Messia.
Secondo il mito, Diana diede vita non solo alle straghe ma anche a folletti e fate generando credenze e leggende famose in tutta Europa.
STORIE DI STREGHE IN ABRUZZO
Dopo ricerche negli archivi di varie biblioteche, siamo riusciti a ricostruire alcuni fatti dando nomi e cognomi alle “streghe” Abruzzesi e nella fattispecie quelle della provincia Teramana.
Incominciamo con il dire che in Abruzzo non operavano veri e propri tribunali inquisitori ma furono bensi’ i vescovi delle varie Diocesi sotto la supervisione della Congregazione Romana del Santo Uffizio ad additare e processare uomini e donne vessando accuse e imponendo sentenze indiscutibili.
Il primo rogo fu’ quello della città di Penne dove, dopo un non troppo lungo processo voluto da Margherita D’Austria figlia dell’ Imperatore Carlo V e moglie del Duca Ottavio Farnese il quale aveva un residenza nobiliare in quel di Campli, si giustiziarono i “Diavoli di Penne”: Cristina Motospirito, Castelmo della Corvara, Annibale di Montegallo.
Da questo episodio datato 1584 in ogni parte d’Abruzzo fedele al Cattolicesimo e al Protestantesimo si ebbero spietate condanne, da Tagliacozzo a Teramo passando per Città S.Angello fino a Villa Penna e Chieti tutta la Regione. Anche i più piccoli paesi montani furono testimoni di crudeli omicidi ed efferate esecuzioni.
La storia di Ernestina Di Pompeo la stega curatrice
La storia più vicina a noi è quella di Ernestina Di Pompeo la più emblematica di tutte, avvolta da un velo di tristezza e rabbia.
Siamo nell’anno di grazia 1619 in quel di Castrum Novum “Giulianova” .
Ernestina, figlia di Alberico pescatore e di Ave massaia e levatrice, nasce Campli nel 1598, dopo varie vicessitudini e carestie la sua famiglia decide di trasferirsi in quel di Giulianova anche per via del lavoro del padre.
Cresce in una umile dimora costruita vicino al mare, poco più di una baracca in legno dove vi era un semplice giacilio fatto di paglia e pietre per dormire.
Con il passare degli anni impara le arti domestiche cercando di aiutare la madre nelle faccende di casa e vendendo il pesce al mercato.
All’età di 17 anni Ernestina invogliata dalla Zia materna Berenice, ostetrica del paese,decide di imparare le arti dell’alchimia e della farmacia.
Questa anche se ancora non se lo immaginava sarà la sua condanna a morte, infatti quattro anni dopo ormai abile farmacista Ernestina viene accusata di essere una strega.
Farmacista e secondo l’accusa Meretrice ebbe una figlia senza aver marito, sempre pronta ad aiutare gli altri preparando unguenti e pozioni ricavate dalla mistura di erbe medicinali ora doveva difendersi da una accusa calunniosa e molto pericolosa.
Omertosamente nessuno dei suoi “pazienti” ai quali molte volte salvo la vita disse una parola in sua difesa, quello che il Santo Uffizio proclamava era legge e nessuno poteva opporsi, pena essere tacciato di collaborazionismo e subire la stessa sorte dell’imputato.
La neonata figlia Francesca di 1 anno venuta alla luce dopo un incontro amoroso con un giovane del paese, che non volle riconosce la paternità, soffre di quelle che oggi vengono definite “crisi epilettiche infantili” ma che all’Epoca erano viste come MALEFICIO .
E cosi da un giorno all’altro la giovane Ernestina di soli 21 anni si trova ad essere accusata di stregoneria e di conseguenza viene chiusa in carcere, spogliata, torturata, processata e nonostante lei si reclami innocente viene ammonita dal vescovo ad abbandonare sotterfugi e menzogne confessando la verità.
Ma dalla sua giovane bocca escono solo lamenti e preghiere, viene separata dalla figlia, rimandata in carcere.
Dopo pochi mesi la sentenza!
AL ROGO !
Accusata di essere ” Malissima donna e tiene nome di pubblica fatucchiera, donna di malissima vita !“
La fine della storia è ancora più triste e riecheggia nei secoli fino a noi, in quanto anche la piccola Francesca fù accusata di essere posseduta dal Diavolo e quindi ancor più pericolosa della madre stessa.
E verrà condannata alle stesse sorti della madre.
« Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus Deus, in Sion, et tibi reddetur votum in Ierusalem
Exaudi orationem meam; ad te omnis caro veniet. »