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Musica&Retroscena

Tiziano Panconi: il lavoro come ARTE

L’intervista a Tiziano Panconi che a soli 45 anni è oggi considerato il più autorevole esperto internazionale delle opere ottocentesche o più precisamente dei Macchiaioli e di importanti artisti come Giovanni Boldini. Sarà, poi il presidente ed il rappresentate italiano alla Conferenza internazionale per l’Arte, la Cultura e la Pace: “questo è il primo importantissimo passo in un cammino lungo e difficile che punta alla sensibilizzazione dei governi e delle istituzioni di tutto il mondo”

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•Per chi ancora non la conosce, parliamo del suo lavoro in generale, ci racconti cosa fa.

Sono uno storico dell’arte e mi occupo prevalentemente della pittura italiana dell’800. Più precisamente del periodo 1850-1920. Svolgo ricerche e studi sui pittori macchiaioli, come Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca e poi sugli artisti attivi a Parigi in quell’epoca: Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federigo Zandomeneghi, Vittorio Matteo Corcos. Quindi pubblico ricerche su riviste scientifiche, scrivo monografie, saggi e svolgo attività di consulenza per il mercato dell’arte. Risolvo questioni attributive e assisto musei, gallerie, collezionisti o enti pubblici, nelle fasi di compra-vendita.

 

•Sappiamo che un po’ di tempo fa lei dipingeva quadri per lo più astratti, come mai poi si è avvicinato e appassionato allo stile dell’800, cos’ha di più rispetto agli altri secoli? (qualche tratto di astrattismo sembra essere anche in alcuni quadri o disegni di Giovanni Boldini, giusto?)

Si, per qualche anno, in gioventù, mi sono dedicato alla pittura, appunto astratta. Debbo confessare che se dal punto di vista creativo l’Astrattismo è risultato per me estremamente ricco di possibilità, dal punto di vista invece della curiosità storica o dell’analisi estetica, è risultato molto meno stimolante. Giovanni Boldini è stato, e lo dico con assoluto distacco, un po’ il padre di tutto, dal Futurismo all’Astrattismo e senza esserne consapevole. Ovvero, come spesso accade ai geni, ha fagogitato artisticamente ogni esperienza estetica del suo tempo, anticipandone le evoluzioni.

 

•Qual’è il quadro che secondo lei più rappresenta al meglio questo secolo? e quale tra le donne di Giovanni Boldini è secondo lei la più bella ed affascinante?

Risulta difficile poterle dire un titolo ma certamente l’800 è stato il secolo della pittura en plein air. Ritengo Giovanni Fattori un gigante e allo stesso pari Edgar Degas. Giovanni Boldini, appena giunto a Parigi nel 1871, si innamorò di Berthè, una ragazza dei bassifondi di Montmartre che campava posando per gli artisti e condividendo con loro un tipo di vita bohemian. Berthè era molto magra, aveva la vita strettissima e le dita delle mani affusolate, due grandi occhioni chiari e un innato allure di aristocratica eleganza. Su quel modello estetico raffinatissimo, Giovanni Boldini fondò il suo modello femminile per antonomasia. Dunque per rispondere puntualmente alla sua domanda Berthè fu certamente la più bella delle “divine” dipinte da Giovanni Boldini.

 

•Giovanni Boldini e Giovanni Fattori sono due degli artisti che ama di più (il gruppo dei Macchiaioli in generale), cosa la affascina quando guarda questi quadri?

Intanto diciamo subito che la Macchia, intesa come stile precipuo, è nata nel 1855-’56, dunque in grande anticipo rispetto a altri movimenti artistici come l’Impressionismo, ufficialmente battezzato 18 anni dopo, cioè nel 1874. Dunque la prima cosa che apprezzo di questi artisti è la capacità di innovazione. Poi il rigore del disegno, perfetto e equilibratissimo, che hanno saputo coniugare con un concetto di Arte estremamente moderno. Fattori, serio e drammatico e dipinge questa sua visione disincantata della vita con straordinario senso etico. Certamente il più grande disegnatore del secolo. Boldini invece, all’opposto, un ammaliatore, rotto a ogni trucco e artifizio per incantare il pubblico e sedurre per prime le sue nobili e belle modelle e poi gli spettatori dei suoi quadri. Una sorta di prestigiatore della pittura, un virtuosista inarrivabile del pennello, dal quale si può pretendere, in senso pittorico, tutto ma non aspettiamoci la verità.

 

•Oltre ad essere uno dei maggiori esperti di quest’arte in Italia, in che modo collabora con l’estero?

Sono da molti anni direttore scientifico del Butterfly Institute Fine Art di Lugano, una delle più importanti gallerie europee specializzate nella compra-vendita di pittura dell’800. Sono anche direttore scientifico del Dipartimento dipinti del XIX secolo della Casa d’aste Cambi, con sede anche a Londra. Poi da un anno circa sono socio fondatore della Fondazione Foedus con filiali anche a Minsk e New York. Collaboro con molte delle maggiori case d’asta inglesi e americane e con università e musei un po’ in tutto il mondo. Per esempio a fine giugno sarò a Londra per la verifica attributiva e la stima di una importante collezione di pittura italiana dell’800 destinata a un museo. Fra le opere presenti vi sono anche due grandi tele di Giovanni Boldini.

 

•Lei il 28 maggio sarà il presidente, nonché il rappresentate italiano nella conferenza internazionale per la cultura, l’arte e la pace, come è nato questo progetto, perché è stato creato e quali saranno le finalità di questa conferenza?

In una epoca di criticità e tensioni culturali come questa, nella quale si registra una forte caduta di valori, ci è parso necessario un supplemento di impegno da parte di chi ha responsabilità nella governance dei beni culturali. Riteniamo che sia giunto il momento di incoraggiare gli scambi intellettuali fra nazioni diverse, per imparare a conoscerci e non aver paura l’uno dell’altro. I beni artistici costituiscono una straordinaria risorsa, un patrimonio di cultura e bellezza facilmente comprensibile e alla portata di tutti. ICCAP, neonata, vanta l’adesione di 50 fra i massimi storici dell’arte del nostro tempo, alcuni con importanti incarichi istituzionali come direzioni di musei, ministeriali o governative. Il 27 maggio una delegazione di 17 membri, in rappresentanza di altrettanti stati, incontrerà Papa Francesco che si farà custode del Manifesto delle Nazioni, condividendone i principi. Questo è il primo importantissimo passo in un cammino lungo e difficile che punta alla sensibilizzazione dei governi e delle istituzioni di tutto il mondo. Questi i nomi degli speciali ambasciatori di cultura che saranno a Roma il 27 e 28 maggio: Sergej Androsov, specialista in arte europea presso Il Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo, Russia; John Azzopardi, specialista nella diffusione del culto paolino a Malta, direttore del Vignacourt Museum di Rabat, Malta; Mark Bell, specialista in investimenti d’arte, docente dell’Emory University Gouizueta Business School di Atlanta, USA; Oei Hong Djien, mecenate a sostegno dell’arte indonesina e patron dell’OHD Museum di Magelang, Indonesia; MarcoGrassi, specialista in conservazione di opere d’arte e consulente presso i più rinomati musei statunitensi come il Metropolitan di New York, USA; Sabine Haag, specialista in scultura del XV secolo XVII, direttore del Kunsthistorisches Museum di Vienna, Austria; Roman Kräussl, analista del mercato dell’arte internazionale, docente presso la School of Finance della University of Luxembourg, Lussemburgo; Anne Labourdette, specialista in storia delle collezioni museali e della loro tutela specialmente in caso di conflitti bellici, conservatrice del patrimonio nazionale Francese presso il Musée de la Chatreuse, Francia; Tiziano Panconi, specialista in pittura italiana del XIX secolo, direttore scientifico del Butterfly Institute Fine Art, Italia; Dimitrios Pandermalis, specialista in archeologia e arte antica, direttore dell’Akropolis Museum di Atene, Grecia; Antonio Filipe Pimentel, specialista in arte antica, direttore del Museo Nazionale di Arte Antica di Lisbona, Portogallo; Mikhail Borisovic Piotrovskij, specialista in museologia e in arte antica orientale, direttore del Museo dell’Hermitage, San Pietroburgo, Russia; Ramin Salsali, mecenate in arte contemporanea e patron del Salsali Private Museum di Dubai, Emirati Arabi Uniti; John T. Spike, specialista in arte del Rinascimento e in arte contemporanea presso il Muscarelle Museum of Art di Williamsburg, USA; Timothy Standring, specialista in arte italiana del XVII secolo e nella pittura di Van Gogh, responsabile per le collezioni del Denver Art Museum, USA; Nina Torres, specialista in arte contemporanea del Sud America, Fondatrice e direttore esecutivo della Miami River Art Fair, USA; Juan Ignacio Vidarte, specialista in arte contemporanea, direttore del Guggenheim Museum di Bilbao, Spagna.

 

•Il mondo dell’arte, e della pittura e scultura sopratutto, sono mondi un po’ lontani dall’Italiano medio, secondo lei dipende da una questione di cultura, di ghettizzazione che porta a vedere la pittura come “solo per pochi” o semplicemente noia e poca voglia di conoscere? e come, secondo lei, si potrebbe far avvicinare di più le persone al mondo dell’arte antica? o della pittura in generale?

Lei tocca un tasto dolente. Purtroppo essere un ottimo storico dell’arte non significa essere un buon manager. Quindi abbiamo direttori di museo validissimi dal punto di vista scientifico che spesso non vantano competenze nell’ambito della comunicazione. Pochi soldi e mal spesi hanno poi caratterizzato le politiche di valorizzazione degli ultimi cinquant’anni e così la nostra grande arte, è per lo più una sconosciuta. La ricetta è: maggiori investimenti in promozione, incominciando a trattare l’arte come qualsiasi altro prodotto commerciale.

 

•Cosa vorrebbe che uscisse di lei da questa intervista? come vorrebbe che le persone la vedessero?

Come un uomo qualunque, stregato del suo lavoro. Mi piacerebbe che la mia esperienza fosse di sprone ai più giovani e a chi si affaccia adesso al mondo dell’arte e che risultasse una testimonianza soprattutto di passione e amore per la propria professione che non cambierei con nessun’altra.

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Rinviato per motivi di salute il concerto di Giusy Ferreri a Manoppello Scalo

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concerto giusy ferreri manoppello scalo

PESCARA – Il concerto gratuito di Giusy Ferreri in piazza Zambra a Manoppello Scalo in concomitanza con la festa patronale di Sant’Antonio e San Patrizio martire non si terrà ed è stato rinviato: la cantante è ferma ai box per motivi di salute.

Al suo posto sul palco, dalle 21:30 esibizione della Masters band. Giusy Ferreri tornerà a Manoppello Scalo il prossimo 16 settembre, data alla quale è stato rinviato il suo concerto.

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Questa sera su Rai1 la replica de “La Notte dei Serpenti”

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replica rai1 la notte dei serpenti

Questa sera alle ore 23.20 andrà in onda su Rai1 la replica della prima edizione de “La Notte dei Serpenti” il concertone ideato e diretto dal Maestro Enrico Melozzi per celebrare la cultura e la tradizione musicale abruzzese.

PESCARA – “La notte dei serpenti”, il concertone che ha registrato 10 mila spettatori allo Stadio del Mare lo scorso 29 luglio, diventa un programma televisivo di Rai1 per la regia di Angelo Bozzolini (produttore di Che Storia è la Musica con Ezio Bosso e de Il Coraggio di essere Franco), realizzato grazie al contributo del main sponsor dell’evento Confimi Indistria Abruzzo. Lo spettacolo, condotto dalla giornalista e presentatrice televisiva Monica Giandotti, è stato ripreso da 10 telecamere in 4k e montato con una ripresa fedele dall’altissima qualità artistica per restituire il ritmo del progetto artistico del Maestro Melozzi.

Ad aprire la prima edizione de La Notte dei Serpentiè stato Mr.Rain, accompagnato dal coro dei Piccoli Cantori Della Pace, con Nu seme Nu”, un’inedita versione di “Supereroi(brano presentato al Festival di Sanremo 2023)impreziosita dal ritornello riscritto per l’occasione in dialetto abruzzese.

Giusy Ferreri ha prestato la sua inconfondibile voce a Mare Maje (Scura Maje)”, uno dei canti della tradizione popolare abruzzese. Sul palco anche Gianluca Grignani per un’emozionante esibizione di “Quando ti manca il fiato” (brano in parte registrato a Teramo e co-firmato e prodotto insieme ad Enrico Melozzi che per lui ha diretto l’orchestra del 73° Festival di Sanremo) e di “Destinazione Paradiso”, quest’ultima realizzata con nuovi arrangiamenti legati alla tradizione abruzzese e con l’accompagnamento del coro in nuove parti in dialetto inserite nel testo di uno dei più grandi successi del cantautore.

Tutti gli arrangiamenti, le armonizzazioni, le orchestrazioni e le composizioni sono stati curati del direttore artistico e musicale Enrico Melozzi che ha diretto l’Orchestra dei Serpenti, composta da Marco Dirani (basso), Nicola Costa e Alberto Barsi (chitarra elettrica), Salvatore Mufale (tastiere), Roberto Junior Spina (batteria), Alberto Barsi (chitarra elettrica), Danilo Di Paolonicola (organetto), Gionni Di Clemente (chitarre), Armando Rosilio e Martina Zecca (voci e tamburelli), Christian Di Marco (ciaramella), Carmelo Colajanni (strumenti a fiato vari), Alessandra Ventura, Martina Zecca, Teresa Scalese, Anna Azzola, Stellina, Franco Palumbo Roppoppò, Cinzia Cantoresi, Angela Cantoresi, Elena Cicconi, Monica Dezzi, Cristiana Falconi e Letizia Serpentini (voci).  Il Maestro Melozzi, oltre a dirigere, ha suonato una chitarra romantica del 1816,appartenuta a suo nonno, e ha anche interpretato alcuni brani come cantante.

A rendere ulteriormente particolari le esibizioni sono state le coreografie realizzate dal corpo di ballo composto da Lusymay Di Stefano (prima ballerina), Federica Sestili, Laura Espositi e Claudio Cirsone.

Il concertone de La Notte dei Serpenti è stato promosso e finanziato dalla Regione Abruzzo, fortemente voluto dal Presidente della Regione Marco Marsilio e realizzato in collaborazione con il Consiglio Regionale dell’Abruzzo e il Comune di Pescara. La Notte dei Serpenti è stato realizzato con il contributo del main sponsor Confimi Industria Abruzzo e di BPER Banca, Strever S.p.A. e Excelsior e il supporto del Comune di Teramo.

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L'Aquila

Concerto di Gigi D’Alessio a Castel di Sangro interrotto da una rissa

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concerto gigi d'alessio castel di sangro interrottto per rissa 2
Foto tratte dalla pagina Facebook dell'artista.

A causa della calca, qualche spettatore ha accusato lievi malori. Il concerto di Gigi D’Alessio è stato interrotto a pochi minuti dalla conclusione, a causa di una rissa scoppiata tra i 5 mila spettatori accorsi a Castel di Sangro per seguire il ritiro del Napoli e l’esibizione del cantante partenopeo.

L’AQUILA – Il concerto di Gigi D’Alessio stava andando bene e stava entusiasmando i 5 mila spettatori presenti a Castel di Sangro, anche per seguire il ritiro del Napoli, che anche quest’anno in terra abruzzese sta compiendo la preparazione atletica in vista della prossima stagione. Sul finale del concerto però, quando a Gigi D’Alessio si apprestava oramai a concludere la sua esibizione, qualcosa è andato storto: è scoppiata una rissa tra alcuni spettatori, per la quale si sarebbe reso necessario l’intervento dei Carabinieri per sedarla, in seguito alla quale lo spettacolo è stato interrotto.

Oltre a questo, un paio di persone avrebbero accusato lievi malori causati dalla calca in platea. A parte questi episodi, l’esibizione stava procedendo a gonfie vele, con il pubblico che cantava con trasporto le canzoni del cantante, che ha anche scherzato sul clima, non particolarmente mite: «avevo ragione 20 anni fa quando dicevo che ad agosto sarebbe nevicato».

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