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L'Aquila

L’Aquila si appresta a commemorare le vittime del terremoto del 2009

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Alla commemorazione delle vittime del terremoto di L’Aquila del 2009 attesi La Russa, Meloni e i ministri Casellati, Locatelli, Bernini e Zangrillo.

L’AQUILA – La quattordicesima commemorazione delle vittime del terremoto, in occasione dell’anniversario della tragedia, si aprirà nel pomeriggio e si concluderà domani, quando in città sarà rispettato il lutto cittadino. Alle 3:32 di questa notte, saranno passati esattamente quattordici anni dal terremoto che devastò la città nel 2009 e provocò 309 morti. La città si appresta a ricordare la sua ferita più profonda e più dolorosa.

Le celebrazioni ufficiali avranno avvio questo pomeriggio, mercoledì 5 aprile, alle ore 17:00 nel Parco della Memoria, edificato proprio per rendere omaggio a chi perse la vita in seguito alle scosse. Alla cerimonia alla quale prenderanno parte i familiari delle vittime, il sindaco Pierluigi Biondi e i colleghi del cratere sismico, dovrebbe presenziare anche la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russia. Prevista anche la presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nell’occasione, verrà scoperto il monumento realizzato dall’Accademia delle Belle Arti, sulla cui stele è stato inciso il Fiore della Memoria, rappresentante il croco dello zafferano. Nella stessa occasione verrà deposta una rosa bianca di fronte alle targhe dei nomi delle vittime del sisma.

A seguire, alle 18:00, il Cardinal Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo di L’Aquila, celebrerà una messa in suffragio nella chiesa di Santa Maria del suffragio in piazza Duomo. Chiunque voglia partecipare è invitato a prendere posto entro le 17:40, per ragioni di ordine pubblico. Dopodiché in serata, sfilerà nuovamente la fiaccolata per le vie cittadine, dopo lo stop imposto dalla pandemia. L’ultima vide la partecipazione dell’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il corteo partirà da via XX Settembre alle 21:30 e si fermerà al Parco della Memoria alle 23:30. Qui, verrà acceso installato il braciere all’interno della fontana, che sarà acceso da Cansu Sonmez, ricercatrice turca, e Rasha Youssef, ingegnere siriana. Entrambe studiano e lavorano in città e la scelta è ricaduta su di loro per testimoniare la vicinanza della comunità aquilana alle popolazioni di Siria e Turchia, per una tragedia che ben conoscono.

Domani, giovedì 6 aprile, a L’Aquila sarà lutto cittadino. Alle 8:45 il sindaco Biondi deporrà una corona di fiori di fronte alla Casa dello Studente, alle 10:30 L’Anps, Associazione Nazionale della Polizia di Stato farà lo stesso al Cimitero. La Fanfara della Polizia suonerà poi all’Auditorium del Parco della Memoria, in seguito all’incontro con studenti e cittadini che si terrà alle 11:00.

L'Aquila

In attesa di un nuovo canile in Val Vibrata, i cani saranno trasferiti da Alba Adriatica

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Dopo la gara bandita dall’Unione dei Comuni, i cani ospitati nel rifugio Canalba di Alba Adriatica saranno trasferiti a Collelongo, in provincia di L’Aquila, in attesa che venga realizzato un nuovo canile in Val vibrata.

TERAMO – La situazione del canile di Alba Adriatica è giunta ad un punto di non ritorno: scadute tutte le proroghe, i cani ospitati al suo interno devono essere trasferiti, mentre ancora non si sa dove e quando verrà realizzata una struttura analoga in Val Vibrata.

L’Unione dei Comuni ha deciso il trasferimento dei cani ospitati nel “Rifugio Canalba” presso un nuovo sito. Dopo il bando di gara, questo è stato individuato in un canile di Collelongo, in provincia di L’Aquila. Già nel maggio scorso, questa decisione aveva provocato la rabbia degli animalisti, che hanno giudicato i provvedimenti intrapresi «di dubbia legittimità» e hanno protestato contro la decisione di togliere gli animali dalla protezione dell’organizzazione che «da 35 anni, senza scopo di lucro, conduce e gestisce il Canile di Alba Adriatica».

«Abbiamo adottato tutti i provvedimenti richiesti dall’Ente – dichiarò all’epoca l’attuale Presidente dell’associazione Elisa Pizzingrilli – abbiamo seguito le procedure consigliate, sia per quanto riguarda la richiesta di proroga, dalla scadenza naturale del 31 maggio 2023 e nel frattempo abbiamo acquisito il nuovo sito , ubicato tra Villa Rosa e Martinsicuro , risultato idoneo e autorizzato dal Comune di Martinsicuro e non ci aspettavamo questa decisione immotivata».

Nonostante le azioni di protesta di ambientalisti ed animalisti, che organizzarono an che un sit-in sotto al comune di Alba Adriatica, l’Unione dei Comuni non è tornata sulla sua decisione. Il delegato ai Lavori Pubblici e sindaco di Sant0Egidio alla Vibrata Elicio Romandini organizzerà nei prossimi giorni un sopralluogo nel sito in cui verranno trasferiti i cani del canile di ALba Adriatica, al fine di organizzare le operazioni.

Nel frattempo non è chiaro dove sorgerà il nuovo canile della Val Vibrata. Allo stato attuale, si stanno ancora vagliando le aree potenzialmente adeguate ad ospitarlo. L’indirizzo è quello di dotare il territorio di una struttura che possa fungere anche da pensione per animali, in ottica turistica. Pertanto, verranno valutate fasce costiere, oppure territori immediatamente a ridosso del mare. Sembrerebbe che un’area di Tortoreto Lido sarebbe n pole position, ma la momento non è ancora stata presa una decisione definitiva. Dopodiché bisognerà individuare le risorse e definire i tempi dell’intervento. Intanto, i cani del canile di alba Adriatica, nell’attesa di avere un nuovo rifugio in Val Vibrata, si apprestano a partire per la provincia di L’Aquila.

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L'Aquila

Pascoli fantasma gestiti dalla mafia foggiana: maxi truffa all’UE scoperta dalla GdF

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25 misure cautelari e 5 milioni di euro sequestrati. L’operazione “Transumanza” della Guardia di Finanza di Pescara è scattata all’alba. Indagini durate due anni e dirette dalla DDA di L’Aquila.

PESCARA – La maxi operazione “Transumanza” della Guardia di Finanza di Pescara, coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, è scattata all’alba . 16 perquisizioni a 75 enti e soggetti, tra tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania. 25 misure cautelari emesse e sequestri per 5 milioni di euro. In base alle indagini delle fiamme gialle, durate due anni, un sodalizio criminale su cui aleggia lo spettro della mafia foggiana, avrebbe perpetrato a partire dal 2014 una truffa milionaria all’Unione Europea, dalla quale avrebbe intascato fondi illecitamente per mezzo di pascoli fantasma.

Le indagini sono state svolte in collaborazione con il Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di L’Aquila ed il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie. Al blitz di oggi invece ha preso parte anche il Reparto Aeronavale, che ha fatto levare in volo alcuni mezzi aerei.

Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte avrebbero avuto accesso contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC) in maniera illecita. Producendo documentazioni false, a partire dal 2014, i 13 complici della truffa, tra cui vi sarebbero persone appartenenti alla mafia foggiana, avrebbero ottenuto la disponibilità di pascoli e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli, presentandosi come nuovi giovani imprenditori agricoli. Al contempo, grazie all’aiuto di altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di impresa, avrebbero fatto incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.

Le frodi ammonterebbero a 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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L'Aquila

Morto Matteo Messina Denaro: la Procura ha disposto l’autopsia

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Il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso dicembre dopo trent’anni di latitanza, è morto nella notte nell’ospedale San Salvatore di L’Aquila. dopo nove mesi detenzione

L’AQUILA – Non ha trascorso in carcere gli ultimi minuti della sua vita, Matteo Messina Denaro, il boss stragista di Cosa Nostra condannato all’ergastolo al 41bis. Il super latitante arrestato dopo trent’anni di fuga, si è spento dopo nove mesi di prigionia la notte scorsa, lunedì 25 settembre, all’ospedale San Salvatore di L’Aquila, nel quale si trovava ricoverato già da diverso tempo. Negli ultimi giorni le sue condizioni si sono aggravate e il boss, che ha rifiutato l’accanimento terapeutico nel suo testamento biologico, è entrato in coma irreversibile. Dopo la cessazione dell’alimentazione assistita, Matteo Messina Denaro è morto e la Procura ha disposto l’autopsia per accertarne la causa del decesso.

Il boss si trovava in ospedale in seguito ad un’operazione chirurgica, le cui complicazioni si sono rivelate fatali. Messina Denaro era affetto da un tumore al colon che gli era stato diagnosticato durante la latitanza. La sua malattia avrebbe avuto un ruolo chiave nella sua cattura. Dopo l’arresto è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche: dalla prima si era ripreso, dopo la seconda non ha più lasciato l’ospedale, dove era stata allestita una stanza di massima sicurezza allestita apposta.

Al suo capezzale, nei giorni scorsi era arrivata anche la figlia naturale, Lorenza, riconosciuta solo pochi giorni fa. Durante la sua detenzione, avrebbe mantenuto un comportamento impeccabile senza mai creare disordini. E senza mai parlare: con lui, oltre ad un capitolo nero della storia della seconda Repubblica, se ne vanno tanti misteri sui quali bisogna ancora fare luce.

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