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Focus

Mercato immobiliare a Bologna: acquisti sempre più inaccessibili e locazione alle stelle

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Chi vuole comprare casa sotto le Due Torri, incontra sempre più difficoltà nel trovare immobili a prezzi accessibili. Come evidenziato dai dati del rapporto Censis presentato nelle ultime settimane del mese di aprile, la ricerca della casa è in cima alle preoccupazioni dei bolognesi.

Nulla di strano se si pensa che, quando si chiama in causa l’abitazione, si inquadra uno dei più importanti aspetti, se non il più importante in assoluto, per poter parlare di tranquillità per il nucleo familiare.

Il problema delle locazioni

I prezzi delle case alti a Bologna – da aprile 2022 ad aprile 2023, dati alla mano, sono aumentati del 5,65% – non è l’unico nodo critico da considerare quando si traccia il quadro del mercato immobiliare del capoluogo emiliano.

Degna di nota, infatti, è anche la situazione delle locazioni. All’ombra delle Due Torri, l’offerta per gli affitti a lungo termine si avvicina molto allo zero. Bologna, infatti, è una delle città in Italia dove il trend delle locazioni brevi, che hanno ripreso a correre con la fine dell’emergenza sanitaria, ha maggiormente cannibalizzato lo stock immobiliare destinato, invece, a quelle a lungo termine, che hanno un target totalmente diverso.

Gli alloggi in affitto a lungo termine, richiesti soprattutto da studenti e giovani lavoratori anche stranieri, sono talmente pochi da aver portato, nel corso dell’ultimo anno, i prezzi mensili al metro quadro ad alzarsi di oltre il 17%.

Le prospettive sulle compravendite

Tornando con il focus sulle compravendite immobiliari, rammentiamo che, per i prossimi mesi, si prevede una riduzione delle transazioni e una generale stabilizzazione delle quotazioni al metro quadro.

Secondo gli operatori del settore real estate, si avrà a che fare con una contrazione delle operazioni in campo immobiliare soprattutto sulla scia delle difficoltà che sempre più persone stanno incontrando e incontreranno nell’accesso al credito.

Circa il 75% delle famiglie, per acquistare la casa deve infatti procedere alla richiesta di un finanziamento in banca.

Cosa si può dire del quadro attuale dei prezzi? Che se si guarda a zone di particolare pregio, si possono trovare immobili a poco più di 3.000 euro al metro quadro (alloggi non nuovi). Inferiori, anche se di poco, sono le quotazioni in centro. In quella che è una delle zone simbolo di Bologna – i portici del centro felsineo sono Patrimonio UNESCO – è possibile trovare immobili attorno ai 2.700 euro al metro quadro.

Nel corso del mese di aprile 2023, le zone più economiche si sono rivelate quella di Pilastro e di San Donato, con una richiesta media, da parte di chi ha comprato, di 2.605 euro/metro quadro.

Sui colli, invece, si trovano gli immobili più costosi. Le quotazioni del mese di aprile, si sono rivelate pari a una media di 4.185 euro/metro quadro.

Come trovare la casa giusta a Bologna

Sia che si voglia un immobile per viverci con la propria famiglia, sia che si ricerchi una soluzione da investimento, trovare la casa giusta a Bologna può non essere semplice. Se si considera anche la necessità di cercare una casa con una buona efficienza energetica, la cosa si fa decisamente più ostica.

Per fortuna, oggi come oggi esistono strumenti che consentono di ovviare a questi ostacoli. Il principale è il web, piazza caratterizzata da fonti sempre più specializzate. Ricorda che, per esempio, puoi rivolgerti a ImmobiliOvunque.it per trovare appartamenti in vendita a Bologna e provincia.

Il portale appena citato, online dal 2018, si distingue dai competitor per un aspetto su tutti: la presenza esclusiva di annunci scritti e pubblicati da agenzie immobiliari. Ciascuna di esse è corredata con le recensioni di chi ne ha già provato i servizi, in modo da fornire all’utente informazioni chiare in un percorso delicato come quello di ricerca della casa.

Ancona

Conferenza “Lo sviluppo urbanistico-edilizio di Jesi nel XVI secolo”

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Domenica 21 Maggio a Palazzo Bisaccioni durante la conferenza “Lo sviluppo urbanistico-edilizio di Jesi nel XVI secolosi è parlato della città di cinquecento anni fa, grazie ad un percorso che ha fatto rivivere le vie e i palazzi dell’epoca, tra le note di danze e balletti, per riappropriarsi di un passato che tanto ancora emerge nell’oggi.

ANCONA – L’Associazione Culturale Euterpe APS, grazie anche alla collaborazione con Quaderni Storici Esini “Riccardo Ceccarelli”, ha desiderato offrire alla cittadinanza un piacevole pomeriggio di studio sulle radici storiche, soffermandosi sulla Jesi del XVI secolo, un periodo di rinascita urbanistica e sociale. I presenti hanno potuto ascoltare le relazioni degli storici e autori locali Gianni Barchi, Maria Cristina Zanotti e Stefano Vignaroli, in una serata in cui le relazioni sono state alternate dalla musica e dalla lettura.

La voce dell’attrice jesina Roberta Javarone ha proposto l’ascolto di quattro brani tratti dalla trilogia di romanzi storici “Lo stampatore”, che Stefano Vignaroli ha scritto prendendo spunto da alcuni elementi architettonici della città di Jesi e da fatti realmente accaduti. Tra una relazione e l’altra, l’attrice ha proposto parti di “L’ombra del campanile”, “La corona bronzea” e “Nel segno del leone” a cui, ha annunciato l’autore, seguirà a breve il quarto episodio.

Gioia Casale, vicepresidente di Euterpe, nel portare il suo saluto ha evidenziato l’impegno dell’associazione nel promuovere occasioni di valorizzazione dell’arte e della storia locale e il neo presidente Stefano Vignaroli ha desiderato ringraziare Lorenzo Spurio che, per motivi di lavoro, ha dovuto lasciare la guida dell’associazione. Il direttore della rivista “Quaderni Storici Esini”, Gianni Barchi, ha spiegato come la rivista sia sempre disponibile a collaborare anche con altre associazioni per studiare e divulgare la storia locale.

La musica alla chitarra scelta e suonata dal Maestro Massimo Agostinelli di Ancona ha accompagnato tutto l’incontro, a partire dal primo brano, la Gagliarda, una danza del liutista inglese John Dowland (1563-1625) che visse tanti anni in Italia.

Le relazioni “Terravecchia, da borgo a città” di Gianni Barchi, “Evoluzione urbanistica della Jesi del Cinquecento” di Maria Cristina Zanotti e “Rendere il fiume Esini navigabile: un’opera sempre desiderata ma mai realizzata” di Stefano Vignaroli, hanno tutte evidenziato in maniera egregia lo sviluppo della città di Jesi, sia dal punto di vista edilizio, che sociale, nel XVI secolo, che hanno portato col tempo la città a prendere l’aspetto a tutti noi oggi familiare.

I presenti sono stati omaggiati della stampa di un disegno a china del prof. Mario Pasquinelli, concesso da suo figlio Fabrizio, e raffigurante i lavori per la costruzione della chiesa delle Grazie di Jesi.

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Ancona

Primo appuntamento di “Libri FuoriTeca” dedicato alle “Marche ghiottone”

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ANCONA – Lo scorso 10 maggio l’Istituto di Istruzione Superiore “Panzini” di Senigallia ha avuto il piacere di ospitare l’incontro legato alla rassegna itinerante “Libri FuoriTeca”, durante il quale è stato presentato il libro “Le Marche Ghiottone”.

L’Istituto d’Istruzione Superiore “A. Panzini” di Senigallia, sotto la Direzione del dottor Alessandro Impoco, ha continuato la sua lunga e importante tradizione, ad oggi è una scuola territoriale, dell’innovazione, aperta e concepita come laboratorio di ricerca, sperimentazione ed innovazione didattica. Rappresenta la frontiera di una nuova forma educativa e di istruzione internazionale, centrata sul concetto di consapevolezza ed autonomia degli studenti, un’opportunità di realizzare un nuovo modo di fare scuola attraverso concrete esperienze di vita.

In questa cornice il Presidente del Consiglio regionale Dino Latini ha aperto il primo appuntamento di “Libri FuoriTeca”, in cui è stato presentato il volume “Le Marche ghiottone – La sapienza dei sapori, i sapori della sapienza” di Francesca di Giorgio e Angela Pezzuto.

Intervenendo all’iniziativa il Presidente Latini ha evidenziato come la concezione di rassegna itinerante porti con sé un messaggio di auspicio con «l’intento di consegnare le opere letterarie a un pubblico più ampio, contestualizzandole nello stesso tempo nell’ambito in cui si formano», un’idea di diffusione della cultura a partire dai luoghi in cui la stessa origina.

La rassegna “Libri FuoriTeca” è curata dalla Biblioteca del Consiglio regionale. Attraverso il progetto si vuole promuovere e valorizzare gli autori e le case editrici marchigiane vuole significare un indirizzo quello di consegnare.

Oltre al presidente del consiglio regionale e al dirigente scolastico sono intervenuti la dirigente Maria Rosa Zampa, Gabriella Cinti poetessa, Nicoletta Tagliabracci Ambasciatrice Enogastronomia Territoriale, Angela Pezzuto fiduciaria Slow Fooed Ancona e Conero e coordinatrice del progetto. Ha presentato l’evento Paola Sturba.

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Ancona

Conferenza a Jesi sulla tragica parabola dei templari: ricchi, potenti, sterminati

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Del più famoso degli ordini crociati, i Templari, ha parlato il 19 aprile in una conferenza nella Sala delle Riunioni di palazzo Bisaccioni di Jesi Giancarlo Ardenna, professore emerito  di Storia Medievale all’Università Cattolica di Milano, Accademico dei Lincei, Classe di Scienze Morali.

ANCONA – Insignito del “Federichino” nel 2000, Giancarlo Ardenna più volte ha tenuto conferenze a Jesi per la Fondazione Federico II Hohenstaufen. Questa volta è avvenuto in una sala gremita, alla presenza anche di un gruppo di studenti del Liceo Classico e dei professori Zannino e Belvederesi che li hanno accompagnati. La prolusione è stata introdotta da Loretta Fabrizi, assessore all’Associazionismo, che ha avuto parole di molta stima per l’attività più che trentennale della Fondazione e per le relazioni che questa ha saputo intrecciare con altre importanti realtà. Il relatore nela conferenza tenutasi a Jesi ha quindi affrontato l’argomento, ‘I monaci guerrieri: i Templari, Federico II e le Crociate’, con uno sguardo a tutto campo, non limitandosi cioè a considerazioni relative alla storia di una specifica ‘milizia di soldati della fede’, ma inquadrando il tema in un più ampio contesto storico.

Dei Templari si è parlato e si continua a parlare da secoli. Sulla vicende di questo potentissimo ordine combattente sono stati scritti libri a profusione, senza tuttavia giungere a conclusioni definitive. È in ogni modo importante considerare i fatti salienti che interessarono  questa milizia per trarne almeno deduzioni logiche e attendibili.

Fu un gravissimo fatto di sangue a motivare la fondazione dell’ordine dei Templari: l’uccisione da parte dei saraceni di settecento pellegrini che, dopo aver visitato Gerusalemme si erano spinti oltre per vedere il Giordano. Fu allora che due nobili franchi, Ugo di Payns e Goffredo di Saint-Omer, decisero di reclutare un piccolo gruppo di connazionali – appena nove – per difendere quanti  si recavano in pellegrinaggio in Terrasanta. In breve tempo molti altri cavalieri si aggiunsero, perciò Ugo di Payns fu costretto a chiedere a Baldovino II, re di Gerusalemme, una sede che ospitasse la confraternita. Baldovino II concesse la Spianata del Tempio dove sorgeva prima il Tempio di re Salomone e la moschea di Al-Aqsa che i Franchi avevano utilizzato come palazzo reale. Dal nome di questi luoghi sarebbe appunto derivato l’appellativo di ‘Cavalieri Templari’. Il Concilio di Troyes, nel 1129, avrebbe sancito tutte le norme della regola della confraternita. I Templari diventavano un ordine religioso alle dipendenze del Pontefice. Oltre però all’obbligo di attenersi a disposizioni di carattere religioso relative alla preghiera e alla vita in comunità, gli adepti erano autorizzati anche ad usare le armi contro gli infedeli. Per questo non mancavano nella regola anche prescrizioni riguardanti l’abbigliamento militare -la cappa crociata era bianca a simbolo di carità – come pure tecniche di addestramento e di combattimento.

Giancarlo Ardenna

Le disposizioni furono inizialmente 72 che aumentarono nell’arco di due secoli fino a raggiungere il numero di 678. Avrebbe pensato Bernardo da Chiaravalle a teorizzare la regola. Nipote di uno dei primi fondatori dell’ordine dei Templari, Andrea di Montbard, dopo essere stato per breve tempo cavaliere si dedicò alla vita monastica entrando nell’ordine dei Cistercensi. Saggio, coltissimo, mistico, teologo, ricevette incarichi molto importanti dalla Chiesa. Partecipò al concilio di Troyes sostenendo con ardore i propositi del ‘monaco combattente’ per i quali non era da ritenere colpevole chi uccidesse in nome della fede. I Templari si sarebbero distinti per la difesa del Santo Sepolcro in numerose battaglie acquistando sempre maggior credito in tutta Europa. Erano diventati intanto ricchissimi per aver diffuso l’uso della ‘lettera di cambio’ in tutta le loro sedi di oriente e occidente, secondo una normativa semplice che permetteva ai mercanti di viaggiare in sicurezza e ai Templari di guadagnare sul cambio di valuta e sul denaro ricevuto in deposito che potevano mettere a frutto nel tempo che precedeva la restituzione.  I Templari non mancarono così di prestare denaro anche a sovrani, diventando una vera e propria potenza economica.

Suscitarono perciò l’avidità di Filippo il Bello, re di Francia che si era fortemente indebitato con loro soprattutto per sostenere la guerra di Fiandra. Atroce fu il complotto che ordì contro la confraternita. Accusò l’ordine di attività immorali, sataniche ed eretiche producendo una mole di inattendibili testimonianze. Riusciva così a cancellare il suo debito perché questa disposizione sanciva la legge in caso di eresia. Ne derivava poi che l’ordine sarebbe stato inevitabilmente abolito perché il papa, Clemente V, non avrebbe potuto soccorrerlo. L’operazione fu rapidissima. Nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 1307 Filippo il Bello fece arrestare tutti i Templari presenti in Francia e confiscò tutti i loro beni. Sarebbe seguito un lungo processo con condanne al carcere perpetuo o  al rogo. Bruciò tra le fiamme anche  il grande maestro dell’ordine, Jacques de Molay. Per quanto lo riguarda si è a lungo ritenuto che non avesse doti di comando e di diplomazia per non essere riuscito a risolvere il conflitto con l’energia che avrebbe richiesto. Oggi si vanno formulando altre ipotesi effettivamente non prive di fondamento. La regola dell’ordine vietava di combattere altri cristiani, perciò è plausibile che i Templari abbiano preferito arrendersi piuttosto che resistere con le armi. Inoltre morire per la fede era da loro considerato un martirio degno di gloria. Vero è in ogni modo che la storia di ogni tempo ed epoca non è solo da leggere e da riportare per fatti e date, ma da meditare senza pregiudizi.

Del rapporto fra i Templari e Federico II il relatore ha durante la conferenza tenutasi a Jesi parlato brevemente, ma incisivamente. Tra l’Imperatore e l’ordine non vi furono sempre rapporti cordiali. Quando scoppiarono conflitti con il papa, ai Templari, che ne erano paladini e dal quale erano protetti, vennero confiscati i beni da Federico II; il quale  tuttavia in punto di morte chiese che venissero a loro restituiti.

A  quanti ascoltavano, soprattutto agli studenti, il prof. Ardenna ha lasciato infine una meditazione. Può essere considerato davvero una ‘guerra santa’ un conflitto che semini la morte? Bernardo da Chiaravalle lo sosteneva, nemmeno appellandosi alla difesa degli oppressi, ma all’esistenza di un ‘male assoluto’ da combattere con le armi. Oggi in essenza il quesito amaramente si ripropone.  

Augusta Franco Cardinali

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