TERAMO – Dovevano essere le elezioni della rivincita, invece la scorsa tornata elettorale si è trasformata in un tonfo ancor più sordo del precedente per il centrodestra teramano: elezioni al centrosinistra e D’Alberto si tiene la fascia tricolore senza passare nemmeno passare dalle urne del ballottaggio. Una sconfitta senza appelli che ha, come cinque anni fa, un primo identikit del responsabile: il centrodestra teramano. E il candidato Carlo Antonetti non usa giri di parole per affrontare la questione, additando alla Lega la responsabilità della sconfitta: «Putroppo in questa tornata elettorale ho dovuto constatare che nella mia squadra non tutti hanno giocato per vincere, anzi, alcuni hanno giocato per perdere».
Anche ai tempi della prima, e per certi versi sorprendente, vittoria di D’Alberto, secondo diversi osservatori il candidato Giandonato Morra sarebbe stato impallinato dai franchi tiratori, reo di non avere abbastanza “teramanità” nelle vene a causa della sua origine foggiana. Secondo Antonetti, anche questa volta un pezzo di coalizione, in questo caso la Lega, gli avrebbe tolto la terra sotto i piedi per cause legate alla scarsa rappresentatività: «sentir dire dalla Lega che i cittadini sono stati disorientati, che non ero il candidato di nessuno, mi sembra assurdo».
Carlo Antonetti, uomo di sport, non rinuncia né al confronto diretto, né alle analogie sportive, nell’analisi della sconfitta che ha tenuto presso la sua sede elettorale: «Ho preso un impegno con i cittadini, quello di parlare un linguaggio semplice e vero, di essere corretto con loro e con la mia squadra. Se ci sono altri che segnano degli autogol perché si sono messi d’accordo con l’avversario, sicuramente quando torni negli spogliatoi devi tutelare quelli che sono i valori della lealtà e della correttezza. Bisognerebbe spiegare alla Lega che i cittadini non sono stati disorientati tanto dalla mia candidatura, quanto dall’invito al voto disgiunto, orientati verso D’Alberto o qualche candidato del presidente della Provincia. Eppure nessuno ha imposto di appoggiare il mio progetto. In una città come Teramo, dove la Lega conta diversi rappresentanti importanti nelle istituzioni, sembra una percentuale decisamente misera quel ‘3 virgola…’ che poteva tranquillamente essere almeno un 7».
Le urne in effetti, hanno decretato il carroccio come ultima forza trainante della coalizione: Futuro In ha preso il 14,04% e 4.061 voti; Fratelli d’Italia il 9,95% e 2.878 voti; Forza Italia – Noi moderati si attestano al 6,24% con 1.806 voti, seguiti da Amote: 1.610 voti e 5,56%. Solo 997 voti e il 3,45% dei consensi per la Lega.
Che non splendesse sempre il sereno nel centrodestra teramano lo si è capito a partire dalla scelta del candidato. In un primo momento la scelta ricadde sull’assessore regionale Pietro Quaresimale, che accolse l’investitura, salvo essere costretto poco dopo ad un repentino dietrofront. Quando Antonetti ha comunicato che avrebbe comunque corso, i partiti del centrodestra hanno invertito la rotta convergendo sulla sua lista. Evidentemente non è stata una scelta che tutti hanno preso in maniera entusiasta.